di Pierluigi Ghiggini
25/1/2016 – “Resta il fatto che la moglie del sindaco Vecchi proviene da famiglia originaria di Cutro, e dunque, sia una persona che conosce molto bene le situazioni, e dovrebbe spingere (lei e il sindaco ) a una maggiore prudenza”. Lo scrive Franco Corradini in una riflessione pubblicata sulla pagina Facebook di Porto Franco, l’associazione civica costituita dall’ex assessore delle giunte Delrio e Ferrari. Corradini fu cacciato a forza dall’esecutivo cittadino per aver contrastato Luca Vecchi alle primarie del Pd del 2014. Gli fecero pagare anche la sua posizione divergente sul cantiere del Park Vittoria, da lui definito come un grave errore, e dovette subire non pochi colpi bassi: non ultimi il “giallo” dei presunti compensi a immigrati che votarono alle primarie, e la telefonata del poliziotto Mesiano (all’epoca autista dell’ex Questore di Reggio Emilia, e oggi imputato nel processo Aemilia) con la qeale “consigliò” gli esponenti della comunità albanese di Reggio di astenersi dal propaganda per Corradini, alle primarie per la scelta del candidato sindaco del Pd.
L’ex assessore oggi scrive: “Ci è stato detto , soprattutto da Enzo Ciconte, della capacità della ndrangheta di vendere e acquistare case e immobili a chiunque. Trova dunque conferma in questo caso ciò che già accede a Fabbrico con l’episodio che coinvolse l’allora segretario provinciale del Pd. Pertanto CHI RIVESTE ruoli politici e amministrativi ha responsabilità precise alle quali non si può sottrarre: la ndrangheta non è certo quella che si presenta con la coppola, almeno a Reggio Emilia e dunque occorre prestare molta, ma molta attenzione… C’ è stata sicuramente imprudenza che poteva essere evitata, e che espone la città a dei rischi, che rende conto ai cittadini di una certa debolezza o superficialità nel condurre l’amministrazione pubblica. si ponga rimedio rapidamente… Si discuta serenamente di ciò che accade a Reggio Emilia”.
Ma la casa di Masone comprata nel 2012 da Maria Sergio – moglie del sindaco Vecchi e all’epoca onnipotente dirigente dell’urbanistica e dell’edilizia – e su cui il sindaco di Reggio Emilia ha taciuto per un anno, da quando cioà il venditore Francesco Macrì si trova agli arresti domiciliari in attesa di giudizio nel processo Aemilia come presunto prestanome di un investimento di Nicolino Grande Aracri, è un errore, una drammatica sottovalutazione (comunque politicamente inamissibile) o è il segno di qualcosa di più, di relazioni pericolose?
Possono essere illuminanti in proposito alcune affermazioni contenute nella famosa lettera del “corvo” che mise in subbuglio la campagna elettorale del 2014: lettera la cui esistenza fu rivelata proprio da Reggio Report e che conteneva informazioni dettagliate sui presunti rapporti di Maria Sergio con Mesiano e le sue parentele con cutresi entrati a suo tempo nell’indagine Edilpiovra.
Va detto che all’epoca Luca Vecchi e sua moglie presentarono denuncia alla Digos e la lettera (anonima) fu inviata alla Dda di Bologna. Il procuratore Grandinetti affermò che quello scritto non conteneva affermazioni diffamatorie ma, anzi, “notizie interessanti”.
Ecco cosa scriveva il “corvo” nella primavera 2014.
“Sui giornali è comparsa la notizia di un poliziotto, Domenico Mesiano, che ha telefonato al presidente della comunità albanese di Reggio per parlare del sostegno dato alla candidatura di Franco Corradini per la corsa a sindaco nelle primarie del Pd.
Una telefonata che non è mai stata smentita e che, anzi, è al vaglio della procura. Probabilmente l’agente non ha commesso alcun reato, ma perchè ha fatto quella telefonata utilizzando la sua posizione di poliziotto?
Ci sono alcuni punti che gli elettori dovrebbero sapere :
– legame di parentela, seppur lontano e acquisito, tra il poliziotto Domenico Mesiano e il candidato sindaco del Pd Luca Vecchi: il suocero di Mesiano… è cugino di secondo grado della zia acquisito di Maria Sergio che si chiama Pierina Scarpino e che ha sposato Raffaele Turrà, fratello della mamma della Sergio”.
A questo punto il”corvo” entra nei dettagli persino nei rapporti di vicinato tra parenti di Mesiano e parenti stretti di Maria Sergio. Quindi alcune informazioni sulla parentela di Mesiano con Giovanni Vrenna.
“… Particolare preoccupante, visto il ruolo ricoperto da Mesiano in Questura – autista del Questore, quindia conoscenza dei suoi spostamenti e di eventuali riunione anche in Prefettura (e all’epoca il prefetto era antonella de Miro, ndr.) – la parentela con Giovanni Vrenna che è suo cognato nonchè testimone di nozze. Giovanni Vrenna è fratello di Raffaele della Fc Crotone, la locale squadra di calcio, nonchè titolare di imprese che, di fatto, controllano lo smaltimento dei rifiuti nel Crotonese. I fratelli Vrenna sono finiti in un’indagine del 2008 con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso perchè considerati vicini alla cosca Bonaventura-Vrenna-Corigliano. Dopo la condanna in primo grado,èarrivata l’assoluzione in relazione. Tuttavial’attivitàdel Vrenna è stata discussa più volte dalla commissione parlamentare antimafia e recentemente il nome di Raffaele Vrenna è comparso nei servizi di Report del 7 aprile dove viene sottolineato come i fratelli VRenna siano cugini di secondo grado del capo storico della cosca Vrenna, Zù Luigi (il nonno di Raffaele e Giovanni era fratello del nonno di Zù Luigi)”.
Bisogna ricordare a questo punto che pochi mesi dopo la la lettera del corvo, Mesiano è entrato nell’inchiesta Aemilia per le sue relazioni con cutresi arrestati come sospetti ndranghetisti legati in vario modo al clan Grande Aracri e per l’ìavvertimento intimidatorio nei confronti della giornalista Sabrina Pignedoli.
La lettera del corvo si chiudeva con una postilla su presunte “parentele pericolose” nel ramo della famiglia “che riguarda la moglie di Luca Vecchi, Maria Sergio: “La madre di quest’ultima risulta imparentata con Salvatore, Roberto e Giuseppe Turrà. I primi due sono finiti nell’indagine Edilpiovra, Roberto è recentemente stato ferito in una sparatoria dai contorni decisamente incerti. Giuseppe invece è ritenuto l’autista del boss Grande Aracri”.
Concludeva il corvo: “Lotta alla mafia, ma con parentele del genere il futuro sindaco potrà farla?”.
Ma è noto che i parenti uno non può sceglierseli: l’importante è che si sappia in giro.