30/1/2021 – “Bisogna tutelare le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Ferrarini e garantire il libero esercizio della rappresentanza sindacale in azienda». Lo afferma Federico Amico, consigliere regionale di Emilia-Romagna Coraggiosa (Leu) che con un’interrogazione a risposta immediata in aula presentata oggi, sollecita l’intervento della Giunta regionale richiamandosi ai «principi di concertazione e collaborazione enunciati nelle premesse del Patto per il lavoro e nel recente Patto per il lavoro e il clima”.
Ad allarmare il consigliere, le dichiarazioni alla stampa rilasciate dai rappresentanti sindacali FLAI CGIL della sede di Rivaltella, che riferiscono di aver subito pressioni da parte di responsabili e operai dell’azienda per convincere i dipendenti aderenti al sindacato a simpatizzare per Pini/Amco, una delle due cordate che hanno presentato un piano di concordato per salvare il Gruppo Ferrarini. «Pressioni subdole – spiega Amico – culminate in una raccolta firme per chiedere la rielezione anticipata delle cariche sindacali, sottoscritta dal 64% dei lavoratori, spesso convinti a firmare con scuse inaccettabili e poco veritiere».
Le cose peggiorano quando lo scorso 9 ottobre – riporta la CGIL – in concomitanza con lo sciopero generale del comparto agroalimentare, i dipendenti della ditta di Rivaltella, senza i rappresentanti FLAI, vengono mandati a spese dell’azienda nello stabilimento di Parma, dove si tiene un incontro con i referenti di Pini/Amco che vogliono convincere i lavoratori a sostenere la loro cordata e denigrano il sindacato assente. «Una mossa non dissimile – ricorda il consigliere – a quella già vista ai tempi della campagna per il referendum costituzionale, quando i dipendenti dell’azienda furono convocati a Rivaltella al cospetto dell’allora premier Matteo Renzi e invitati a votare Sì, raccomandazione ripetuta anche con una lettera inviata dalla dirigenza a tutti i dipendenti».
Queste azioni trovano un esito chiaro il 2 dicembre 2020, quando si svolgono le elezioni anticipate delle rappresentanze sindacali. «In quell’occasione – ricostruisce Amico – la CGIL passa da quattro rappresentanti a uno, mentre crescono esponenzialmente altre due liste, in concomitanza con una straordinaria partecipazione al voto che arriva quasi al 90% della forza lavoro dell’azienda, tra questi la quasi totalità dei quadri».
Fino al licenziamento eclatante, a fine anno, di Nicola Comparato, operaio in servizio nello stabilimento parmense di Lesignano Bagni, delegato sindacale FLAI CGIL.
A ottobre Comparato aveva dichiarato ai giornali che «all’interno della Ferrarini i lavoratori devono sopportare un continuo clima di pressione», aggiungendo che «il problema è il voler a tutti i costi convincere i lavoratori che la scelta migliore sia Pini, organizzando incontri con i dipendenti con la scusa del titolo informativo senza avvisare le organizzazioni sindacali». Comparato, da dieci anni dipendente della Ferrarini, da oltre due delegato FLAI CGIL e protagonista in passato di diverse battaglie sindacali, il 28 dicembre è stato licenziato per insubordinazione. Era stato sospeso a fine novembre, dopo che pochi giorni prima aveva avuto un acceso diverbio con il responsabile di produzione che lo aveva sorpreso a utilizzare il cellulare durante l’orario di lavoro, cosa non permessa dal regolamento aziendale.
«Un licenziamento – prosegue il consigliere di Emilia-Romagna Coraggiosa – dietro il quale sembra configurarsi un comportamento antisindacale, che minaccia la democrazia nel luogo di lavoro. A cui si aggiunge la preoccupazione per le ultime dichiarazioni alla stampa di Antonio Gasparelli, segretario FLAI CGIL di Parma, secondo cui i lavoratori hanno subito decurtazioni di diverse mensilità che stanno ancora aspettando e che si vogliono coinvolgere in azioni che nulla hanno a che vedere con i percorsi che sono stati fatti dai giudici e dai tribunali per andare verso la conclusione del concordato».
Il documento approvato all’unanimità dal direttivo regionale sul licenziamento del delegato sindacale Nicola Comparato
“Il Comitato Direttivo della Flai Cgil dell’Emilia-Romagna, riunito in data 25 gennaio 2021, esprime la massima condanna al comportamento antisindacale dell’azienda Ferrarini SPA che ha licenziato il nostro delegato sindacale Nicola Comparato. La “colpa” di Nicola, se così la si può definire, è la stessa “colpa” che hanno altri nostri iscritti e attivisti occupati presso gli stabilimenti emiliani del gruppo Ferrarini, cioè quella di non aver abbassato la testa e di aver mantenuto una posizione libera da condizionamenti rispetto alla complicata vicenda della procedura concorsuale che interessa il gruppo Ferrarini. La Flai Cgil, rispetto alla complessa procedura concorsuale, insieme ai suoi delegati sindacali, hanno sempre respinto le pressioni della dirigenza aziendale finalizzate al sostegno del loro progetto industriale che vede come capofila il gruppo Pini. Per la Flai Cgil i Tribunali e poi i creditori devono decidere sulle sorti dei concordati concorrenti; per il futuro occupazionale dei dipendenti, il progetto industriale è ciò su cui esprimeremo un giudizio alla fine del complicato iter legale. La Flai Cgil, in tutti i siti produttivi del gruppo, ha sempre lavorato per mantenere un clima sereno in questo complicato iter giuridico, senza mai “tifare” per nessuna cordata.
Il gesto della Ferrarini rappresenta il tentativo di comprimere e reprimere la libertà e la democrazia nei luoghi di lavoro, di cui la RSU è la massima espressione, e non può passare inosservato a tutte le forze e istituzioni democratiche del nostro Paese.
Un gesto che chiede giustizia e per cui la Flai Cgil non farà mancare il suo supporto sia a Nicola che a tutti gli iscritti e attivisti.
Il Comitato Direttivo della Flai Cgil dell’Emilia-Romagna esprime solidarietà e vicinanza al delegato licenziato e a tutti i nostri iscritti ed attivisti che non si prestano ad imposizioni e condizionamenti da parte di chi intende fare impresa con metodi ottocenteschi“.
Da qui l’atto ispettivo presentato oggi da Amico, che ricorda come «la Regione si sia impegnata nella stipula e nell’attuazione del Patto per il lavoro e del Patto per il lavoro e il clima. Un impegno che ha sempre presupposto un principio di reciprocità tra le parti, promuovendo ambiti di concertazione che portino il territorio regionale a un’occupazione di qualità, possibile solo attraverso condizioni contrattuali e salariali eque, e un clima di relazioni positivo con i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali. Per questo sollecito l’interessamento della Regione al caso Ferrarini – conclude il consigliere – a maggior ragione visto che la proprietà dell’azienda ha espresso per diverso tempo la vicepresidenza di Confindustria, che figura tra i firmatari del Patto al pari delle sigle sindacali».