DI ALESSANDRO ARAGONA E MARCO EBOLI*
22/4/2023 – Puntualmente in occasione del 25 Aprile la sinistra cerca di redigere pagelle e anche quest’anno lancia accuse infondate a Fdi e al Governo di Centrodestra presieduto da Giorgia Meloni. Sono polemiche infondate politicamente perché ricordiamo al Pd e accoliti vari che è sulla Costituzione che Giorgia Meloni ha giurato nell’assumere il ruolo di Presidente del Consiglio dopo che la coalizione di centrodestra aveva ricevuto il 25 settembre un mandato elettorale pieno e maggioritario dal voto degli italiani per assumere l’onore e l’onere di governare e dare un futuro all’Italia dopo il decennale fallimento dei governi dove il Pd era presente.
Basta questo e l’autorevolezza conquistata a livello internazionale da Giorgia Meloni per zittire la pretesa di una sinistra spocchiosa e autoreferenziale di dare pagelle agli avversari.
Domani, sul palco delle celebrazioni del 25 Aprile vorremmo però che il Sindaco Vecchi e il rappresentante dell’associazione dei partigiani cattolici Beppe Pagani ricordassero il Beato Rolando Rivi, seminarista quattordicenne, trucidato dai partigiani comunisti in odio alla fede cristiana. Il 25 Aprile per non essere motivo di strumentalizzare politica necessita di tali atti, perché il sacrificio di Rolando Rivi testimonia come durante la Resistenza non tutti erano per la democrazia.
I partigiani comunisti volevano sostituite il Fascismo con una dittatura comunista. I cattolici del Pd la smettano di fare gli struzzi e abbiano il coraggio di ricordarlo pubblicamente nelle celebrazioni del 25 Aprile.
(*Fratelli d’Italia)
Ivaldo Casali
22/04/2023 alle 22:50
Giusto e doveroso ricordare il Beato Rolando Rivi (anni 14), barbaramente ucciso da due partigiani comunisti, additato ingiustamente come spia per oltre mezzo secolo dalla sinistra. Ricordiamo anche questi partigiani cattolici reggiani: Mario Simonazzi “Azor”, Giorgio Morelli “Il Solitario”, Anselmo Menozzi “Paolo” e Piero Cipriani “Aldo”, anche loro vittime che hanno subito analogo “trattamento”.
Dispiace constatare che l’associazione dei partigiani cattolici è rispettosamente in simbiosi con l’associazione dei partigiani comunisti!
Con l’occasione voglio riportare quanto affermato dallo storico Sandro Spreafico sull’analisi dei delitti del dopoguerra reggiano: “A noi – e non vuole essere un paradosso – non interessa la confessione particolareggiata di colui che avrebbe premuto il grilletto e ucciso … interessa invece la storia del suo interminabile silenzio e del silenzio di coloro che sapevano ed il silenzio dei mandanti, giacchè dobbiamo capire meglio una precisa stagione della nostra storia: quella dei “pugni chiusi” e delle “bocche cucite”. Per l’esecutore materiale del delitto, come per decine di altri che decisero di tenere calde le canne del loro mitra anche dopo il 25 aprile, proviamo insieme pietà, perplessità e sgomento. Costoro, infatti, sull’altare della devozione e della fedeltà ad un’idea e ad un mandato, hanno giocato, nel brivido di un attimo, la propria pace interiore, per essere poi lasciati soli a custodire segreti scomodi e pesanti”.