22/7/2023 – “Tutte le operazioni di bonifica bellica sono state svolte con regolarità e con tutte le certificazioni necessarie rilasciate da azienda specializzata. E i lavori vengono svolti nel pieno rispetto della norma, che è volta a garantire la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori“. E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa del comune di Reggio emilia in replica al deputato Gianluca Vinci di Fratelli d’italia che ha depositato un’ingterrogazione al governo e ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, ion merito al puntuale rispetto delle prescrizione per la bonifica da ordigni bellici dell’area ex-Reggiane.
La nota peraltro, non è firmata da nessuno: nè dal sindaco Vecchi, nè da assessori o dirigenti. Tuttavia è arrivata dal capo ufficio stampa Mario Gobbi, quindi si presume che abbia l’imprimatur del sindaco.
IL COMUNICATO DI REPLICA ALL’ON. VINCI
“Una precisazione L’on. Vinci confonde lo stato di attuazione, le funzioni e la proprietà di due immobili diversi, ovvero: una cosa è il Capannone 15C a sud del nuovo viale Ramazzini che ospiterà il quarto Polo universitario di Unimore dove si prevede la presenza di circa 1.800 studenti, immobile di proprietà di Stu Reggiane spa in fase di ristrutturazione; altra cosa è la Palazzina M, ossia l’ex palazzina direzionale ubicata lungo via Agosti attualmente di proprietà della Fantuzzi Immobiliare, sulla quale Stu Reggiane, in partenariato con Acer, ha redatto un progetto di fattibilità per la realizzazione di uno studentato da 80 camere, progetto candidato ad uno specifico bando pubblicato dall’allora Miur (ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), il cui esito è ancora in corso di definizione.
Nel merito, si sottolinea che su tutta l’area e su tutti gli immobili interessati dal Programma di rigenerazione urbana dell’Area delle ex Officine meccaniche Reggiane, attuato e in fase di attuazione da parte di Stu Reggiane spa, i lavori vengono svolti nel pieno rispetto della norma, che è volta a garantire la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori.
In fase di progettazione – in particolare in fase di redazione del Piano della sicurezza e coordinamento – il Coordinatore della Sicurezza, in accordo con la committenza, redige una analisi dei rischi per i lavoratori derivanti dalla esecuzione delle opere, tra cui possono essere ricompresi, qualora lo rilevino analisi storico-documentali o strumentali (queste ultime solo ove possibile) anche i rischi di natura bellica.
Nel caso si rilevassero tali rischi, si attiverebbe la procedura di bonifica, finalizzata alla esecuzione dei lavori in sicurezza: una procedura che, in estrema sintesi e vista la particolarità dell’area (area industriale fortemente antropizzata e ad alto rischio ambientale) si articola in tre momenti:
Conclude la nota “Con la bonifica bellica, si provvede pertanto all’attuazione delle modalità operative e delle prescrizioni indicate nel parere vincolante ottenuto in fase di istanza. Al termine delle attività di bonifica, dopo il collaudo da parte degli organi del Ministero, viene rilasciato il certificato di avvenuta bonifica bellica.
La documentazione fornita dalla società Fantuzzi, citata dall’on. Vinci assieme ad altri documenti recuperati negli archivi storici, vengono pertanto utilizzati ai soli fini di redigere la valutazione del rischio bellico rispetto alle attività da svolgere.
Ribadiamo quindi che tutte le operazioni di bonifica bellica sono state svolte con regolarità e con tutte le certificazioni necessarie rilasciate da azienda specializzata”.