22/6/2021 – Lo slovacco Milan Racz, 38 anni, accusato del feroce omicidio di Aniello Iazzetta, e arrestato la notte del 18 giugno alla Spezia nella zona del porto turistico (ora è in una cella del carcere di Villa Andreino nella città ligure, dove ieri è stato interrogato dal pm di Reggio Valentina Salvi) non sarebbe nuovo aggressioni particolarmente violente. I carabinieri di Corso Cairoli hanno formalizzato a suo carico anche una denuncia per lesioni personali aggravate in relazione a un efferato episodio avvenuto il 21 maggio nello spazio verde di via Giorgione, nel centro di Reggio Emilia.
Quel giorno un uomo di 38 anni, che sorseggiava una birra seduto in una panchina in via Giorgione, veniva avviocinato da uno sconosciuto che – sembra senza alcuna ragione – ha cominciato a picchiarlo selvaggiamento, colpendolo a pugni in faccia e sbattedogli la testa a terra sino a farlo sanguinare. L’aggressore si allontanava lasciando la sua vittima priva di sensi. Dopo mezz’ora il malcapitato si riprendeva e in qualche modo riusciva a raggiungere la caserma dei carabinieri, all’altro lato dell’esagono. Ma era talmente malconcio da non riuscire nemmeno a parlare. I carabinieri hanno chiamato il 118 e lo hanno fatto portare d’urgenza al pronto soccorso del Santa Maria Nuova: dopo le cure, il disgraziato veniva dimesso con una prognosi di ben trenta giorni a causa di numerose lesioni. Come detto, non conosceva il suo aggressore, però è riuscito a fornirne una descrizione accurata ai carabinieri. Da lì gli investigatori sono risaliti a Milan Racz che ora deve rispondere non solo dell’omicidio di Iazzetta, ma anche della brutale aggressione del 21 maggio.
Uno uomo pericoloso, dunque, la cui posizione però non è ancora del tutto chiara. Uno squilibrato affetto da pulsioni omicide, oppure un esecutore al soldo di qualcuno?
Lo slovacco avrebbe ucciso Iazzetta a mani nude il pomeriggio del 12 giugno, sfondandogli il cranio sbattendolo più volte contro le pareti della casa di via Stalingrado: una scena da film horror, presente a quando sembra la compagna ucraina di Racz, che è incinta al settimo mese ed è indagata per favoreggiamento.
Il cadavere è stato scoperto il giorno 17, e dopo 24 ore i carabinieri hanno arrestato lo slovacco, che era in compagnia della ragazza, mentre tentava di imbarcarsi o al terminal crocieristico o al porto turistico Mirabello. Tuttavia, al termine dell’interrogatorio in carcere, l’avvocato Rosanna Beifiori ha precisato: “Da quanto risulta dagli atti che mi sono giunti, Racz e la sua compagna condividevano l’appartamento di Iazzetta”. In sostanza, erano suoi ospiti al primo piano della sua abitazione in via Stalingrado, Ma ciò non torna con la prima ricostruzione dei fatti, secondo cui Iazzetta e un amico – l’inquilino che occupa il solaio dello stesso edificio – avrebbero conosciuto la ragazza ucraina di Racz su un bus, il pomeriggio stesso dell’omicidio. Per gli inquirenti c’è ancora molto da scavare nel giallo di via Stalingrado