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Il processo Aemilia e i “riguardi” verso il Pd
Perchè hanno nascosto la relazione Pennisi?
Interrogazione di Vinci: “Fugare ogni dubbio”

1/4/2023 – Fugare le ombre sul maxi processo Aemilia contro la ‘ndrangheta al nord in cui furono indagati solo gli esponenti emiliani di Forza Italia Giuseppe Pagliani e Giovanni Paolo Bernini, poi scagionati, e nessun politico del Pd. A chiederlo è il deputato reggiano di Fratelli d’Italia Gianluca Vinci, con un’interrogazione ai ministri della Gistizia e dell’Interno che segue quella del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.

Gianluca Vinci

Alla base dell’atto ispettivo l’ articolo del quotidiano Il Giornale del 9 marzo scorso, contenente un’intervista all’ex sostituto procuratore della Direzione nazionale Antimafia Roberto Pennisi (oggi in pensione) che dal 2012 al 2013 ha affiancato come pubblico ministero la Procura di Bologna nelle indagini. Nell’articolo, ricorda Vinci, si parla “di una relazione firmata da Pennisi, rimasta nei cassetti della Cassazione e del ministero della Giustizia, in cui emergerebbe una differente, ma vera storia del processo Aemilia in cui vennero incriminati solo due politici di centrodestra, innocenti, e nessuno dei tanti nomi importanti della sinistra che comparivano nelle carte”. Il deputato chiede quindi ai ministri interrogati “se e nel caso quali iniziative di competenza intendano intraprendere in ordine alla vicenda rappresentata”.

Pennisi, nei due anni di distacco dalla Direzione Nazionale antimafia alla Dda di Bologna, curò l’inchiesta Aemilia insieme al collega Marco Mescolini, che poi sostenne la pubblica accusa al processo e fu nominato Procuratore capo a Reggio emilia, per poi essere rimosso con voto unanime del Csm e trasferito per incompatibilità ambientale, proprio in relazione ai rapporti preferenziali col Partito Democratico.

Roberto Pennisi

Pennisi produsse una relazione con cui chiedeva di mettere sotto indagine in Aemilia diversi espopnenti del Pd e delle amministrazioni controllate dal partito. Si aprì un conflitto con Mescolini, dal quale Pennisi restò sconfitto: le sue richieste, a conclusione delle indagini, restarono nel cassetto, e il distacco alla Dda di Bologna non fu rinnovato.

E BERNINI PUNTA IL DITO SU CAFIERO DE RAHO

 “Mai avrei immaginato coinvolgimenti oltre al pm Mescolini”: così ha dichiarato questa sera Giovanni Paolo Bernini, esponente di forza Italia di Parma, completamente prosciolto nel processo Aemilia dopo anni di persecuzione da parte del pm Mescolini, e autore del libro “Storia di ordinaria ingiustizia”. Bernini torna a puntare il dito sull’ex procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, oggi deputato M5S.

Giovanni Paolo Bernini

“Avevo già tutti gli elementi poi confermati dal CSM, la responsabilità è certamente del pm che guido’ l’ inchiesta Aemilia Marco Mescolini ad aver impedito di procedere nei confronti di esponenti politici, amministratori locali e funzionari pubblici del PD.

Purtroppo sono emerse inquietanti coincidenze ed evidenti omissioni che portano all’On. Cafiero De Raho in qualità di ex procuratore nazionale antimafia – evidenzia l’esponente politico parmigiano – Occorrerà perciò chiarire i motivi dell’attesa di ben 10 mesi prima di chiedere ed ottenere dal Pm Pennisi  la Relazione su Mescolini e l’ inchiesta, appunto, Aemilia.

Il deputato M5S Federico Cafiero De Raho

A ciò si aggiunge la coincidenza che sia proprio suo suocero il Capo Gabinetto dell’allora Ministro Bonafede a chiedere, ottenere, al contrario dell’ex Procuratore De Raho in tempi rapidi,  la Relazione della DDA di Bologna a firma della pm Ronchi. Magistrata peraltro nemmeno in forza alla DDA durante il periodo della inchiesta Aemilia, ma al contrario sicuramente legata all’ex Procuratore De Raho. Relazione che comunque il Capo Gabinetto tiene nei cassetti ministeriale visto che non fu mai risposto ai Senatori Gasparri e Quagliarello.

Sicuramente per lo meno si comprende il silenzio improvviso del M5 Stelle  sulle vicende Aemilia – conclude Bernini – in particolare reggiane, un tempo al contrario motivo di interrogazioni, accuse, urla e promesse di giustizia e verità “

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