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Approvato il Piano urbanistico di Reggio
Obiettivo: CO2 -55% in otto anni
Silk Faw, bufala indimenticabile:
i terreni di Gavassa tornano agricoli

9/5/2023 – Il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha approvato ieri sera il Piano urbanistico generale (Pug). Il documento che definisce le linee e la qualità della crescita della città e del suo territorio nei prossimi anni ha ottenuto 19 favorevoli dei consiglieri del Partito Democratico, di +Europa, Europa Verde, Reggio E’. Sette i voti contrari di Fratelli d’Italia, Lega, di Alleanza Civica e dell’avvocato Bassi di Forza Italia. Quattro i voti di astensione di Coalizione Civica ed M5S, a conferma di un progressivo avvicinamento dei 5 Stelle alla maggioranza di centro-sinistra.


Il Piano, presentato all’Aula dal vicesindaco Alex Pratissoli, indica tre “sfide” strategiche che determinano gli altri contenuti (compresa l’edificazione e il consumo del suolo): la neutralità carbonica, ovvero uno sforzo acceleraro per “contribuire a ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050”.

“L’urgenza di questa sfida è rappresentata dalla necessità di far rientrare i territori nei limiti della sostenibilità – ha detto Pratissoli – non solo una responsabilità sociale a cui non si deve rinunciare, ma anche opportunità decisiva per la competitività del territorio”.

E’ la presa d’atto, purtroppo tardiva, degli effetti distruttivi dei precedenti strumenti urbanistici e sull’ambiente – Reggio continua ad essere una delle città più inquinate della Pianura Padana, a volta l’area più inquinata dell’Europa – e sulla qualità della vita. Solo pochi giorni fail professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano aveva confermato che l’Emilia Romagna è la terza regione d’Italia per consumo di suolo e la prima per cementificazione delle aree alluvionali con ben 658 ettari cementificati nel solo 2021. Ma su queste cifre, e soprattutto sull’assalto speculativo subito dal territorio a partire dallo scorcio finale del Novecento, il silenzio continua a regnare sovrano. Nonostante sia proprio questo disastro urbanistico, ormai non più risanabile, ad aver raddoppiato la città in due decenni ed ad aver spalancato le porte alla ndrangheta.

Pratissoli va avanti: la seconda sfida è “potenziare e qualificare i beni comuni che concorrono ad innalzare il livello di qualità della vita e della coesione sociale: la salute pubblica, la casa, gli spazi comuni, le reti, l’istruzione, la legalità, ma anche i tanti servizi territoriali da quelli culturali, ai trasporti, allo sport fino alla gestione dei rifiuti”.

La terza “sfida” è “aumentare l’attrattività per una città che vuole essere accogliente ed aperta, in grado di attrarre talenti e investimenti che siano ad alto valore aggiunto, di qualità per l’occupazione e la sostenibilità”. Anche questo appare, sulla carta, come il tentativo di recuperare il gap che si è creato con le altre città europee anche a causa della scelta ideologica di un immigrazionismo incontrollato e di un lassismo che hanno letteralmente demolito gli equilibri costruiti nei decenni. Vedremo quali percorsi concreti e quali strumenti saranno messi in campo per dare concretezza ai tre obiettivi strategici.
Nella stessa seduta, Sala del Tricolore ha approvato la modifica del Regolamento edilizio comunale vigente, in adeguamento al Piano urbanistico generale, con 19 favorevoli (Pd, Più Europa, Reggio E’, Europa Verde); 7 contrari (Lega-Salvini premier, Forza Italia, Alleanza Civica, Fratelli d’Italia); 1 astenuto (M5S).

Approvato inoltre il Documento di indirizzo per la definizione degli obiettivi prioritari ai fini della presentazione di manifestazioni di interesse per l’attuazione del Piano urbanistico generale tramite accordi operativi: diciotto voti favorevoli (Pd, Reggio E’, Più Europa, Europa Verde); 3 contrari (Forza Italia, Lega-Salvini premier, Fratelli d’Italia); 1 astenuto (M5S).

Silk Faw, un sogno finito nel ridicolo

Intanto una novità del nuovo “piano regolatore” riguarda il fantasma della Silk Faw.

L’area di oltre 30 ettari nella frazione di Gavassa a Reggio Emilia destinata all’immaginifico progetto sino-americano affondato miserevolmente fra il drammatico e il ridicolo, tornerà al suo stato originario, quello di terreno agricolo.

L’ampliamento che avrebbe permesso la nascita del polo produttivo delle auto elettriche di lusso è stato definitivamente stralciato nel Pug.

Una buona notizia per i consiglieri di Coalizione civica Fabrizio Aguzzoli e Dario De Lucia che proprio per questo hanno deciso di astenersi sul Pug, sia pure con molti mal di pancia.

I due civici di sinistra sottolineano come “la sola impermeabilizzazione dei 36 ettari dell’area avrebbe determinato un costo economico (per la perdita di servizi ecosistemici) di almeno 2,8 milioni di euro l’anno”. Inoltre “non avremmo voluto trovarci con una area produttiva già predisposta (sulla carta) con il rischio che potesse finire ad esempio in mano a multinazionali della logistica che non portano lavori ben pagati e impattano molto sul territorio”.
La vicenda, osservano però Agujzzoli e De Lucia, “finisce senza le scuse di nessun politico per una presa in giro durata anni dove si era data la possibilità a investitori esteri (su cui ora indaga la Guardia di finanza) di trasformare una grande area della città senza pagare oltre 3 milioni di oneri di urbanizzazione e senza valutazione di impatto ambientale”.

Per questo, concludono i due consiglieri, “ci siamo astenuti su un Pug che comunque non ci convince”, ma “si dovrà vigilare nei prossimi anni: attrarre investimenti significa valutarne seriamente la fattibilità e non dare carta bianca a chi vuole costruire”.


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