dal Comitato Salviamo le Cicogne
3/10/2015 – “Il Comitato “Salviamo Le Cicogne” esprime la propria indignazione riguardo la bocciatura della mozione a favore del Punto Nascite del Sant’Anna da parte del PD reggiano, nel consiglio comunale del 28 settembre 2015.
Il territorio della montagna è molto vasto. Agli amministratori dovrebbe stare a cuore garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità, in ogni settore, e non creare una distinzione tra cittadini di ‘serie A’, ovvero chi vive in città e zone limitrofe, e cittadini di ‘serie B’, ovvero chi si trova o sceglie di vivere in luoghi più disagiati dal punto di vista della logistica e dei servizi. Il presidio ospedaliero di Castelnovo è di fondamentale importanza per tutto l’Appennino, che va ben oltre quei 45 km calcolabili tra il capoluogo montano e la città.
Riteniamo che una scampagnata dalla città alla montagna o un viaggio verso la montagna, o viceversa la città, per una cena in compagnia, non sia assolutamente equiparabile alla corsa di un’ambulanza con a bordo una donna partoriente, soprattutto su strade non lineari come quelle di montagna, e in particolare in certi periodi dell’anno caratterizzati da forti piogge, nevicate e ghiaccio, che possono intralciare il percorso, rallentandolo notevolmente e rendendolo pericoloso.
Ci sembra quindi una ‘presa per i fondelli’ la frase del vice-sindaco di Reggio Emilia, Matteo Sassi, espressa durante il medesimo Consiglio: “Se tu ti fai la strada Reggio Castelnovo per andare a cena la sera d’estate, non ti fai la stessa strada per portare tua moglie a partorire?”.
Rispetto all’altra sua dichiarazione: “Ci sono persone che invece vivono da una vita in montagna, ma che magari non hanno avuto gli strumenti innanzitutto culturali e formativi per avere informazioni corrette e che vengono irretite in questo dibattito”, vorremmo sottolineare il fatto che un amministratore pubblico non dovrebbe permettersi di esprimere pareri del tutto personali e anche offensivi, non confermati, tra l’altro, da dati oggettivi, con tale leggerezza riguardo una parte della cittadinanza della Provincia. La popolazione della montagna è sufficientemente istruita, nel territorio è elevata la presenza di laureati di persone che si spostano per motivi lavorativi, e, al giorno d’oggi, l’informazione è alla portata di tutti con un click, grazie a Internet e alla globalizzazione.
Noi membri del Comitato ci siamo sentiti chiamati direttamente in causa. Pur non essendo specialisti del settore, quando abbiamo deciso di creare il Comitato e lanciare la nostra campagna di raccolta firme e sensibilizzazione, abbiamo parallelamente iniziato ad informarci sulla situazione del reparto, sulla sicurezza e le leggi vigenti, consultando vari medici e infermieri.
Oltre all’integrazione che lo stesso Nicolini ha realizzato nel 2013 tra Sant’Anna e Santa Maria per salvaguardare il reparto, garantendo la massima sicurezza per le gestanti, e che poi ha portato come modello anche a Roma, Castelnovo Monti, pur non essendo dotato di un reparto di neonatologia, come d’altronde tutti gli altri Punti Nascite in provincia, vanta la presenza di fior fior di professionisti, in grado di praticare la rianimazione neonatale per la messa in sicurezza del neonato e con provata esperienza.
In quanto rappresentanti di tutti i cittadini che ci hanno appoggiato e dato fiducia firmando le nostre petizioni e presiedendo ai nostri eventi, chiediamo che questo argomento venga affrontato con la dovuta cura, serietà e onestà, dal momento che si tratta di servizi indispensabili per tutta la popolazione dell’Appennino e anche per la sopravvivenza dell’Appennino stesso.
Ci chiediamo, poi: gli amministratori che c’erano nel 2010, quando è uscita la famosa delibera regionale, da Marconi, ex-primo cittadino di Castelnovo, assieme a tutti gli altri sindaci della montagna di allora, alla ex-presidente della Provincia, Sonia Masini, all’attuale senatrice Leana Pignedoli, dov’erano e cosa stanno facendo, in concreto, ora? Riteniamo che tutti gli amministratori del territorio debbano lavorare per salvaguardare il loro territorio e i servizi ivi presenti. Ci sembra un atto dovuto ai cittadini che li hanno eletti e hanno permesso loro di rivestire le attuali cariche. Facciamo un appello perché si diano da fare, affinché non risultino poi corresponsabili della perdita di un servizio così fondamentale e necessario. Il taglio del Punto Nascite è senz’altro il primo di una lunga serie che riguarderà il nostro presidio ospedaliero e porterà al suo totale smantellamento”. Il Comitato “Salviamo Le Cicogne”
Alessandro Raniero Davoli
04/10/2015 alle 14:04
Tempi e chilometri, dai comuni della nostra montagna all’arcispedale Santa Maria Nuova, Viale Risorgimento 80, Reggio Emilia:
1) Ramiseto centro, percorrenza senza traffico 1 ora e 2 minuti, SS63 Km 54,8.
2) Busana, percorrenza senza traffico 58 minuti, SS63 Km 53,3.
3) Collagna, percorrenza senza traffico 1 ora e 6 minuti, SS63 Km 60.
4) Ligonchio, percorrenza senza traffico 1 ora e 17 minuti, SS63 Km 66,8.
5) Vetto, percorrenza senza traffico 44 minuti, Sp. 513 Km 42,2.
6) Castelnovo Monti, percorrenza senza traffico 43 minuti, SS63 Km 39,7.
7) Villaminozzo, percorrenza senza traffico 51 minuti, SS63 Km 47,7.
8) Toano, percorrenza senza traffico 53 minuti, Sp. 486R Km 56,8, percorrenza senza traffico 1 ora, SS63 Km 50,5.
9) Baiso, percorrenza senza traffico 35 minuti, Sp. 7 Km 30,1.
In caso di forte traffico, di lavori lungo la carreggiata, di maltempo, nebbia, pioggia e soprattutto neve, i tempi si allungano considerevolmente. Si deve poi considerare che se la partoriente abita in una delle frazioni più lontane, i tempi calcolati, per difetto, sono questi:
– Varvilla (Succiso nuovo) percorrenza senza traffico 1 ora e 46 minuti, Sp. 665 Km 78,9. Con neve, anche 2 ore e 20 minuti circa.
– Cerreto Laghi, percorrenza senza traffico 1 ora e 30 minuti, SS63 Km 72,9. Con neve 2 ore e 10 minuti circa.
– Valbona, percorrenza senza traffico 1 ora e 24 minuti, SS63 Km 64,8. Con neve 2 ore circa.
Fonte Google maps, calcolo percorrenza con auto, ore 04:16 del 4 ottobre 2015.
Il lettore arriva da solo a capire cosa può significare per una donna in travaglio, e per il bambino in arrivo, stare dentro un’auto o un’ambulanza, su strade di montagna sino a oltre due ore, prima di arrivare davanti all’Ospedale Santa Maria.
Un saluto a tutti i montanari e al Comitato le Cicogne, non mollare !!!
Alessandro Raniero Davoli.