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Allagamenti, frane, decine di sfollati
Il Sillaro ha rotto gli argini tra Massa L. e Imola
Il Secchia fa paura, fiume di fango dal Rio Campiano

 2/5/2023 – Allagamenti, strade interrotte, frane, case evacuate, decine di sfollati. La pioggia che cade ininterrottamente da 24 ore ha determinato situazioni di emergenza nel territorio regionale, con danni rilevanti e il rischio di un aggravamento della situazione nel corso della notte. La Protezione Civila ha emanato un bollettino di allerta rossa, in particolare nell’appennino emiliano romagnolo: “La persistenza di precipitazioni sul settore centro-orientale della regione – così la Regione in serata – potrà creare ulteriori incrementi dei livelli idrometrici da monte sui bacini già interessati dalle piene”.

Nel primo pomeriggio ha rotto gli argini il torrente Sillaro, affluente del Reno. Si è formata una breccia di almeno quindici metri all’altezza di via Merlo tra  Massa Lombarda (provincia di Ravenna) e Imola. L’Agenzia regione per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile sta intervenendo con i propri mezzi e con una ditta.

La breccia aperta nell’argine del Sillaro

Si lavorerà tutta la notte, anche con torri-faro, per chiudere nel più breve tempo possibile la rottura con massi ciclopici; sul posto è entrato in azione anche un elicottero dei Vigili del fuoco, come supporto alle operazioni di evacuazione di due persone da un’abitazione sommersa dall’acqua. Le famiglie nel raggio di 3 chilometri dalla breccia vengono evacuate: si tratta di 30-35 nuclei, per lo più residenti in territorio imolese.

Sono localizzati altri allagamenti lungo il Sillaro, che è tracimato anche in località San Salvatore a Sesto Imolese.

Nella zona rossa tutti i corsi d’acqua sono sopra il livello idrografico 3. Si sta operando per avviare le casse di espansione e anche i Consorzi di bonifica hanno attivato il loro reticolo. I Comuni stanno valutando ordinanze di chiusura delle scuole in corrispondenza di strade chiuse o in prossimità di tratti arginali.

Per quanto riguarda il reticolo idrografico del Reno, ci sono stati alcuni allagamenti dell’Idice, nel comune di Castenaso, dove è stata evacuata una famiglia; anche nel comune di San Lazzaro sono state evacuate trenta persone a livello precauzionale per i livelli raggiunti dal Savena.

Numerose le segnalazioni arrivate per frane, con diverse strade chiuse, ma anche di cittadini e macchine isolate. La situazione complessiva che si sta verificando in Emilia-Romagna è stata comunicata dall’Agenzia regionale al Dipartimento nazionale di Protezione civile.

Nel bolognese si è verificata una frana a Casalfiumanese, nella strada per Macerato; isolate alcune persone che saranno trasferite in strutture ricettive. A Ozzano dell’Emilia è uscito il torrente Quaderna.

A Bologna è esondato il Ravone in via del Chiu e e nella centrale via Saffi. È stata chiusa la Strada provinciale 36 Val di Zena – al km 7 di Botteghino e al km 16 Mulino di Zena – per esondazione del Zena.

Dal Comune di Borgo Tossignano è arrivata la segnalazione di una frana su via Siepe San Giovanni. Sfollata una famiglia con una persona fragile.

Nel reggiano, a Tresinaro, sotto Baiso, per effetto delle piogge detriti di tronchi sono caduti in strada, e risultano già rimossi; ma un fiume di fango scende da questa mattina, dopo la notte di pioggia, dal Rio Campiano.

È stata chiusa l’accessibilità alla ciclovia ER 13 perché, in alcuni punti più bassi, si affianca al Secchia. Segnalato un “ruscellamento” concentrato sulla scarpata di monte che attraversa la Strada provinciale 7, in località Rondinara, a Scandiano.

Nel modenese, si è verificato uno smottamento lungo provinciale 19 – Sassuolo, in località Pigneto, con fuoriuscita di acqua dal torrente Corlo, e vari allagamenti di strade (a Fiorano Modenese). Fuoriuscita d’acqua anche dal torrente Tiepido, sempre nel modenese. A Pazzano Estense, una frana ha interessato la strada comunale verso Serramazzoni.

Da ieri sera il COR (Centro Operativo Regionale) è aperto 24 ore su 24, così come sono aperte le sale operative unificate delle provincie di Bologna, Ravenna, Modena, Reggio Emilia e allertata quella di Ferrara in caso di necessità. La prossima riunione del Centro Coordinamento dei Soccorsi (CCS) è prevista domattina alle 9.

COLDIRETTI: IL PO AL LIVELLO PIU’ ALTO DELL’ANNO, MA LE BOMBE D’ACQUA SONO MICIDIALI

Il livello idrometrico del fiume Po è salito al livello più alto dall’inizio dell’anno per effetto delle precipitazioni che sono importanti per salvare le semine primaverili di mais, girasole, soia e riso ma a preoccupare sono le bombe d’acqua e la grandine per i danni irreversibili che provocano alle coltivazioni in campo. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti al Ponte della Becca (Pavia) dove il più grande corso d’acqua italiano è risalito di oltre mezzo metro in 24 ore, ben sopra dei meno tre metri, con l’allerta meteo rossa in Emilia Romagna e gialla in altre nove regioni.

La secca del Po è rappresentativa della situazione in cui si trovano fiumi e laghi nel nord Italia con le ultime precipitazioni che rappresentano una boccata di ossigeno anche per circa 300mila aziende agricole in difficoltà per il lungo periodo di siccità che – sottolinea la Coldiretti – colpisce anche le colture autunnali come il frumento, l’orzo, l’erba medica e le altre foraggere

Se la pioggia è dunque attesa per ripristinare le scorte idriche in laghi, fiumi, terreni e montagne, i forti temporali con precipitazioni violente soprattutto se accompagnati da grandine – aggiunge la Coldiretti – provocano danni irreparabili alle coltivazioni e ai frutteti ma anche frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento. La caduta della grandine nelle campagne “è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro. La grandine colpisce i frutticini proprio nei primi giorni di formazione in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione”.

“L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.​

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