19/6/2023 – Questa notte Polizia di Stato di Reggio Emilia, dopo ben 50 minuti di inseguimento fra la città, la Val d’enza e la bassa, è riuscita a bloccare e ad arrestare una pregiudicato di 30 anni che ha tentato volutamente di investire le pattuglie delle Volanti e dei Carabinieri, che lo braccavano. L’uomo, residente a Campegine, è finito in manette con l’accusa di tentato omicidio continuato aggravato e danneggiamento aggravato. Gonfio d’alcol, aveva tentato in piena notte di entrare in casa di una donna che aveva trascorso la serata con lui. Poi alla guida di una Punto si è reso responsabile di manovre da brividi ad alta velocità sulle strade di Reggio, mettendo in pericolo gli altri automobilisti. Da lì è cominciato l’inseguimento.
L’INSEGUIMENTO E L’ARRESTO MINUTO PER MINUTO NEL RAPPORTO DELLA POLIZIA
“Alle ore 2.05 del 18.06.2023 giungeva alla linea del 113 la chiamata da parte di una donna residente in zona Canali a Reggio Emilia che segnalava la presenza di un uomo molesto: voleva a tutti i costi entrare in casa sua. Giunti immediatamente sul posto gli operatori delle Volanti identificavano la donna, una 41enne residente a Reggio Emilia, e individuavano e fermavano l’uomo, un 30enne residente a Campegine, in evidente stato di alterazione psico-fisico dovuto all’abuso di sostanze alcoliche.
La donna affermava di conoscere l’uomo e che avevano trascorso insieme la serata, ma che l’uomo si era mostrato molesto e la donna gli aveva chiesto di allontanarsi. Tuttavia il trentenne aveva insistito per entrare in casa della donna. Gli operatori delle Volanti convincevano l’uomo ad allontanarsi e, dopo aver accertato che la donna non avesse bisogno di assistenza medico-sanitaria, la invitavano a ricontattare la linea di emergenza del 113 se si fosse ripresentato. Intanto sostavano fuori della casa il tempo necessario ad accertarsi che l’uomo si fosse effettivamente allontanato.
Alle successive ore 2,50, una pattuglia delle Volanti si portava nuovamente presso l’indirizzo della donna poiché lui si era ripresentato suonando il campanello a tutto spiano, e chiedendo di entrare. Tuttavia, all’arrivo della Volante l’uomo si era già allontanato.
Nello stesso frangente, un’altra pattuglia delle Volanti transitando in zona, intercettava una Fiat Punto di colore bianco che procedeva manovre azzardate e pericolose. Pertanto, venivano attivati i dispositivi luminosi e sonori di segnalazione al fine di fermare l’autovettura e procedere al controllo , ma l’autista fuggiva a tutta velocità.
Dal controllo della targa della Fiat Punto si accertava che il veicolo era appunto intestato all’uomo ubriaco resosi responsabile delle molestie nella zona di Canali.
La Fiat Punto percorreva diverse vie della città, giungendo poi in via Inghilterra e via Gorizia, effettuava un’inversione contromano in rotonda.
Anche le altre pattuglie delle Volanti si portavano sul posto cercando di intercettare l’autovettura in fuga, e successivamente anche una pattuglia della radiomobile dell’Arma dei Carabinieri si metteva all’inseguimento.
L’autovettura, dopo aver imboccato via Inghilterra, effettuava nuovamente un’inversione imboccando poi via Chopin e, giunto alla rotonda con via Keplero/via Dalmazia, ritornava in direzione via Gorizia.
Nel tragitto di ritorno, alla rotonda Via Keplero/Via Dalmazia una pattuglia delle Volanti provava nuovamente ad intimare l’alt al veicolo in fuga: l’autista, noncurante dell’ordinativo ricevuto, non solo continuava la sua corsa, ma – compiendo una manovra per aggiustare la direzione – accelerava e si dirigeva verso gli operatori per cercare di colpirli. Non riusciva nel suo intento solo per merito delle manovre evasive messe in atto dagli operatori che riuscivano a togliersi in tempo dalla traiettoria.
La Fiat Punto riprendeva la sua fuga cercando di distanziare la Volante posta al suo inseguimento e continuava la sua andatura pericolosa concretizzando così un serio pericolo per gli altri utenti che si vedevano costretti a delle manovre improvvisate e difficili al fine di evitare un impatto con l’auto in fuga.
Giunta alla rotonda di Calerno imboccava via Romero, via Bertona, via Cocconi per poi arrivare nel centro di Campegine, mantenendo la sua pericolosa andatura.
Dopo aver vagato nel centro cittadino, vistosi chiuso dalle pattuglie presenti, imboccava una strada che termina nella zona industriale campeginese: lì si era posizionata una pattuglia dei Carabinieri del NORM di Reggio Emilia. Nonostante la loro presenza, la Fiat Punto continuava la sua marcia dirigendosi verso i due militari costringendoli così a spostarsi dalla sua traiettoria per non essere investiti.
Alle ore 3,55 circa, dopo più di 50 minuti di inseguimento, una delle Volanti, al fine di arrestare la corsa del veicolo in fuga, attivava uno sbarramento di sicurezza, ponendo il veicolo in modo da bloccare la strada con i sistemi sonori e visivi in dotazione in funzione. L’uomo alla guida del veicolo tentava nuovamente di eludere il blocco e investire gli operatori di Polizia, tuttavia la manovra elusiva lo costringeva ad oltrepassare il confine della strada e terminare la sua folle corsa nel campo adiacente la strada.
Terminata la corsa, gli agenti cercavano di far uscire dal veicolo l’autista il quale però, appena ripresa un po’ di lucidità, si aggrappava al volante rifiutando di uscire e reagiva all’arresto scalciando in direzione dei presenti e mettendo in atto atteggiamenti aggressivi. Una volta fatto uscire dal veicolo si accertava che l’uomo alla guida era il 30enne che aveva posto in essere la condotta molesta in zona Canali nel precedente intervento delle 2.05.
“Sebbene non vi fossero evidenti lesioni per l’uomo alla guida, veniva richiesto l’intervento dei sanitari che lo trasportavano in Pronto Soccorso per i controlli di routine.
Al termine dei necessari accertamenti, il 30enne, con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio, nonché per porto di armi e/o oggetti atti ad offendere, veniva tratto in arresto per l’ipotesi di reato di tentato omicidio aggravato continuato (artt. 575 – 576 nr.5 bis – 56 – 81 c.p.) e resistenza a P.U. (art. 337 e 583 quater c.p.) e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa di giudizio. Inoltre, veniva denunciato all’Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di reato di danneggiamento aggravato (artt. 635 e 625 nr. 7 c.p.)
Intrigo
19/06/2023 alle 20:35
Che basterebbe la realta’ per nuovi sceneggiati. Bohhhh, non c’ero ma ci credo.