6/7/2023 – Venerdì 7 luglio 2023 Reggio Emilia ricorda i Martiri del 7 Luglio 1960.
Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli, caddero 63 anni fa sotto il fuoco della polizia durante la manifestazione proclamata dalla Cgil contro il governo Tambroni. I fatti del 7 Luglio hanno segnato per sempre la vita politica, la cultura e lo “spirito” stesso della città di Reggio Emilia.
Alla celebrazione interviene quest’anno la giornalista e scrittrice Lucia Annunziata, che nei giorni scorsi si è dimessa dalla Rai al pari di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto e Bianca Berlinguer.
La celebrazione è copme sempre promossa da Comune di Reggio Emilia, Provincia, Cgil, Cisl e Uil, Anpi, Alpi-Apc, Anppia, Istoreco e Comitato democratico e costituzionale
Il programma della giornata preve alle 17, al cimitero Monumentale (ingresso da via Beretti) l’omaggio alle tombe dei Caduti da parte dei rappresentanti istituzionali, sindacali e delle associazioni partigiane. Alle ore 17.45, Piazza Martiri 7 Luglio, la deposizione di una corona al cippo dedicato ai Martiri del 7 luglio, alla presenza di gonfaloni e labari, con percorso sulle Pietre d’inciampo in memoria dei Caduti, poste nei cinque punti di piazza Martiri del 7 luglio 1960 dove i giovani dalle Magliette a strisce furono colpiti.
Alle 18, ai Giardini pubblici (piazza della Vittoria) la manifestazione con gli interventi del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, di Elena Carretti vicepresidente della Provincia, di Ettore Farioli figlio di Lauro Farioli, e di Lucia Annunziata.
La giornalista interverrà alle 21,30, negli Orti di Santa Chiara dello Spazio Gerra (dove è allestita una mostra fotografica della Cgil provinciale) a un dibattito su “La Costituzione Italiana fra tentazioni autoritarie e uso politico della storia“, insieme al segretario provinciale della Cgil Cristian Sesena, al politologo Gianfranco Pasquino e allo scrittore Eric Gobetti, autore di “Allora le foibe?” noto per il suo riduzionismo sul massacro e la persecuzione degli italiani in Istria: secondo Gobetti, le “foibe” sarebbero in fondo un pretesto ideologico a puntello del risorgente nazionalismo italico. Tesi fieramente contestata da studiosi e fonti indiscutibili, ma che evidentemente viene sposata dal milieu culturale e politico della sinistra reggiana (vedi le vicende della mancata intitolazione di una via a Norma Cossetto).
Colpisce che il tema dell’ uso politico della storia venga messo al centro di questo anniversario del 7 luglio, naturalmente a senso unico: come se i fatti di Reggio Emilia non siano stati un esempio eclatante di quell’ uso politico e propagandistico.
Nulla può giustificare uno Stato che si avventò contro i suoi cittadini scesi in piazza contro il governo in carica, tuttavia nessuno può negare che quel giorno a Reggio fosse in una situazione pre-insurrezionale, preordinata anche da qualche dirigente politico e sindacale avventurista, che sapeva bene di mandare al macello dei giovani militanti.
Alla luce della piega ideologica imposta alla commemorazione di quest’anno, mette un punto significativo Marco Eboli, esponente storico della destra reggiana, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia e soprattutto figlio di un poliziotto ex partigiano massacrato in un agguato subìto dopo il 7 luglio, nel centro di Reggio, e che per quella aggressione restò cieco tutta la vita.
Afferma Eboli: “Esiste documentazione corposa per affermare con serenità, come scrisse Don Gaetano Incerti, cappellano delle Officine Reggiane, nel suo libro di memorie, che i cinque morti diquel giorno furono la tragica conclusione di una strategia politica del Pci e della Cgil, che aveva organizzato la manifestazione non autorizzata, dalla quale aveva preso le distanze la Cisl. Ritengo doveroso rendere omaggio a chi perse la vita, lo si deve parimenti ai poliziotti e carabinieri che per difendere lo Stato democratico furono feriti e menomati“.
E aggiunge: “Il caso di mio padre Paolo, che prestava servizio il 7 luglio 1960 e che subì dopo poco tempo una aggressione, nel corso di una imboscata in Via Emilia San Pietro, le cui conseguenze furono la cecità totale sino alla morte avvenuta nel 2015, testimoniano che risultano anacronistiche e storicamente false le ricostruzioni di quei fatti nel corso delle annuali celebrazioni istituzionali.
Quest’anno sarà ospite d’onore Lucia Annunziata e senza voler anticipare giudizi conclude Eboli – penso che vi possa essere il rischio di una strumentalizzazione dei tragici fatti del 7 luglio 1960, a fini politici contingenti, con prevedibile attacco al Governo attuale presieduto da Giorgia Meloni. Mi auguro di essere smentito perché non è con le speculazioni politiche che si rende omaggio a quei morti”.
LE ALTRE INIZIATIVE
Giovedì 6 luglio
ore 21, Arena estiva ex Stalloni, proiezione del film ‘I miei sette padri’, alla presenza di Adelmo Cervi e della regista Liviana Davì. Promosso da Arci Reggio Emilia.
Venerdì 7 luglio
Casa Cervi, Gattatico – Sala Genoeffa Cocconi, ore 20,30
Inaugurazione della mostra “7 fotografi per Otello Sarzi’’
Organizzato da Istituto Cervi in collaborazione con Fondazione Famiglia Sarzi, Comune di Gattatico, Bottega Photographica di Boretto
Casa Cervi, Gattatico – ore 21
Inaugurazione della 22^ Edizione del Festival di Resistenza
Saluti della presidente dell’Istituto Alcide Cervi Albertina Soliani e delle Istituzioni
A seguire, ‘PPP Ti presento l’Albania’ di e con Klaus Martini, disegno luci Stefano Bragagnolo, con il sostegno produttivo di Mittelfest.
Organizzato da Istituto Alcide Cervi e Boorea.
Centro sociale Orologio –
Ore 20,30
La Costituzione va applicata e non cambiata.
Iniziativa a ricordo dei fatti del ‘60 con Romeo Guarnieri, Savio Ruggeri e Silvano Franchi.
ore 21.30
Coro Selvatico in concerto. Canzoni della resistenza
Promossi da centro sociale Orologio, Spi Cgil Terza Lega e Cigl
Sabato 8 luglio
ore 18 – Cortile Palazzo Ancini, via Farini 1
Presentazione del libro di Gianfranco Pagliarulo Antifascisti adesso… Perchè non è ancora finita
Con l’autore e Mattia Mariani, promosso da Anpi e Istituto Cervi
Fausto Poli
06/07/2023 alle 23:11
Non vedo come Lucia Annunziata possa dare ” fastidio”. Conviene lavorare di cio’ di cui si sa, senza rompere le uova alla politica che ancora una volta e’ infastidita da chi vuole cambiarla ma non sa come. Scusate ma se tutto cio’ che viene pubblicato ha un peso, allora mi pare giusto rispondere a tono. Buon fine settimana.