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Caso Portanova, insorge la Cgil: “Che messaggio diamo ai giovani?”
De Lucia: “Profondamente sbagliato che giochi a Reggio. I tifosi che protestano hanno ragione”

18/7/2023 – “Ci chiediamo se la scelta di portare a Reggio un giocatore condannato per stupro di gruppo a sei anni con rito abbreviato, seppur in attesa di giudizio definitivo, sia opportuna per la squadra di calcio della nostra città e non sollevi invece interrogativi di merito sul messaggio che rischia di passare”.

Così Elena Strozzi, Segreteria Cgil Reggio Emilia e Barbara Vigilante, Segreteria Spi Cgil Reggio Emilia in merito alla vicenda che ha visto la Reggiana calcio portare tra le file dei suoi giocatori l’ex del Genoa, Manolo Portanova, dopo che lo stesso aveva visto interrompere la propria permanenza nella squadra genovese proprio a seguito della condanna a suo carico.

Manolo Portanova


“Seppur consapevoli che si tratta di una condanna in primo grado e che si devono attendere tutti i gradi di giudizio crediamo sia necessario riflettere su una scelta che per il carico simbolico che porta con se ci appare come mai inopportuna – dicono Strozzi e Vigilante in una nota -. In un momento storico in cui la voce delle donne, il loro di diritto ad autodeterminarsi e a decidere del proprio corpo sono oggetto di narrazioni che le colpevolizzano e di proposte di legge che provano a limitarne le libertà forse acquisire un giocatore già condannato in primo grado per un reato tanto odioso quanto inaccettabile e ora in attesa dei gradi di giudizio successivi non era la scelta migliore. Il calcio e i giocatori sono nel nostro Paese oggetto di ammirazione, modello a cui specialmente i più giovani guardano: forse laddove persistono zone d’ombra su vicende così moralmente inaccettabili non bisognerebbe rischiare di sbagliarsi”.

DE LUCIA: GIUSTA LA PROTESTA DEI TIFOSI

Sul caso Portanova prende posizione anche il consigliere comunale Dario De Lucia: “Ogni anno spendiamo soldi, tempo e energia come Comune per portare messaggi nella comunità contro la violenza sulle donne. Trovo profondamente sbagliato che nella mia città giochi un calciatore condannato a sei anni per violenza sessuale“.

A Reggio Emilia aumentano le vittime, ma anche le loro richieste d’aiuto di donne violentate – scrive De Lucia – Alla Casa delle donne-centro antiviolenza di Reggio Emilia nel 2021 sono state accolte 352 donne di età compresa tra i 30 e i 49 anni, un incremento rispetto al 2020 in cui il numero delle vittime arrivava a 299. Lo stesso risultato compare nei dati dei servizi sociali politerritoriali e anche dai resoconti del pronto soccorso, che in successione testimoniano una crescita dei casi dal 2020 al 2021: da 226 a 239 e da 242 a 286. L’unica cosa a restare invariata è l’identikit del maltrattante: nel 77% dei casi si tratta di uomini italiani, per la maggior parte partner o ex partner della vittima.

Ogni anno spendiamo soldi, tempo e energia come Comune per portare messaggi nella comunità contro la violenza sulle donne. Trovo profondamente sbagliato che nella mia città giochi un calciatore condannato a sei anni per violenza sessuale. Spero che siano solo voci da calciomercato e che non ci sia nulla di definitivo, perché lo sport ha la possibilità e la responsabilità di veicolare bellissimi messaggi, soprattutto tra le giovani generazioni, tra questi sicuramente c’é quello di fare il tifo del principio che le donne si amano e rispettano.

E’ positiva la protesta di una parte della tifoseria granata, perché è una chiara testimonianza di una presa di coscienza su un tema importante della violenza sulle donne su cui non si può minimizzare o giustificare neanche se parliamo di un calciatore. 

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