[[ Resort Garda, mazzata per Coopsette. La Cassazione cancella il dissequestro

di Pierluigi Ghiggini

31 gennaio 2014 – «Restiamo fiduciosi: la correttezza dell’agire di Coopsette e della società partecipata Campione del Garda Spa sarà nuovamente confermata. Auspichiamo che la procedura giudiziale che sta interessando il borgo di Campione del Garda possa concludersi in tempi rapidi, per consentirci di potere ritornare con maggiore serenità al lavoro per un futuro turistico dell’area».

Ostentano sicurezza e una buona dose di sangue freddo Fabrizio Davoli e Fabrizio Vezzani, presidenti rispettivamente di Coopsette di Ccastelnovo Sotto e della controllata Campione del Garda Spa.

La dichiarazione si riferisce alla doccia fredda arrivata in queste ore dalla Cassazione, che ha respinto l’istanza di dissequestro del complesso turistico costruito in comune di Tremosine, sul Lago di Garda, in un’area di pregio fronte lago, su cui un tempo sorgevano attività industriale.

Sul resort, circa trecento immobili su 14 ettari, in parte già venduti, e un porticciolo, è in corso un’inchiesta per presunti abusi edilizi della pm Silvia Bonardi della procura di Brescia. Il 3 agosto il Tribunale del Riesame aveva disposto il dissequestro del complesso, ma ieri la Cassazione ha accolto il ricorso della pm Bonardi. Tuttavia, a quanto si apprende, il resort tornerà sotto sequestro solo dopo un nuovo pronunciamento del tribunale del Riesame.

Nell’inchiesta per abusi edilizi sono indagate ben venti persone tra cui cui il presidente di Coopsette Fabrizio Davoli e il suo predecessore Donato Fontanesi. Davoli e Vezzani osservano che la procura di Brescia aveva presentato ricorso in Cassazione lamentando un difetto di motivazione nel provvedimento del Riesame, pertanto «è ragionevole ritenere che la Suprema Corte abbia disposto il rinvio perchè il tribunale di Brescia possa motivare la sua decisione in modo più articolato».

Resta il fatto che dalla vicenda della mega struttura turistica sul Garda dipenderanno almeno in parte le sorti del colosso cooperativo di Castelnovo Sotto, tornato in bonis dopo il concordato in continuità, con un impegnativo piano di rientro dai debiti con banche e fornitori. A ciò si aggiungono le incertezze legate al cantiere Tav di Firenze, anch’esso sotto inchiesta con decine di indagati, fra cui numerosi dirigenti Coopsette. Per questo il clima in azienda è tornato cupo: l’auspicio di Davoli per il ritorno a una “maggiore serenità” conferma che la fine del tunnel è ancora lontana.

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