23/9/2023 – I Carabinieri Forestali di Gualtieri indagano sull’uccisione a colpi di fucile di un falco pellegrino a Poviglio, nella Bassa Reggiana.
La carcassa del raro esemplare, una specie particolarmente protetta, è stata rinvenuta nei primi giorni di settembre in una zona di campagna da un passante che, notando i fori da arma da fuoco sul corpo e sulle ali, ha avvertito le forze dell’ordine.
Il rapace sarebbe stato ammazzato proprio a cavallo dell’apertura della caccia al colombaccio, consentita dal calendario venatorio regionale dell’Emilia-Romagna. Il colombaccio infatti costituisce una delle prede preferite del falco pellegrino, che per questo è considerato da certi cosiddetti umani armati di fucile un elemento di disturbo dell’attività venatoria, finendo spesso illegalmente nel mirino di cacciatori senza scrupoli di selvaggina da piuma o di bracconieri in piena regola.
La Procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo a carico di ignoti. L’istituto zooprofilattico sperimentale di Reggio Emilia, che ha già svolto gli accertamenti sulla carcassa del falco pellegrino, ha confermato che la causa della morte è riconducibile a ferite da arma da fuoco da munizione cosiddetta ‘spezzata’ (pallini), comunemente impiegata per la caccia ai volatili. I reperti balistici estratti dall’esame necroscopico sono stati recuperati dai militari e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria, insieme ad alcune cartucce raccolte nel luogo del ritrovamento e presumibilmente abbandonate dal responsabile della proditoria uccisione. Il quale rischia ora una sanzione penale (fino a due anni di reclusione) oltre che la sospensione, la revoca o l’esclusione definitiva dalla concessione della licenza di porto di fucile per uso caccia.
La Legge sulla protezione della fauna omeoterma vieta infatti l’abbattimento, la cattura o la detenzione di esemplari (vivi o morti) di specie tra cui proprio il falco pellegrino.