10/7/2023 – Il Comune di Reggio Emilia ha presentato denuncia al comando provinciale dei Carabinieri per il clamoroso furto scoperto qualche giorno fa, il 6 luglio, al palazzo dei Musei. E’ stata la dirigente dei Servizi culturali e direttrice dei Musei Civici, Valentina Galloni, a firmare la denuncia-querela in nome e per conto dell’ente di piazza Prampolini.
Sono spariti otto pezzi della collezione Chierici: il valore venale è modico, non più di qualche centinaio di euro; è invece altissimo quello storico e scientifico. Si tratta di reperti, scavati nell’800 dal grande Gaetano Chierici, richiesti anche per essere esposti in mostre di rilievo internazionale, in Italia e all’estero. “Tale rilievo storico-scientifico è noto a tutta la comunità scientifica di riferimento” sottolinea in una nota il comune di Reggi, aggiungendo che “al momento non si hanno sospetti sull’autore della sottrazione”.
Dalla ricostruzione dei fatti “è emerso che, nel corso di uno dei periodici controlli per inventario svolti dai conservatori dell’istituzione, la teca numero 100 del Museo Gaetano Chierici di Paletnologia presentava una scalfittura nel legno sotto al coperchio, un piccolo segno di effrazione, visibile solo a una osservazione dettagliata. Il coperchio, che era stato chiuso con apposite viti, si poteva ora sollevare facilmente e le viti non c’erano più“. Un furto in cui appare evidente la mano di qualche esperto, a conoscenza del valore scientifico dei reperti.
Dall’ulteriore controllo “si accertava la mancanza di otto reperti, provenienti dal sito della necropoli eneolitica di Remedello Sotto (Brescia) di epoca compresa tra i 5400 e i 4500 anni fa“.
Si tratta di oggetti di piccole o piccolissime dimensioni, “di lunghezza massima non superiore agli 11,95 centimetri e minima di 3,52 centimetri; di larghezza tra i 2 e i 5 centimetri; lo spessore è di qualche millimetro fino a un massimo di 1,75 centimetri”.
I reperti scomparsi sono
Gli oggetti asportati sono stati individuati e selezionati in base al loro valore scientifico; della sottrazione – precisa il Comune – è stata informata la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e delle province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Un furto in cui appare evidente la mano di qualche esperto, a conoscenza del valore scientifico dei reperti.
“Il Palazzo dei Musei è dotato di un sistema di allarme e di personale di sorveglianza all’apertura e chiusura dell’edificio, non è invece dotato di un sistema di telecamere interno. Sono in corso azioni per implementare la protezione dell’immobile”.