1/5/2022 – Già, che fine faranno i pulmini debitamente attrezzati e gratuiti, che da anni assicurano il trasporto di persone disabili? La domanda è d’obbligo dopo la notizia, non nuova ma rilanciata in questi giorni dalla Aps Report- Associazione europea per l’informazione e i diritti, con sede legale a Roma, secondo cui tali pulmini che circolano tappezzati di pubblicità, sarebbero “fuori legge” e non potrebbero circolare. Ciò perchè sono assimilati in tutto e per tutto ad automezzi privati, sui quali – a differenza di pullman e taxi – il Codice della Strada vieta tassativamente l’esposizione di annunci e immagini pubblicitarie. Ma è proprio la raccolta pubblicitaria a mettere in moto la gara di solidarietà che permette di fornire del tuitto gratuitamente a enti pubblici, onlus e associazioni di volontariato questi mezzi, per lo più dei Doblò a tetto alto, attrezzati con la carrozzina per far viaggiare e spostare in piena sicurezza le persone con capacità motorie ridotte.
Una circolare del ministero degli Interni, che risale al febbraio 2020, ha chiarito definitivamente che questi pulmini con pubblicità al seguito non rispettano le norme in vigore, e quindi non possono circolare.
(QUI LA CIRCOLARE DEL MINISTERO DEGLI INTERNI, SUL PORTALE ASAPS.IT )
Circolare tassativa, tuttavia rimasta dormiente sino a oggi sino a quando non l’ha fatta valere l’Aps Report inondando di segnalazioni e istanze i Comuni, le Polizie locali e le stazioni carabinieri di mezza Italia.
Sì, perchè il giro del pulmini in comodato gratuito, nato in Emilia e in buona parte proprio a Reggio Emilia, negli anni è cresciuto di continuo, tanto che si contano centinaia di mezzi con i quali in tutto il Paese viene svolto questo servizio peraltro meritorio e che ha dimostrato di funzionare con soddisfazione di tutti.
Solo tra Reggio, Parma e Modena sono decine i pulmini messi su strada in gran parte dalla società benefit Progetti del Cuore srl, che li ha acquistati e attrezzati garantendone assicurazioni, tagliandi e cambio pneumatici, raccogliendo la pubblicità e cedendoli in comodato gratuito (in genere il contratto dura quattro anni rinnovabili) a enti e associazioni.
La Progetti del Cuore di Reggio Emilia un tempo era di Tiziano Motti, ex parlamentare europeo, pioniere delle guide gratuite e del business dei pulmini che anni fa, quando il suo gruppo editoriale ha cominciato a navigare in cattive acque, ha ceduto l’impresa a un noto imprenditore dell’agroalimentare che a sua volta ne ha affidato la gestione all’ex commercialista e uomo d’affari parmigiano Daniele Ragone, oggi il dominus nel palazzo direzionale di via Guicciardi.
Le segnalazioni-denunce dell’Aps hanno generato un vero terremoto in mezzo Paese con richieste di chiarimenti, con Polizie locali che valutano, preparano provvedimenti o aspettano istruzioni dalle Prefetture, e Comuni tra l’incudine e il martello: applicare la legge togliendo un servizio gratuito ai disabili, o garantire lo stesso il servizio esponendosi a una non marginale violazione delle norme Codice della strada, con multe pesanti e fermo amministrativo dei mezzi?
Intanto si registrano i primi blocchi preventivi come a Lignano Sabbiadoro, ad Arzignano in Veneto, a Rho in Lombardia, e a San Polo d’Enza.
Ma qual è la situazione dalle nostre parti?
Solo nel reggiano si contano almeno una decina di questi mezzi che circolano con spazi pubblicitari di attività locali a Bagnolo in Piano, Cadelbosco di Sopra, Campagnola, Casalgrande, Castellarano, Castelnuovo di Sotto, Cavriago, Correggio, Fabbrico, Montecchio Riso Saliceto, Rolo, Rubiera, San Martino in Rio, Sant’Ilario, Scandiano e nel comune capoluogo.
Nel modenese i pulmini sono più di venti in circolazione: undici in uso all’Auser e due all’ASP Charitas di Modena – sempre di proprietà della società Progetti del Cuore Società Benefit srl di Reggio Emilia amministrata da Ragone – più altri 8 in uso all’ASP Unione Comuni modenesi Area Nord, di proprietà della società PMG Italia SpA di Bologna amministrata da Marco Mazzoni, oltre a due mezzi che circolano nel distretto ceramico.
Le dimensioni del problema sono evidenti. Dall’oggi al domani un servizio gratuito, perchè pagato grazie alla pubblicità, e di elevato valore sociale rischia di scomparire.
Ecco perché serpeggia la tentazione di far finta di niente e di continuare come prima. Ma, a parte il fatto che gli esposti non possono restare lettera morta, dura lex sed lex e il gioco di nascondere la polvere sotto il tappeto non potrebbe durare a lungo.
LA SOLUZIONE C’E’, MA E’ FERMA DA 13 ANNI
La soluzione? E la stessa Aps Report a indicarla, ed è in apparenza semplice: una legge approvata nel 2010 permetterebbe alle Associazioni senza finiti di lucro e alle associazioni sportive di far circolare mi loro mezzi con la pubblicità di terzi. Però senza intermediari, che a quanto pare lucrano cifre spoporzionate da questo meccanismo di utilità sociale. L’inghippo è che da ben 13 anni mancano i decreti attuativi che dovevano essere emanati in pochi mesi, e senza i quali la legge non può essere applicata. Se volesse, il governo potrebbe provvedere in poco tempo.
GRANDI SPECULAZIONI IN NOME DELLA SOLIDARIETA’
Staremo a vedere. Certo che tali decreti attuativi dovranno prevedere anche norme molto chiare per la trasparenza di costi e guadagni. Perchè quello dei pulmini con pubblicità è diventato un business piuttosto “grasso”. Secondo cifre citate dall’Aps Report, a fronte di un costo di circa 35 mila euro per l’acquisto e la trasformazione del mezzo (o 500 euro/mese di noleggio long term), la società fornitrice realizzerebbe un fatturato da raccolta pubblicitaria di circa 120 mila euro in due anni, che può arrivare – come documentato in alcuni casi particolarmente fortunati – a 200 mila euro in due anni. I conti sono presto fatti: in un ciclo di vita di otto anni, un mezzo può fruttare anche ottocentomila mila euro. La stessa Progetti del Cuore di Reggio Emilia – azienda leader nel settore: insieme a Pmg Italia di Bologna assorbe la maggior parte del mercato della mobilità gratuita a livello nazionale – sarebbe arrivata a superare i 13 milioni di “venduto”.
Niente di illegale, sia chiaro: è tutto in regola. Nondimeno la sproporzione tra costi e guadagni, lucrati in nome della solidarietà con i più fragili, appare eticamente inaccettabile.
E’ evidente che i costi, l’organizzazione dei fattori di produzione, le professionalità impiegate in operazioni di marketing tutt’altro che semplici, gli stessi rischi d’impresa vadano compensati adeguatamente, però a tutto c’è un limite.
Ma qui un’altra domanda sorge spontanea: dove vanno a finire tutti questi guadagni realizzati in nome della solidarietà? Se lo dovrebbero chiedere, legittimamente, gli enti che utilizzano gratuitamente i mezzi pagati con la pubblicità, e le stesse organizzazioni di tutela dei consumatori. Ma questa è ancora un’altra storia.
Pierluigi Ghiggini