1/7/2023 – Cosa c’è dietro, e che significato ha il “giuramento” di Paolo Bellini, condannato in primo grado all’ergastolo per la strage di Bologna, e ora portato in carcere a Spoleto per presunte minacce alla ex-moglie Maurizia Bonini, all’ex presidente del Tribunale di Bologna Francesco Caruso e a suo figlio diplomatico in Brasile? In realtà di tale giuramento (che ha suscitato l’interesse, condito di mistero, dei media nazionali dopo la diffusione delle intercettazioni in casa di Bellini) l’ex primula nera reggiana ha parlato in modo circostanziato per la prima volta nell’intervista video fiume concessa nel 2022 a Gian Paolo Pelizzaro, Gabriele Paradisi e al direttore di Reggio Report Pierluigi Ghiggini.
Intervista tuttora disponibile, visibile e scaricabile dalla home page di Reggio Report (QUI IL LINK PER SCARICARE I VARI CAPITOLI, sopra invece il capitolo in cui Bellini rivela appunto del giuramento avvenuto tra la fine del 1979 e l’inizio del 1980 al santuario della Madonna di Pietralba, il luogo dio pellegrinaggio cattolico più importante dell’Altro Adige).
Giuramento, ha raccontato Bellini nell’intervista, avvenuto come una sorta di affiliazione a un gruppo riservato, voluto dall’allora segretario delle Dc Piccoli, incaricato di una trattativa diretta a ricucire il Lodo Moro dopo le minacce dell’Fplp di George Habbash di rappresaglie sanguinose dopo l’arresto del suo dirigente in Italia Abu Anzeh Saleh per gli ordigni destinati ai palestinesi e sequestrati nel 1979 ad Ortona.
A fare il punto su questa storia, sul “giuramento” e sull’intervista video lanciata l’estate scorsa da Reggio Report è oggi Gabriele Paradisi, autore con Pelizzaro e Ghiggini della stessa intervista, in una dichiarazione rilasciata all’AdnKronos.
PARADISI: DIETRO IL GIURAMENTO DI BELLINI LA MISSIONE DI UNA TRATTATIVA POLITICA CON L’ FPLP DI GEORGE HABBASH
“Dietro il ‘giuramento’ di Paolo Bellini, c’è solo la sua ”affiliazione ad un gruppo di lavoro” con ”la missione di una trattativa politica con l’Fplp”, l’ala estremista palestinese, dopo la rottura del cosiddetto Lodo Moro”. Con questa precisazione Gabriele Paradisi, giornalista e scrittore, coautore del libro ”Dossier strage di Bologna. La pista segreta”, sgombra il campo da quelle che definisce ”fantasie” sul ”giuramento” di cui parla Bellini.
Nelle intercettazioni Bellini afferma: ”…io ho sopportato quarant’anni a stare zitto, tutto il fango che mi hanno buttato addosso per quarant’anni, quel gruppo specializzato (…) infamità nei miei confronti e nei confronti di una classe politica particolare, va bene? E non potevo mai contrastarli perché c’era di mezzo un giuramento, va bene?”.
”Queste parole – osserva in proposito Paradisi – pronunciate un Bellini inconsapevole di essere intercettato, sono riportate nella richiesta di misura cautelare della Procura generale della Repubblica di Bologna a cui è seguita un’ordinanza della Corte d’Appello ed il successivo arresto il 29 giugno scorso. Questo ‘giuramento‘ evocato da Bellini ha scatenato le fantasie di molti, che ci hanno visto un patto del silenzio inviolabile su quanto avvenuto a Bologna il 2 agosto 1980.
Ora, Gian Paolo Pelizzaro, il sottoscritto e il direttore di Reggio Report, Pierluigi Ghiggini, realizzammo la scorsa estate una video-intervista fiume, tuttora disponibile e scaricabile dalla home page e dall’archivio del giornale on line, all’ex Avanguardia nazionale”.
”Partendo dalla nostra scoperta – prosegue Paradisi – che il 22 febbraio 1980 Bellini aveva pernottato nello stesso hotel Lembo di Bologna in cui si trovava anche Thomas Kram, membro del gruppo Carlos, esperto di esplosivi, che ritroveremo in città il mattino della strage, avevamo cercato di dare un senso a quella sorprendente ed improbabile coincidenza.
Ed ecco che Bellini rivelò le circostanze di un ‘giuramento’ fatto nel santuario di Pietralba, in Alto Adige, mostrando in video anche il santino con una modifica particolare che gli fu consegnato quel giorno dell’inverno 1980 come una sorta di segno di riconoscimento”.
”Giuramento, disse Bellini, per suggellare la sua ‘affiliazione’ ad un gruppo di lavoro riservato costituito dall’allora segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Flaminio Piccoli, fra l’altro notoriamente devoto alla Madonna di Pietralba, e di cui faceva parte anche l’allora Procuratore capo di Bologna Ugo Sisti, anch’egli trentino, con la missione di una trattativa politica con l’Fplp di George Habbash, l’ala estremista palestinese, che aveva considerato rotto il Lodo Moro con il sequestro di missili a Ortona, nel novembre del 1979, il successivo arresto e la condanna, il 25 gennaio del 1980, del responsabile del Fronte per l’Italia Abu Anzeh Saleh”.
”L’incontro con Thomas Kram, emissario dei palestinesi – spiega ancora Paradisi -, rientrava dunque, secondo Bellini, nella trattativa segreta per evitare la ritorsione palestinese minacciata ed oggi rilevabile nel primo blocco di documenti del Sismi versati all’Archivio centrale dello Stato. La circostanza che Bellini abbia fatto cenno a questo giuramento non immaginando di essere ascoltato, gioca a favore di una genuinità del suo racconto; racconto che richiede, ovviamente, approfondimenti e riscontri i quali, a nostro avviso, andrebbero e potrebbero essere effettuati nell’ambito del prossimo processo d’Appello che lo riguarderà”, conclude Paradisi.