17/5/2023 – “Ventitrè Giorni”, il libro che Giuseppe Pagliani alla detenzione di un innocente, da lui patita nell’inverno 2015, e al suo destino di vittima politica del processo Aemilia – con una persecuzione durata oltre sette anni – viene presentato a Milano giovedì 18 Maggio, nella cornice del Palazzo delle Stelline (Corso Magenta, 61) , l’antico convento diventato hotel e luogo di cultura, davanti a Santa Maria delle Grazie, la chiesa del Cenacolo Vinciano.
L’ appuntamento è alle 18,45: intervengono con l’autore l’avvocato Asa Peronace, penalista e tributarista del Foro di Milano e il giornalista Roberto Rasia.
In tre settimane dall’uscita, Ventitrè giorni, con un saggio-prefazione di Vittorio Feltri, è già un successo editoriale con migliaia di copie vendute e l’en plein nelle presentazioni di Reggio Emilia, Correggio e non più tardi di lunedì 8 maggio a Scandiano, nella sala convegni dell’hotel Boiardo.
Lì, a parlare di caso-scandalo di portata nazionale, per l’uso politico di un procedimento dell’ antimafia al fine di colpire gli avversari e invece proteggere esponenti del Pd dall’inchiesta, insieme all’avvocato Pagliani era intervenuto il capogruppo di Fratelli ‘Italia alla Camera, Tommaso Foti.
L’onorevole Foti ha parlato senza mezzi termini di “autentiche mascalzonate” nei confronti di Pagliani, un oppositore politico, un osso duro da levare di mezzo: “La mistificazione dell’indagine è stata la prima mascalzonata. Chi non sapeva che Pagliani era un galantuomo? Lo sapevano amici e avversari. L’accusa di voto di scambio è stata l’altra mascalzonata, apparsa subito insostenibile in un’aula giudiziaria. Una vicenda mal gestita sin dall’inizio, ma – ha aggiunto Foti – siamo abituati ai porti delle nebbie soprattutto in Emilia-Romagna, dove non si indaga, e se si indaga lo si fa solo solo nei confronti del centro-destra. Fortunatamente la Cassazione ha chiuso una pagina vergognosa”.
Un’altra, va aggiunto, l’ha chiusa il Csm con la rimozione di Mescolini dalla Procura di Reggio Emilia proprio per la sua contiguità col Partito Democratico. Mentre un nuovo capitolo tutto da scrivere riguarda le rivelazioni contenute nella relazione dell’ex pm Roberto Pennisi alla Procura Generale della Cassazione. Relazione rimasta stranamente congelata per due anni nei cassetti romani, ma che oggi ha messo in moto – come annunciato dal sottosegretario Durigon rispondendo alla Camera a un’interrogazione di Gianluca Vinci (e firmata no dallo stesso Foti con altri venti deputati) – un’ispezione del Ministero alla Dda di Bologna.
UN INCREDIBILE CASO DI MALAGIUSTIZIA
“Il libro Ventitrè Giorni, scritto dall’avvocato reggiano Giuseppe Pagliani, rappresenta la storia personale, politica e giudiziaria di uno degli unici due esponenti politici, entrambi forzisti, coinvolti nel maxi processo Aemilia, svoltosi nel nord Italia per sgominare intrecci ‘ndranghetistici nell’economia e nella società
emiliana.
Il territorio nel quale si è svolta questa indagine è quello compreso tra l’Emilia e la bassa Lombardia.
La vicenda giudiziaria è durata sette anni e mezzo e Giuseppe Pagliani, da consigliere provinciale e comunale prima di Alleanza Nazionale e poi di PDL e Forza Italia, viene travolto da un’indagine che dimentica completamente la parte politica che da sempre governa i territori reggiani ed emiliani.
Nelle pagine di questo libro in modo meticoloso vengono ripercorse le vicende personali di Giuseppe Pagliani e viene raccontato di come una famiglia da sempre benvoluta e conosciuta nei territori locali delle province emiliane, possa subire una tempesta di fango tanto grave quanto calunniosa.
Il libro, oltre al racconto in prima persona del protagonista, è arricchito da numerosi contributi esterni sia di importanti esponenti politici, tra i quali il Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri ed il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti, sia di giornalisti locali e nazionali come Vittorio Feltri oltre agli avvocati difensori che hanno assistito Giuseppe Pagliani nelle interminabili fasi giudiziarie.
L’odissea processuale dell’avv. Giuseppe Pagliani, conclusasi con la piena assoluzione poiché il fatto non sussiste, rappresenta uno dei più incredibili casi di malagiustizia recenti, essendo peraltro, stato oggetto di attenzione nazionale da parte di tutte le principali televisioni e testate giornalistiche nei giorni dell’arresto e della detenzione durata 23 giorni.
Nel libro emergono particolari eclatanti che provano con quale accanimento l’accusa, priva di prove, si sia scagliata contro un’innocente.
L’iter processuale è terminato con un risarcimento di 9.200 Euro, devoluto in beneficenza, per l’ingiusta detenzione: risarcimento ridicolo, tuttavia molto significativo dal punto di vista della completa ragione assolutoria.
Ventitrè giorni è un libro di denuncia di chi ha avuto tutte le condizioni indispensabili per uscire indenne da una tempesta perfetta.
Purtroppo però sono stati gettati alle ortiche sette anni e mezzo di udienze e processi che hanno obbligato l’avvocato Pagliani a dover rinunciare ad un percorso politico, iniziato in giovanissima età, che lo stava lanciando a livello regionale e nazionale”.