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Aemilia, Mescolini, protezione del Pd
“Non è oltraggio al potere chiedere la verità”

DI GIANLUCA TORTORA*

12/4/2023 – Qualche settimana fa, a pochi giorni dalle prime audizioni dei testimoni dell’accusa nel processo che vede sul banco degli imputati esponenti dell’Amministrazione del Comune di Reggio Emilia per reati giudicati gravi in altre analoghe situazioni (falso in atto pubblico, turbativa d’asta, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione), avevo provato a sollecitare qualche riflessione o, qualora possibile, qualche presa di posizione a riguardo.

Non nutrendo tuttavia molta speranza, avevo immaginato che, come già accaduto in passate occasioni, il silenzio e l’oblio avrebbero accompagnato nel dimenticatoio quanto emerso dalle indagini sul Comune, una vicenda che, invece, a giudizio dei più esperti, deve leggersi in stretta correlazione con la nomina del Procuratore di Reggio Emilia prima e con l’epilogo di alcuni filoni giudiziari poi.

Non è in realtà andata così, dal momento che a livello di opposizione in Consiglio comunale sono state prese alcune posizioni sulla vicenda, promuovendo anche un Ordine del giorno urgente a firma del Consigliere della Lega Roberto Salati, a sostegno del documento dell’Ordine degli Avvocati, respinto senza chance dalla maggioranza che sostiene la giunta Vecchi. Una maggioranza che senza accettare di riferire alcunché nel merito, ha invece preferito accanirsi sul Consiglio dell’Ordine degli Avvocati che, in data 3 aprile scorso, a seguito delle ripetute informazioni circolate e mai smentite sugli organi di informazione, ha inviato un Comunicato in cui ha esternato la preoccupazione rispetto a quanto emerso in ordine ad alcuni filoni investigativi.

Si ricorda, per solo dovere di cronaca, che le vicende che hanno visto protagonista la Procura di Reggio Emilia ed il suo Procuratore – Marco Mescolini – fino alla data della decisione adottata dal plenum del CSM nel febbraio 2021, ha avuto una eco anche sulle vicende dello stesso Ordine degli Avvocati reggiani, guidato in quel periodo da una professionista nota negli ambienti giudiziari per essere molto vicina al PD nazionale e locale. Una situazione che ha visto scompaginarsi gli equilibri su cui si teneva il Consiglio dell’Ordine, prima del commissariamento e delle successive elezioni dei suoi componenti, con l’affermazione alla Presidenza dell’Avvocato Enrico La Capanna di recente riconfermato.

Il comunicato pubblicato dall’Ordine, è stato così attaccato da una parte dell’informazione reggiana, facendo da assist all’esternazione del Sindaco Luca Vecchi che così è potuto entrare in partita senza accettare un dibattito o una discussione in Consiglio comunale.

Come sempre accade soprattutto in un’area geografica dove la Sinistra governa senza interruzioni da più di un quarto di secolo, si è fatta così passare sotto traccia la preoccupazione espressa nel comunicato dell’Ordine degli Avvocati. Si è dato così ampio spazio a ricostruzioni piuttosto fantasiose da parte di alcuni organi di informazione locale, raccogliendo dichiarazioni anche molto risalenti di esponenti della magistratura, rispetto alla solidarietà manifestata al PM Marco Mescolini in tempi passati e di riflesso sull’impianto accusatorio della Procura di Reggio, da lui stesso guidata dopo aver coordinato le indagini anche dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna. Non ricordano però i media che il CSM, dunque non la politica, ma lo stesso Organismo di autogoverno dei Giudici, aveva ritenuto all’unanimità che il Procuratore Marco Mescolini non fosse “…più credibile come Dirigente…” e che non potesse “….più svolgere alcune funzione giudiziaria nel distretto dell’Emilia Romagna…”.

Affermazioni di una portata dirompente che hanno minato la credibilità del PM Mescolini e con lui anche quella della stessa categoria in parte, come lo stesso CSM chiosa nel suo giudizio sul magistrato in questione: “ ..il complesso degli elementi acquisiti consente di affermare che il Dottor Mescolini non può esercitare, in piena indipendenza ed imparzialità le funzioni giudiziarie…..”.

Una terzietà già compromessa in una prima fase, tenuto conto di quanto emerso dalla chat e dai messaggi scambiati con Luca Palamara, ritenuto anche quest’ultimo il solo colpevole di un sistema che, a detta dello stesso interessato, era collaudato da sempre; ma, recentemente, per le dichiarazioni rilasciate dal Procuratore Antimafia Roberto Pennisi, in ordine ai contrasti avuti con il già Procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini, in occasione dei filoni di indagine da approfondire nel processo Aemilia.

Su tale chiacchieratissima e gravissima situazione, gli attori del processo al pari dei Magistrati, delle vittime, degli imputati etc, cioè gli Avvocati, hanno chiesto di fare chiarezza sull’accaduto, dovendo frequentare un ambiente, quello del Tribunale, in cui è stata accertata dallo stesso CSM una violazione della terzietà; e ancora si chiede possa considerarsi anche completamente bonificato (il territorio) rispetto alla presenza di connivenze con esponenti di peso della criminalità organizzata, la stessa che ha in passato ha portato al commissariamento del Comune di Brescello per infiltrazioni della ‘ndrangheta.

Ebbene, il sospetto nonostante una serie di indizi per alcuni media e parte della comunità reggiana non devono impensierire gli avvocati reggiani; soprattutto non è opportuno chiedere di conoscere cosa sia realmente accaduto in questo territorio, dal momento che la conclusione l’ha già tratta la stampa ed una dichiarazione del Sindaco. Discorso quindi chiuso, punto e a capo, secondo uno stile che alcuni esponenti politici locali hanno apostrofato come “di regime stalinista”.

Torno però a pormi qualche domanda, da cittadino libero: ma chiedere alle Autorità di poter chiarire o discutere un argomento non banale come quello appena esposto, come accaduto in passate occasioni per posizionare una fontana o un albero, argomenti assolutamente meritevoli anch’ essi, costituisce un oltraggio al potere locale? Mettere in dubbio che in questo territorio dei Magistrati onesti siano stati prevaricati da altri colleghi per interessi non attinenti all’amministrazione della giustizia, ma, come deciso dal CSM, per agevolare una parte politica, è così inopportuno?

Se gli stessi magistrati che hanno condannato Palamara ed altri esponenti della categoria hanno ritenuto di avvicendare il Procuratore di Reggio Emilia, è così bizzarro che addetti ai lavori come gli avvocati chiedano di conoscere la verità intera, invece che parziale sul processo Aemilia, stante quanto dichiarato sempre da altro esponente della categoria – il pm Antimafia Roberto Pennisi?

Credo che una solidarietà, a chi ha con trasparenza e senza offesa provato a chiedere di conoscere cosa sia realmente accaduto in questi anni a Reggio, vada non solo manifestata ma altresì caldeggiata, se possibile, a beneficio di tutta la collettività.

Il Circolo Culturale G. Gentile sosterrà, se condivise, eventuali iniziative di solidarietà in tal senso.

(*Fratelli d’Italia)




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Una risposta a 1

  1. Balla Linda Rispondi

    12/04/2023 alle 21:17

    Servizio sociale. Bellissimo articolo. L’idea di liberta’ e indipendenza dal potere ci ha sempre affascinato. Un consiglio: niente TV.

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