22/5/2023 – E’ la nascita di un nuovo movimento contro la malagiustizia, e contro l’uso politico-partitico della magistratura? Forse è presto per dirlo, ma certo spingono in quella direzione il successo di vendite l’interesse che sta suscitando Ventitrè giorni, il libro che Giuseppe Pagliani, avvocato e politico del centro destra ha scritto sulla sua vicenda di innocente messo in galera, infamato ingiustamente come socio della ndrangheta e vittima di una persecuzione politico-giudiziaria durata più di sette anni, sino a quando la Cassazione non ha detto un “basta” totale e definitivo.
Ventitrè giorni è al centro di un incontro dibattito questa sera, martedi 22, a Modena al Caffè Concerto di Piazza Grande, 26 (inizio ore 20,45). Con l’autore intervengono l’avvocato Alessandro Sivelli, uno dei protagonisti della difesa di Pagliani nei lunghi anni della persecuzione, Giuseppe Leonelli direttore del giornale online La Pressa, Andrea Galli ex consigliere regionale di Forza Italia, e il giornalista Roberto Caroli, autore di Ceramicanda, in veste di moderatore.
Fra le altre presentazioni in calendario, spicca quella di Roma, al Senato, il prossimo 13 giugno. Qualche giorno fa, il 18 maggio, Pagliani è andato in trasferta nel cuore di Milano, dove Ventitrè giorni è stato presentato al centro congressi del palazzo delle Stelline, davanti a Santa Maria delle Grazie. all’incontro sono interventi il giornalista Roberto Rasia e l’avvocato tributarista Asa Peronace.
Un dialogo a più voci di quasi due ore, il racconto – come ha detto Rasia – “di una storia incredibile, dove la parola chiave è malagiustizia: dal 1992 si sono contati in Italia ben 56 vittime di errori giudiziari”.
E nel dipanarsi del racconto, Giuseppe Pagliani si è tolto più di un sassolino dalla scarpa. Come sugli errori marchiani compiuti dal pm Mescolini, che gli imputò come aggravante di essere stato un supporter elettorale di Filippi, “quando invece nel 2010 io fui il suo principale avversario”.
O quando Mescolini urlò nella sua requisitoria che un certo giorno avrebbe ricevuto nel suo studio Pasquale Brescia, uno dei vertici della cupola ndranghetista reggiana. “E invece quel giorno, il 3 aprile, ero non con Brescia, ma a Brescia, nella città Leonessa d’Italia, alle 11,30 a incontrare l’avvocato Bottazzi”.
Fatti, errori, pregiudizi, persecuzioni, ai quali per le quali – come ha notato Asa Peronace – il paragone tra la vicenda di Pagliani e il caso Tortora viene spontaneo.
Eppure nonostante le sentenze che hanno demolito il castello di accuse del dottor Mescolini, nonostante la parola finale della Cassazione, la persecuzione non finisce “con il direttore di una tv di proprietà delle cooperative” che continua a spargere ombre e sospetti in modo offensivo, con il Comune di Reggio e la Cgil che hanno continuato a costituirsi parte civile contro Pagliani sino all’ultimo, e poi non hanno neppure chiesto scusa, con l’incredibile silenzio della politica di fronte allo scandalo delle coperture offerte nell’inchiesta Aemilia a esponenti del Pd.
L’Antimafia usata politicamente: ecco l’ultimo scandalo che non avremmo mai voluto vedere, venuto alla luce con i messaggi di Mescolini a Palamara al fine di per ottenere, come poi è avvenuto, la nomina alla Procura di Reggio Emilia.
Pagliani di sassolini se ne leva parecchi. Uno su tutti: “Delrio dice di non conoscere Grande Aracri, il Delrio che ha preso tanti voti dai cutresi e porta i consiglieri cutresi dal Prefetto De Miro a lamentarsi della interdittive. Delrio che va a Cutro in pallegrinaggio al pari di Spaggiari e Filippi, mentre Pagliani non ci va. Però va tutto bene, nessuno conosceva nessuno, mentre io, solo io non potevo non sapere”. In fondo, l’uso politico dell’Antimafia in Aemilia, inchiesta e processo che resteranno comunque nella storia, è tutto qui.
Con la presentazione di Milano, Pagliani ha voluto legare il tour di Ventitrè giorni al sostegno del CAV Buzzi che si occupa di dare aiuto in varie forme alle maternità difficili, indesiderate o inaspettate, sino al primo anno di età del bambino: “Leghiamo gli eventi sfortunati alla beneficenza, le maledizioni respinte vanno legate a cose positive”.