Sto seguendo la discussione di questi giorni sulla normativa regionale per la regolamentazione dei mercatini del riuso.
Io sono rimasta sbigottita leggendo su un articolo che si ipotizza che gli espositori guadagnino mediamente 200 ogni volta. Mi sembra di vivere in un altro mondo. Mi chiedo dov’ero io fino ad ora, perché una cifra così non l’ho mai vista (dico la cifra media): forse c’è chi realizza 350, che fa media coi miei 50, e allora sì che capisco: basta ragionarci, sulle cose!
Non so se ci siano espositori che raggiungono 200 Euro o più ogni volta, se è così sono contenta per loro, e capisco che possano permettersi di pagare 200 Euro l’anno.
Io lavoro. Solo occasionalmente, da qualche anno, partecipo come espositore ad alcuni mercatini del riuso (6-8 all’anno). Mi diverto, passo un po’ di tempo con mia madre che ha 85 anni ed è felice quando porta a casa qualcosa che le consente di arrotondare la sua pensione minima con cui fa fatica a vivere. Io, se ricavo qualcosa, lo spendo (non resisto a certi oggettini di una volta!), e amen.
Di norma “ricavo” una cifra che va dai 10-15 Euro (quando va male), ai 50-70 Euro (quando va meglio). Solo un paio di volte negli anni scorsi ho realizzato un introito superiore a 100 Euro (122 una volta nel 2010 e 158 una volta a Re Mida nel 2011). Si consideri che per Re Mida la piazzola costa 50 Euro. Nel 2012 a Re Mida, la pioggia e il sisma hanno causato il fallimento dell’iniziativa (e i 50 Euro sono “andati”).
Sto partecipando a “Commercanti per un giorno”.
Per 4 iniziative ho speso 200 Euro di iscrizione.
In aprile sono andata a casa con 12 Euro (non era stato pubblicizzato, i visitatori spendevano 7 Euro per entrare, ecc., per cui è andato male). In settembre ho realizzato 38 Euro (ma ho anche subito un furto del valore di circa 30 Euro). Il 20 ottobre scorso ho portato a casa ben 50 Euro.
Il prossimo sarà il 1° dicembre e solo per recuperare la spesa di iscrizione dovrei realizzare 100 Euro. Se non sarà così, come temo, vorrà dire che ci avrò rimesso denaro, oltre alle giornate, alle levatacce, alla benzina, alle code d’attesa e alla fatica fisica di scaricare, disporre, ricaricare.
Fortunatamente, essendo al coperto, almeno in questo caso ci si risparmia dal patire freddo o caldo o dal prendere l’acqua, magari rovinando in parte la merce. Non si risparmia però la spesa della piazzola e neppure quella della benzina, oggi tutt’altro che irrilevante.
A me piace passare una giornata diversa acquistando, vendendo, scambiando cose che usavano in passato, accessori inutilizzati, oggetti curiosi. Mi piace anche quando il gioco non vale la candela. Sarà per me un dispiacere dovervi rinunciare. Credo si comprenda che non sapere se si copriranno le spese è un conto, ma pagare con la certezza di rimetterci, beh, è un altro.
Dovrò cercare un modo diverso di passare il tempo. Pazienza. Peraltro, pensandoci bene, credo che in Lombardia una normativa di questo tipo non sia prevista e alcuni comuni del mantovano, ad esempio, non sono tanto più lontani di Gualtieri o Brescello o Cervarezza.
Qualche domanda mi resta in testa anche sul chi e come “vista” il tesserino rispetto al vincolo numerico annuale di mercatini. Spero non si debba andare in Comune alle 6 a fare la fila (pagando straordinari di domenica agli impiegati comunali). Ma allora significa che sono gli organizzatori a “vistare” la tessera? Come mai mi si sta insinuando il dubbio che alcuni riusciranno a non farsela “vistare”, magari con la scusa che l’hanno dimenticata, o dicendo “metto giù la merce poi passo con la tessera per il timbro” e chi s’è visto s’è visto? Insomma, si pensa di riuscire a garantire equità in questa faccenda? Avendo conoscenza diretta di alcuni atteggiamenti assai approssimativi, direi “untantoalbraccisti”, qualche timore ce l’ho…
Io comprendo bene che questa crisi metta tutti a dura prova, capisco che i commercianti debbano prendersela con qualcuno, ma credo sia sbagliato prendersela con chi fa i mercatini del riuso. L’utenza è diversa. Non è colpa di chi vende un cuscino usato a 1 Euro, se loro non vendono il cuscino nuovo a 10 Euro (con o senza scontrino).
Ma ritengo che un controllo su chi ai mercatini del riuso vende cose nuove, lucra, e realizza in realtà un commercio illecito, questo vada fatto. Ai mercatini ci sono anche espositori disonesti, e questi vanno fermati, non tanto facendo loro pagare di più, che magari possono permetterselo (forse sono loro che hanno i grossi introiti?), bensì scovandoli e impedendo loro di partecipare, in quanto lontani mille miglia dallo spirito dello scambio e del recupero.
Maria Teresa Pantani
Nicola
09/09/2014 alle 08:45
Allora rispondo un po’ alla signora Maria, in certe cose che hi scritto hai ragione , il mercatino deve essere solo x cose usate non merce nuova come tanti espongono borse , bigiotteria comprata dai cinesi a poco prezzo. Poi un’altra cosa io ritengo giusto chi ha un lavoro non deve fare questi mercatini…io sono a casa da 3anni ,ho iniziato da poco sto vendendo roba mia da casa purtroppo con gran dispiacere ma devo tirare avanti visto he lo sotto non passa una lira che ho 60 anni e non posso andare in pensione .comunque ritornando all’argumeno ci sono esempio marito e molie che lavorano in banca e anche loro hanno un banco dell’usato non e giusto. Poi le cifre variano io una volta sono tornato casa con 12 euro 5spesi x il posto metti la benzina quindi zero , pero ho fatto nuove conoscenze e amici.Nicola.
maurizio
02/04/2015 alle 22:25
puoi fare il riuso facendoti dare dai organizzatori che ti faranno compilare una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà con cui gli articoli usati che hai detto di avere fa parte del riuso . Ciao da maurizio
claudio
05/01/2017 alle 17:51
Sicuramente c’è in atto una speculazione, come al solito, per alleggerire il portafoglio a chi ne ha già pochi. Alcune associazioni chiedono dai 30 ai 45 euro per un giorno e sinceramente sono fuori di testa. Sono concorde con il fatto che la roba che vendi ha un valore che va da 1 euro a 10 euro (molto raro) e che quando hai venduto per 50-100 euro al massimo (ma proprio quando va bene) hai fatto giornata. Ma poi da questi ci tiri vie le spese e ti rimarrà si e no 20 euro, che poi questi te li mangi quando non vendi niente o poco. Mi tengo la roba in cantina se devo stare un giorno intero solo per dare a queste associazioni il gusto di mettertelo nel fondoschiena e farsi la giornata sulla mia pelle
SIMONE
30/10/2014 alle 12:27
salve a tutti sono un ragazzo di 32 anni rimasto a piedi con il lavoro per un motivo a molti noto (la crisi)purtroppo ho avuto 2 lutti negli ultimi mesi e mi ritrovo con il garage pieno di roba degli anni 40 50 60 anche cose molto costose vorrei sapere cosa serve per vendere questi oggetti in un mercatino non il solito mercatino dell’usato che ti prendono le cose in conto vendita ma di persona con un banco premetto che sono stato in comune per fare il tesserino da hobbista ma non lo possso fare perché devo dichiarare di vendere solo cose da me prodotte allora mi chiedo cosa devo fare e chi sentire se qualcuno mi da una mano ne sarei vermente contento grazie
Andrea
22/09/2015 alle 03:35
Salve a tutti.
inizio subito con porre una domanda; se una persona nel corso della sua esistenza ha accumulato materiale di vario genere sia come collezzionista oppure come ex negoziante o materiale di famiglia,abbia si o no il diritto di vendere tale materiale (che già ha avuto un percorso legale di scambio) e per necessità o no,voglia rimonetizzare.
Esempio:Se ho collezzionato francobolli o monete o quadri o sottobicchieri o qualsiasi oggetto comperato o ereditato, oggi per venderlo devo aprire la partita IVA?
Se invece avessi investito il mio denaro in un appartamento o più, anche in questo caso devo aprire la partita IVA?
Per vendere devo rivolgermi a negozianti che stabiliscono la somma che vogliono, ho rivolgermi ai franciasing che si prendono quasi la metà del valore che loro decidono.
Perchè non posso vendere personalmente le mie proprietà. Lo stato stabilirà quale percentuale alla fine sottrarmi su eventuale somma realizzata.
Ricordo volentieri quando si comprava un oggetto che valeva poche lire (prima dell’euro) o milioni di lire, secondo delle possibilità di chi comprava,era per investire denaro e all’occorrenza rimonetizzare,con spesso rivalutazioni anche importanti.
Quale legge ci vieta di guadagnare su un investimento.
Se si guadagna sulle azioni bisogna aprire la partita IVA?
Per non parlare dei molti negozianti che prima di essere regolari hanno venduto senza licenza e spesso senza emettere nessuna ricevuta fiscale,ora sono i paladini di quella giustizia molto spesso da loro elusa.
Se mancano leggi che regolamentano il settore è giusto provvedere.
Basterebbe l’obbligo di elencare per descrizione scritta e fotograficam il materiale in possesso,ed eventuale valore sul quale pagare un tributo al comune, stabilendo nell’elenco un valore serio e se venduto anche sotto di esso, il tributo sia stabilito sul minimo.
Esaurito l’elenco finito il diritto di vendere senza partita IVA.
L’elenco forografico sarebbe utile anche per i commercianti che spesso elencano sommariamente una cosa. Esempio: comò tre cassetti in legno, venduto senza ricevuta viene sostituito con altro comò.
Non voglio polemizzare sul come comportarsi nella vita, non sono adatto per farlo, voglio solo che si smetta di essere ipocriti ed esigere correttezza dagli altri e non da noi stessi.
milli
22/07/2017 alle 14:38
ho 61 anni e faccio il mercatino perchè alla mia età nessuno mi assume e con mio marito che percepisce un assegno sociale mensile proprio non so dove sbattere la testa. per il sacrificio che faccio ricavo a malapena le spese qualche volta incasso qualcosa come dai 50 ai 70 euro ma togli la benzina la colazione ed il costo della merce che acquisti rimane ben poco.se pensate che ci alziamo la mattina prima delle 5 e ritorniamo a casa verso le 20 c’è da stare proprio allegri, ma siccome io sono italiana e non mi aiuta nessuno continuo finchè riesco perchè anche quei pochi spiccioli fanno comodo