Archivi

Processo appalti pilotati, udienza rovente “Vecchi, mi devi 600 mila euro”
Intercettazioni-choc, Gnoni senza freni
“Delrio ha sistemato tutti i suoi amici”

12/5/2023 – Al processo sugli appalti pilotati al comune di Reggio Emilia con venti imputati a vario titolo tra politici – in carica e non più in carica – professionisti, è andato in onda uno schtech significativo, e sorprendente nella sua brutale schiettezza, sui rapporti di amore-odio che intercorrevano a palazzo Civico tra amministratori, dirigenti e consulenti a proposito di vil denaro.

Come racconta Alessandra Codeluppi sul Carlino Reggio, lo si è gustato, sotto forma di intercettazioni svelate in aula, durante la deposizione del luogotenente della guardia di Finanza Andrea Muscetta, citato come teste dalle pm Valentina Salvi e Giulia Stignani. Intercettazioni ambientali dell’ex potente capo del servizio legale, l’avvocato Santo Gnoni, imputato numero 1 nel rito ordinario del processo appalti, al quale gli inquirenti avevano persino infilato un trojan nello smartphone.

La conversazione è del 6 agosto 2016 e avviene in automobile tra Gnoni e sua moglie. L’avvocato è contrariato e ne ha da dire a carico di Luca Vecchi, all’epoca sindaco da poco più di due anni, e del suo predecessore e poi ministro Graziano Delrio, già “graziato” – stando alle affermazioni dell’ex pm Roberto Pennisi – nell’inchiesta Aemilia.

Luca Vecchi intanto si becca qualche insulto. Quello di Gnoni è uno sfogo in piena regola: “Al sindaco io gli ho detto… guarda sistemami le figl… i figli… no? Ho detto io. E mi dai la metà dei soldi che mi devi dare, 600mila euro, ho detto. Ho detto… centomila euro a figlio non li voglio“.

E continua: “Come ha fatto Delrio… quello ha sistemato tutti gli amici suoi... e i miei li ha lasciati a casa…“. E giù insulti anche all’ex ministro, con un significativo corollario: “Anche se mi intercettano non me ne frega un… (beep)”. Come se qualche usignolo gli avesse cinguettato di stare attento quando parla…

Il legale di Gnogni, l’avvocato Liborio Cataliotti, ha chiesto il motivo per cui si è deciso di leggere in aula queste intercettazioni, e la Procura ha spiegato c’era l’esigenza di far capire il contesto del “sistema” in cui avvenivano le irregolarità contestate nella gestione dei bandi e nell’assegnazione degli incarichi. Il luogotenente Muscetta ha confermato che quello di Gnoni era uno sfogo “per problemi in seno all’ente”.

Certo che l’affermazione è quanto meno curiosa: presa così viene da capire che Gnoni chiedeva al sindaco Vecchi il pagamento o la restituzione di una somma colossale, 1 milione 200 mila euro, e che si sarebbe accontentato della metà. Si dovrebbe spiegare il perché e il percome, scavando di conseguenza nei rapporti tra Santo Gnoni e il sindaco tuttora in carica. Per 1 milioni 200 mila euro, o quanto meno seicentomila, non sono bazzecole.

Sembra più probabile tuttavia che Gnoni si riferisse a un grosso contenzioso col Comune, a proposito di onorari non pagati, per il quale l’avvocato aveva vinto la causa davanti al Tar. Certo è che nella frase, pronunciata forse in un momento di particolare tensione, si coglie una sfumatura ricattatoria. Così come nello sferzante giudizio su Delrio: “Quello ha sistemato tutti gli amici suoi... e i miei li ha lasciati a casa…“.

Interpellato dopo l’udienza, l’ex sindaco ed ora senatore del Pd, ha replicato con una punta di sdegno: “Non ho mai sistemato nessuno e non faccio raccomandazioni, come sanno tutti.

Durante l’esame del sottufficiale delle Fiamme Gialle si è parlato anche del bando del 2016 da 60 mila euro (30 mila + 30mila) per l’incarico a due legali, per il quale sono imputati lo stesso Gnoni, Roberto Montagnani come presidente della commissione di gara e il noto avvocato amministrativista Paolo Coli, quale componente della commissione, oltre agli aggiudicatari, gli avvocati Matteo Fortelli e Roberta Ugolotti i quali secondo l’accusa avrebbero partecipato alla redazione del bando stesso.

Il 29 aprile 2016, Fortelli e Gnoni si incontrano. Un’intercettazione ambientale, come riferisce il Carlino Reggi, cattura i rumori delle tastiere del pc: “Fortelli sta lavorando sul bando“. Un trojan nel computer intanto “catturava cancellazioni, integrazioni e aggiunte sul documento”, che poi viene spedito a Coli. Gnoni “gli chiede di scrivere cosa ne pensasse, Coli si firma a suo nome”. In un’ altra intercettazioni Gnogni afferma: “Ho fatto il bando per te e Roberta”. Tuttavia per l’avvocato Cataliotti “non si trattò di una gara pubblica ma di una convenzione privata, tramite lettere di invito, per valore sotto i 40mila euro”.

Condividi:

3 risposte a Processo appalti pilotati, udienza rovente “Vecchi, mi devi 600 mila euro”
Intercettazioni-choc, Gnoni senza freni
“Delrio ha sistemato tutti i suoi amici”

  1. Davide Rispondi

    12/05/2023 alle 21:49

    Indifendibili.

  2. A' Finestra Rispondi

    13/05/2023 alle 08:55

    Sistema Gratta&Vinci con popolo accalamante e votante.
    Peggio…anzi… ‘REGGIO DI COSì…’.
    Non solo Reggio-Peggio ma l’Italia intera si deve solo vergognare di esistere e continuare a chiamarsi democrazia.
    Ma quale democrazia..giusto una MINKIA DI MARE (come dicono nella pulita – a confronto- Palermo).

  3. pasquale Rispondi

    13/05/2023 alle 08:55

    100000 l’anno non al mese ma sempre tantissimo per un raccomandato

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *