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Di nuovo tempesta sull’affare Ferrarini
Arrestati in Spagna i fratelli Mario e Piero Pini: accuse di violenza sessuale

3/7/2023 – Nuove nubi si addensano sulla tormentata vicenda della Ferrarini in concordato preventivo. E questa volta è una tempesta in piena regola.

La Guardia Civil spagnola ha arrestato a Binefar, in Aragona, i fratelli Mario e Piero Pini, di 66 e 70 anni, re della bresaola e della macellazione dei maiali, con la grave accusa di presunta violenza sessuale e di altri reati contro i lavoratori e i loro diritti. Lo riportano i media spagnoli (QUI il Diario del Alto Aragon), (QUI El Mundo).

Piero Pini

I fratelli Pini sono titolari del più grande mattatoio d’Europa, il Litera Meat che ha sede a Binefar e occupa circa 1.600 lavoratori. Ma il gruppo Pini controlla anche la storica azienda reggiana di Rivaltella, leader nei prosciutti cotti, come principale finanziatore e socio operativo della cordata alla quale il Tribunale di Reggio Emilia ha assegnato l’azienda in concordato.

Dunque da venerdi i Pini sono sottoposti a carcerazione provvisoria senza possibilità, al momento, di liberazione su cauzione. I due imprenditori, secondo quanto riferito dalla stampa spagnola, sarebbero stati arrestati a seguito di indagini messe in moto dalla denuncia di una presunta vittima della violenza sessuale. Nella giornata di domenica fonti giudiziarie iberiche hanno confermato che gli arrestati di Binefar sono gli imprenditori valtellinesi Mario e Piero Pini (fondatori del gruppo omonimo di Grosotto) portati in carcere da agenti dell’Unità Organica della Polizia Giudiziaria del Comando della Guardia Civile di Huesca.

Il mattatoio Litera Meat del gruppo Pini a Binefar

“La Benemérita de Huesca – così riferisce il Diario del Alto Aragon – ha anche precisato che i risultati delle indagini dall’Unità organica della polizia giudiziaria sono stati consegnati, insieme ai detenuti, al tribunale di Monzón che ha disposto l’ingresso in carcere dei fratelli Pini, proprietari del mattatoio Litera Meat”.

La stampa iberica coglie inoltre l’occasione per tornare sui vecchi e grossi guai di natura fiscale di Piero Pini in Ungheria e in Polonia. Guai che per altro non hanno impedito ai grandi macellatori e produttori di bresaola, di accaparrarsi Ferrarini spa guidando una cordata che comprende anche come azionista e finanziatore la Amco, bad bank del ministero delle Finanze.

Ma ora la situazione appare diversa, e oltremodo delicata, sempre che non cadano rapidamente le gravi accuse a carico di Mario e Piero Pini.

A questo punto dovrebbe pronunciarsi il commissario del concordato, dottor Bartoli, sulla sussistenza o meno delle condizioni di permanenza del gruppo Pini alla guida del gruppo di Rivaltella. L’ultima parola, comunque spetterà al giudice di Reggio Emilia.

3/7/2023 – Nuove nubi si addensano sulla tormentata vicenda della Ferrarini in concordato preventivo. E questa volta è una tempesta in piena regola.

La Guardia Civil spagnola ha arrestato a Binefar, in Aragona, i fratelli Mario e Piero Pini, di 66 e 70 anni, re della bresaola e della macellazione dei maiali, con la grave accusa di presunta violenza sessuale e di altri reati contro i lavoratori e i loro diritti. Lo riportano i media spagnoli (QUI il Diario del Alto Aragon), (QUI El Mundo).

Piero Pini

I fratelli Pini sono titolari del più grande mattatoio d’Europa, il Litera Meat che ha sede a Binefar e occupa circa 1.600 lavoratori. Ma il gruppo Pini controlla anche la storica azienda reggiana di Rivaltella, leader nei prosciutti cotti, come principale finanziatore e socio operativo della cordata alla quale il Tribunale di Reggio Emilia ha assegnato l’azienda in concordato.

Dunque da venerdi i Pini sono sottoposti a carcerazione provvisoria senza possibilità, al momento, di liberazione su cauzione. I due imprenditori, secondo quanto riferito dalla stampa spagnola, sarebbero stati arrestati a seguito di indagini messe in moto dalla denuncia di una presunta vittima della violenza sessuale. Nella giornata di domenica fonti giudiziarie iberiche hanno confermato che gli arrestati di Binefar sono i fratelli Mario e Piero Pini, originari del Piemonte, portati in carcere da agenti dell’Unità Organica della Polizia Giudiziaria del Comando della Guardia Civile di Huesca.

Il mattatoio Litera Meat del gruppo Pini a Binefar

“La Benemérita de Huesca – così riferisce il Diario del Alto Aragon – ha anche precisato che i risultati delle indagini dall’Unità organica della polizia giudiziaria sono stati consegnati, insieme ai detenuti, al tribunale di Monzón che ha disposto l’ingresso in carcere dei fratelli Pini, proprietari del mattatoio Litera Meat”.

La stampa iberica coglie inoltre l’occasione per tornare sui vecchi e grossi guai di natura fiscale di Piero Pini in Ungheria e in Polonia. Guai che per altro non hanno impedito ai grandi macellatori e produttori di bresaola, di accaparrarsi Ferrarini spa guidando una cordata che comprende anche come azionista e finanziatore la Amco, bad bank del ministero delle Finanze.

Ma ora la situazione appare diversa, e oltremodo delicata, sempre che non cadano rapidamente le gravi accuse a carico di Mario e Piero Pini.

A questo punto dovrebbe pronunciarsi il commissario del concordato, dottor Bartoli, sulla sussistenza o meno delle condizioni di permanenza del gruppo Pini alla guida del gruppo di Rivaltella. L’ultima parola, comunque spetterà al giudice di Reggio Emilia.

FONTI

https://www.diariodelaltoaragon.es/noticias/comarcas/la-litera/2023/07/01/detenidos-binefar-agresion-sexual-pini-litera-meat-1662552-daa.html

https://www.elmundo.es/espana/2023/07/02/64a19b09fdddff76058b4581.html

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6 risposte a Di nuovo tempesta sull’affare Ferrarini
Arrestati in Spagna i fratelli Mario e Piero Pini: accuse di violenza sessuale

  1. Alessandro Rispondi

    03/07/2023 alle 20:18

    Ma la cordata Pini non era stata fortissimamente voluta dalla famiglia Ferrarini?

    E i dipendenti non avevano addirittura marciato e rilasciato interviste a sostegno dei Pini, definendoli santi e benefattori?

    Ed è vero che i dipendenti avevano sfiduciato le vecchie Rsu perché non si erano apertamente schierati a favore della famiglia Pini ma avevano invitato tutti alla prudenza?

    Ma la Cisl e la Uil di Reggio non avevano forse benedetto il piano industriale Pini, o è leggenda ?

    Ma è da paese normale affidare un gruppo industriale così importante come la Ferrarini nelle mani di un imprenditore che era già stato arrestato in Polonia e in Ungheria per reati molto gravi contro i loro stessi dipendenti?

    Chiedo solo, per cortesia, giusto per capire!

    • Patanegra Rispondi

      05/07/2023 alle 01:58

      Sig. Alessandro vedo che lei e i sig.
      Qui sotto presenti,leggete e siete informati solamente di quel che più vi piace e vi pare… L’unico che ha ragione
      È il sig. Che si nomina salamella…
      Cmq di ca…. Te ne sparate aiosa…
      Questi due se andate a leggere giornali di stampa nazionale citano in grassetto che sono si familiari, ma non c’entrano un emerito…. C… Con l’acquisto dell’affaire ferrarini cm chiamate voi…perché non rientrano nella società in causa.
      Quindi prima di parlare a vanvera e dare aria ai denti uno dovrebbe informarsi bene
      Cmq ha fatto bene riprendere queste affermazioni, perché sono convinto che tt I dipendenti che appoggiava o la cordata PINI, ORA CM ORA SONO CONVINTO CHE SIANO DELLO STESSO PARERE DI PRIMA…mi spiace per lei…se fa parte della sigla che non ha nominato e che appoggiava le famose cooperative…. La saluto

  2. Salamelle Rispondi

    04/07/2023 alle 07:08

    La carne è “debole”… come del resto il pd e tutte le sovrastrutture che lo reggono ancora.
    Tutto lardo.

    Futuro vegano per tutti.

  3. L'Eretico Rispondi

    04/07/2023 alle 16:47

    Che strano, due gentiluomini. Molto strano.

  4. Prosciuttelle Rispondi

    04/07/2023 alle 16:50

    Ma che c’entra il PD, Salamelle?? Cos’è, le avanzava un po’ di m… M e l’ha sparacchiata alla c…o sul primo articolo che ha aperto 🤣🤣🤣?

  5. Alessandro Rispondi

    05/07/2023 alle 17:15

    Sig.Patanegra, contenti voi, contenti tutti. A noi creditori basta che Pini paghi. Ma guardi, Pini ha sempre lavorato con le cooperative,per cui il rischio è che sia lui, proprio lui, a mettervele in casa. Del resto pare che da Langhirano non arrivino notizie rassicuranti in tal senso, o sbaglio?

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