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Reggio ricorda Norma Cossetto, che da due anni attende una via
E intanto la Regione abbraccia l’anti-revisionismo

29/9/2022 – Sabato 1° ottobre, in Piazza Vittoria a Reggio Emilia, verrà  ricordata Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana, di 23 anni, di cui i partigiani titini fecero scempio gettandola ancora viva in una foiba il 5 ottobre, dopo giorni di sevizie e torture.

Sabato alle 11 sarà depositata simbolicamente una rosa per Norma Cossetto al monumento ai Caduti di piazza della Vittoria. La manifestazione è promossa dal Comitato Dieci Febbraio, dal Centro studi Italia dell’avvocatoTadolini, dall’associazione Pietro e Marianna Azzolini, dalla sezione Reggiana AnVg (volontari di guerra).

Norma Cossetto: la commemorazione al monumento ai Caduti

La martire italiana attende ancora da due anni che l’amministrazione comunale di Reggio Emilia si degni di dar corso alla deliberazione vincolante del consiglio comunale e le intitoli una via, o una piazza o uno spazio verde, similmente a molte altre città italiane. Decisione che ha subito l’pltrggioso filibustering delle organizzazioni sedicenti guardiane dell’antifascismo “duro e puro”, e che ora cozza contro l’evidente volontà dell’amministrazione di insabbiare la decisione votata in Sala del Tricolore.


“Per iniziativa del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi – ricorda il cavalier Ivaldo Casali, a nome degli organizzatori della manifestazione di sabato – nel 2005 veniva conferita a Norma Cossetto la Medaglia d’Oro al merito civile alla memoria con la seguente motivazione: “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una Foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio“.


Continua Casali: “La sua voglia di vivere e le sue sane ambizioni si son infrante definitivamente nella notte fra il 4 ed il 5 ottobre del 1943 quando, dopo giorni di reiterate violenze e torture, è stata gettata viva in una Foiba istriana dal partigiani comunisti titini. Per quanto riguarda il calvario di Norma Cossetto, Martire Istriana, basti aggiungere che fu costretta a subire l’oltraggiosa e ripetuta violenza di ben 17 aguzzini!
Il suo ricordo, a distanza di 79 anni dalla sua atroce morte e dopo anni di vergognosi silenzi, deve rimanere nella memoria di tutti”.
E conclude: “Si auspica che il travagliato iter dell’Amministrazione comunale (che non ha giustificazioni), per l’intitolazione di una via o una piazza della città reggiana alla Martire, Norma Cossetto, venga celermente conseguito”.

E per una singolare coincidenza, proprio oggi la Regione Emilia Romagna ha cominciato l’iter di adesione – con una prima discussione del relativo progettodi legge in commissione Parità e Cultura – alla rete europea Liberation Route, dichiaratamente antirevisionista, rete mentre promuove con visite, iniziative culturali, pacchetti turistici, viaggi scolastici e pubblicazioni per i giovani, gli itinerari nei luoghi dove fu combattuta la seconda guerra mondiale contro fascismo e nazismo – e di collegare le regioni interessate – ha cancellato volutamente dal proprio orizzonte i luoghi e gli eventi dove il comunismo scrisse le sue pagine nere e troppo a lungo strappate, in particolare in Istria, in Friuli e in Dalmazia e nella mattanza post bellica avvenuta soprattutto nel Nord Italia (che del resto a 80 anni di distanza non ha ancora diritto di cittadinanza nei libri di scuola).

L’associazione, ha dichiarato in commissione l’assessore regionale Felicori, intende promuovere il “rispetto e la diffusione dei valori universali di pace, libertà, democrazia rifiutando e condannando qualsiasi ideologia estremista, negazionista o revisionista“. Come se il negazionismo e il legittimo revisionismo storico e culturale siano equivalenti.. L’adesione all’associazione prevede una spesa annuale per il pagamento della quota associativa di 3.000 euro per ciascuno degli esercizi dal 2022 al 2024, mentre per gli anni successivi la quota sarà determinata sulla base delle disponibilità del bilancio regionale. “Siamo stati sollecitati dal ministero della Cultura ad aderire a questa rete” – ha precisato Felicori – E lo abbiamo ritenuto giusto”.

La linea gotica, ha ricordato Felicori, “è stata lo scenario principale della seconda guerra mondiale nella nostra regione e fare memoria di quell’itinerario è un modo per comunicare la storia e il nostro territorio. Aderendo all’associazione diamo forma, inoltre, alle iniziative già avviate da tanti comuni dell’Appennino nate però in modo non coordinato. Questo itinerario renderà il territorio comunicativo”.

Parole che tuttavia non hanno convinto il relatore di minoranza Michele Facci (Lega). “Promuovere il rispetto dei valori universali di pace e democrazia e fare memoria storica dei fatti del 900 è positivo. Tuttavia, prima di aderire ad un’associazione non riconosciuta, occorre prendere visione dello statuto e dei bilanci. Non soltanto perché si prevede di versare 3.000 euro all’anno, ma anche per una questione di serietà”. Occorre inoltre “capire- ha aggiunto – come l’associazione abbia ricostruito e documentato il percorso di liberazione che attraversa anche il nostro territorio. Sarebbe opportuno che questa realtà venga in questa sede a riferire”. 

E per una singolare coincidenza, proprio oggi la Regione Emilia Romagna ha cominciato l’iter di adesione – con una prima discussione del relativo progettodi legge in commissione Parità e Cultura – alla rete europea Liberation Route, dichiaratamente antirevisionista, rete mentre promuove con visite, iniziative culturali, pacchetti turistici, viaggi scolastici e pubblicazioni per i giovani, gli itinerari nei luoghi dove fu combattuta la seconda guerra mondiale contro fascismo e nazismo – e di collegare le regioni interessate – ha cancellato volutamente dal proprio orizzonte i luoghi e gli eventi dove il comunismo scrisse le sue pagine nere e troppo a lungo strappate, in particolare in Istria, in Friuli e in Dalmazia e nella mattanza post bellica avvenuta soprattutto nel Nord Italia (che del resto a 80 anni di distanza non ha ancora diritto di cittadinanza nei libri di scuola).

L’associazione, ha dichiarato in commissione l’assessore regionale Felicori, intende promuovere il “rispetto e la diffusione dei valori universali di pace, libertà, democrazia rifiutando e condannando qualsiasi ideologia estremista, negazionista o revisionista“. Come se il negazionismo e il legittimo revisionismo storico e culturale siano equivalenti.. L’adesione all’associazione prevede una spesa annuale per il pagamento della quota associativa di 3.000 euro per ciascuno degli esercizi dal 2022 al 2024, mentre per gli anni successivi la quota sarà determinata sulla base delle disponibilità del bilancio regionale. “Siamo stati sollecitati dal ministero della Cultura ad aderire a questa rete” – ha precisato Felicori – E lo abbiamo ritenuto giusto”.

La linea gotica, ha ricordato Felicori, “è stata lo scenario principale della seconda guerra mondiale nella nostra regione e fare memoria di quell’itinerario è un modo per comunicare la storia e il nostro territorio. Aderendo all’associazione diamo forma, inoltre, alle iniziative già avviate da tanti comuni dell’Appennino nate però in modo non coordinato. Questo itinerario renderà il territorio comunicativo”.

Parole che tuttavia non hanno convinto il relatore di minoranza Michele Facci (Lega). “Promuovere il rispetto dei valori universali di pace e democrazia e fare memoria storica dei fatti del 900 è positivo. Tuttavia, prima di aderire ad un’associazione non riconosciuta, occorre prendere visione dello statuto e dei bilanci. Non soltanto perché si prevede di versare 3.000 euro all’anno, ma anche per una questione di serietà”. Occorre inoltre “capire- ha aggiunto – come l’associazione abbia ricostruito e documentato il percorso di liberazione che attraversa anche il nostro territorio. Sarebbe opportuno che questa realtà venga in questa sede a riferire”. 


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