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Crisi Ferrarini: tre pretendenti per il “crudo”, Negroni punta ai salumifici Vismara

1/9/2018 – I commercialisti  Bruno Bartoli e Franco Cadoppi, rispettivamente commissari giudiziali dei concordati Ferrarini e Vismara, stanno accelerando i tempi per il piano industriale e lo scorporo di rami d’azienda destinati ad essere venduti per alleggerire la situazione debitoria del gruppo alimentare Ferrarini di Reggio-Rivaltella, leader nazionale del prosciutto cotto (debito olte gli 280 milioni di euro) e soddisfare gradualmente i creditori. Sarebbe imminente l’arrivo di una importante società di consulenza tedesca, con filiale a Milano, per la stesura dei business plan da presentare al giudice delegato Stanziani Maserati entro 120 giorni (dal 27 luglio scorso, più il periodo feriale del tribunale).

La sede del gruppo Ferrarini a Rivaltella

Un piano basato sostanzialmente sul mantenimento in capo al gruppo Ferrarini della sola attività storica del prosciutto: un sentiero stretto, soprattutto in relazione all’entità del  debito per quasi la meta detenuto da Sga, bad bank del Ministro Economia, ma reso percorribile dalle cessioni dei rami d’azienda “crudo” con la stagionatura di Langhirano e dei salumifici Vismara. A questi ultimi, secondo le indiscrezioni riportate dalla Voce di Reggio settimanale, sarebbe interessata la Negroni Spa di Cremona, azienda storica del settore.

Per la produzione di prosciutto crudo, di cui si sta occupando direttamente Lucio Ferrarini, sarebbero in corsa tre possibili acquirenti: Ugo Annoni Spa, industria alimentare di Collecchio, la Cav. Umberto Boschi di Felino e Casale Spa.

Intanto l’evoluzione della crisi del gruppo Ferrarini è attentamente monitorata in via dell’Astronomia all’Eur, sede nazionale di Confindustria, per la posizione delicata di Lisa Ferrarini, a.d. del Gruppo finito in concordato, che è anche vicepresidente nazionale degli industriali italiani, con deleghe importanti conferite dal presidente Boccia.

Lisa Ferrarini

L’esigenza di far presto col piano di ristrutturazione e le cessioni, nasce anche dalle tensioni crescenti tra i lavoratori ( in contratto di solidarietà nelle sedi di Reggio e Parma, mentra in Lombardia è scattatala cassa integrazione) per i ritmi di lavoro particolarmente pesanti, per il fatto che i dipendenti ora devono acquistare non solo il materiale antifortunistico. ma pesino i guanti in lattice e la carta igienica – queste almeno le notizie riportate da alcuni lavoratori – ma soprattutto perché le mensilità di maggio, giugno e tre settimane di luglio sono per il momento “congelate” nel concordato. Entro settembre i lavoratori saranno chiamati a eleggere le rappresentanze sindacali aziendali.

 

 

 

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3 risposte a Crisi Ferrarini: tre pretendenti per il “crudo”, Negroni punta ai salumifici Vismara

  1. giosuè Rispondi

    02/09/2018 alle 11:51

    Mi dispiace che non si possa trovare una soluzione , anche con l’intervento di terzi finanziatori e soci, per salvare tutta l’azienda ed evitare lo scorporo. Ritengo che si possa fare un piano coinvolgendo anche le banch creditrici per raggiungere questo obbiettivo.

  2. fabio Rispondi

    02/09/2018 alle 16:44

    Se ci fosse ancora il sig. Lauro, la situazione non sarebbe certo precipitata.

  3. Giovanni Rispondi

    06/09/2018 alle 21:53

    Speriamo che la famiglia pensi più a noi lavoratori che al loro portafoglio, anche perché negli ultimi 4/5 mesi abbiamo percepito solo 1000euro o poco più,e mi sembra un po’vergognosa la cosa soprattutto per chi deve portare avanti una famiglia,e più ancora per le coppie che lavorano insieme.Faccio un appello alla famiglia e mi auguro che si risolva al più presto,per il bene di tutti.

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