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Vanno in piazza a Firenze, ma zitti sulle violenze degli anarchici
“Landini e Schlein, dove siete?”

DI GIANLUCA TORTORA *

9/3/2023 – La recente affermazione alle elezioni per la segreteria del PD dell’Onorevole Elly Schlein, la sua prima uscita in piazza a Firenze, dopo un fugace passaggio in quel di Cutro, hanno consentito in pochi giorni di apparentemente compattare un’opposizione divisa, ma molto di sinistra e poco di centro.

Ci si dimentica a sinistra dei morti di Bergamo e dei 415 bis notificati per le responsabilità che la Magistratura contesta ad alcuni suoi esponenti, pur di provare a ricompattarsi sotto un vecchio ma sempre entusiasmante slogan: l’antifascismo.

Un antifascismo che viene associato alla Costituzione, nella quale, tuttavia, nulla è riportato rispetto all’antifascismo, per scelta consapevole dei padri costituenti, fatta eccezione per le disposizioni transitorie (XII disposizione transitoria per l’esattezza), in cui fu messa al bando qualunque riorganizzazione del disciolto partito fascista.

Un ammassamento di truppe e leader in piazza a Firenze che ci si augurava prendesse le distanze, al tempo stesso, sempre in ossequio alla carta costituzionale, dalle gesta di anarco-insurrezionalisti. Da quando la vicenda Cospito è stata portata all’attenzione dell’opinione pubblica, infatti, il movimento anarchico ha preso piede nel nostro Paese con assalti per seminare disordine, danneggiamenti a privati e persino a monumenti (si vedano solo i recenti episodi di Torino), oltre che danni e ferite ad appartenenti alle forze dell’ordine. Ebbene di fronte a questi antidemocratici e violenti comportamenti, oltre che a dichiarazioni altrettanto eversive e minacciose delle piazze popolate dall’estrema sinistra, invece, neppure una parola di condanna dall’opposizione di sinistra. Si preferisce la sirena di pericolo per presunti rigurgiti fascisti, pur di non prendere una posizione netta dinanzi ad un’eversione in crescente fermento, irrobustita anche da presenze di partecipanti di movimenti anarchici di altri Paesi.

Anarchici a Torino

A tali notizie non viene riservata adeguata risonanza, si sono declassate forme violente di scontri con le forze di polizia ad ordinaria protesta a difesa di un militante anarchico condannato. In realtà il militante di cui tanto si parla è stato condannato con sentenza definitiva ed alcuni commenti raccolti rievocano, questi si, nelle piazze, segnali di odio e di eversione per le istituzioni. La lotta armata e la volontà di sovvertire l’ordine democratico sono momenti bui ben noti al nostro Paese ed alla provincia di Reggio Emilia in particolare, scopertasi come molti ricorderanno centro di addestramento e poligono per il terrorismo rosso degli anni ’70 ed ’80.

Su tali situazioni sarebbe auspicabile qualche presa di posizione della sinistra parlamentare reggiana, nonché dello stesso Landini, nato proprio nella provincia reggiana, in quanto la sottovalutazione di fenomeni eversivi e violenti non promettono in genere di sfociare in un democratico confronto.

Schlein e Landini al corteo antifascista di Firenze

Osservo che minacce di condanne a morte di esponenti dell’attuale Governo del Paese sono ricorrenti e le teste in giù ritratte recentemente a Milano non fanno ben sperare. Non vorrei si volessero arruolare i giovani delle scuole per cavalcare temi non sempre ben conosciuti da questi ultimi, seminando odio persino nei confronti di coloro che sono stati democraticamente eletti dal popolo, dunque nel pieno rispetto di quanto la nostra Costituzione prescrive.

Non si coglie quello sdegno e quella solidarietà da parte della sinistra verso i destinatari di tali oltraggi e minacce, rappresentanti oggi delle stesse istituzioni che il nostro sistema democratico prevede e disciplina rispetto a compiti e responsabilità.

Si registra, invece, uno strizzare l’occhio da sinistra più verso un esponente anarchico condannato dopo tre gradi di giudizio, che non della classe politica minacciata per una decisione che è stata assunta dalla Magistratura, dunque dallo Stato. Lo stesso Stato che le forze anarchiche ed eversive, come è a tutti ben noto, non riconoscono e che intendono abbattere.

Una cultura politica ed una lettura miope del fenomeno potrebbe vedersi sfuggire di mano la situazione se non si isolano questi violenti: vanno riaffermati i valori democratici sui quali si fonda

la nostra Costituzione che riconosce ai soli eletti democraticamente l’esercizio del governo e delle scelte politiche del Paese. Agli altri l’opposizione anche dura ma democratica.

Tollerare il pericolo a volte potrebbe significare anche accettarlo: sarebbe auspicabile dagli esponenti reggiani della sinistra moderata vedere battere un colpo per condannare ed isolare politicamente le forze anarchiche extraparlamentari ed antidemocratiche scese in piazza da alcune settimane.

*Presidente Circolo Culturale “G. Gentile” – Fratelli d’Italia

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