“Silk-Faw, è giusto averci provato
Ma se in Comune avessero dormito meno…”

12/3/2023 – “Anche un buono ad ogni costo dopo maltrattamenti e violenze gratuite, cambia e reagisce. Una reazione di pensiero utilizzando una unica arma: ragione e determinazione nell’ obiettivo.

Mi riferisco al maltrattamento della mia città per l’illusione e la violenza nel toglierle un sogno di riscatto con i vicini modenesi e parmigiani, per il naufragato progetto della supercar o meglio la potente fuori serie elettrica Reggiana. Pensiero semplice. Nulla c’entrano la guerra in Ucraina e il cambiamento degli assetti internazionali con le relative tensioni economiche e finanziarie con il mancato decollo di Silk Faw (tantissimo Silk poco Faw). Molto semplice l’osservazione oggettiva.

Il concept progettuale del polo auto elettrica a Gavassa

Non è credibile ed impossibile che un simile progetto industriale, con investimenti miliardari si realizzi completamente a debito! Quando BMW aprì negli USA gli stabilimenti per produrre i bellissimi SUV con la X non lo fece in questo modo. Lo fece con un investimento in proprio e il ricorso a leva per la parte più importante. Non ci mise nulla di suo. Provate a chiedere un mutuo di una casa oggi a copertura del 100% del costo a cui aggiungere i finanziamenti per arredare e riempire mobili dispensa. Con questa metafora ho delineato la pretesa che pare abbia questo sig. Krane, un finanziere e non un uomo del automotive. Un imprenditore che si occupa di finanza guadagna con la raccolta e non ha l’obiettivo di lucrare con una produzione.

Questo colosso cinese dell’auto che c’entra con la piccola Srl a socio unico in cui non figura nemmeno tra i soci? Partecipa in forte minoranza forse nella controllante irlandese con 1 euro di capitale sociale che controlla la srl italiana da 10mila euro di capitale sociale fusa in un altra con lo stesso nome attuale e con un capitale maggiore ma sempre inadeguato al tipo d’investimento? Forse c’entra nel capitale della controllante madre di tutte con sede alle Cayman? Strano per una industria dell’automotive. Meno strano per una società di finanza.

Jonathan Krane

Non è il primo caso di questo genere che accade in Europa con i signori cinesi di Faw, aldilà del sig. Krane e mi riferisco al progetto tedesco “Byton automobile” finito non male, ma malissimo. Peggio che da noi. Byton ha chiuso i battenti ancora prima di partire a produrre. Addirittura il tribunale di Monaco ha dichiarato insolvente la società. Fallita.

Byton come Silk Faw aveva già presentato in pompa magna il prototipo. Risultato? 1500 persone che si sono fidati hanno perso il posto di lavoro senza mai avere prodotto un auto. Fornitori peggio. La nostra Silk Faw Srl, spesso nessuno lo ricorda, poco tempo fa ha anche provato a chiedere un finanziamento allo Stato italiano da 200 milioni. Per fortuna non erogato.

Bene ha fatto oggi la Regione. Bene farà il Comune a fermare ogni procedimento urbanistico e collegato.

Ora però qualche riflessione è opportuna. Più che in Comune qualche risposta dovrebbero darla in Via Toschi e più precisamente il precedente Presidente degli industriali, in buona fede grande sponsor del progetto, che a mio modesto parere avrebbe creato qualche grattacapo ai propri associati metalmeccanici con le maestranze specializzate, compreso le sue. Grande generosità.

In Comune invece? Silenzio! Ma questi assessori che viaggiano in Europa a spese dei contribuenti per vari motivi “istituzionali” stiracchiati e che spesso poco senso hanno, ma perché non hanno semplicemente digitato su internet il nome Faw e letto quanto accaduto in Germania con questi cinesi, non ha spedito l’assessore alle attività produttive in Germania ad informarsi e parlare con i loro colleghi tedeschi per capire quanto cosa era successo la, le ragioni e i problemi relativi riscontrati. Forse era meglio che andare a Digione a fare simpatiche e goliardiche iniziative prive di efficacia e interesse economico e promozionale reale per la città produttiva e la spesa ben ammortizzata. Un viaggio in Germania dei nostri amministratori gli avrebbe messi in condizione di entrare in possesso di informazioni fondamentali e di formarsi una idea. Una conoscenza che gli avrebbe consentito di dotarsi di ammortizzatori e di maggiore cautela nei provvedimenti e dichiarazioni. Ci saremmo risparmiati tanto.

La vittoria ha sempre tanti protagonisti e la sconfitta non ha quasi mai padri. Io non ne cerco, ma una analisi voglio proporla e le differenze tra sostenitori prudenti e temerari va compresa e tenuta in considerazione.

Un Sindaco aveva il dovere di provarci a portare a casa un risultato potenzialmente così importante per la città e anche di assumersi dei rischi al riguardo. Lo stesso ragionamento vale per il Presidente della Regione. Tralascio invece chi furbescamente si era preso dei meriti senza averne e che ora per un tragico destino baro è trascinato nell’insuccesso proprio per questa corbelleria politica. A costoro solo una nota: un minimo di curiosità sui soggetti, tipo di progetto, copertura finanziaria e industriale e loro storicità doveva essere una regola per dei big.

Scendiamo a casa nostra e di livello. In Giunta o più in generale in Comune i cv languono sulla materia e non esistono competenze specifiche di alto livello in campo economico, finanziario, giuridico societario, internazionale e industriale in grado di supportare il Sindaco, in un simile complesso lavoro e operazione. Sindaco che per lo meno, nella vita ha fatto il commercialista e revisore dei conti e che quindi l’unico non a digiuno completamente in tema di numeri e di logica economica.

Una laurea e due mezze parole d’inglese in salsa ssssss emiliana per master ed Erasmus ricreativi sono insufficienti. In queste operazioni serve competenza, capacità, decisione, visione e “attributi” e grandi.

Aldilà del fatto economico, questa operazione di carattere industriale poteva rappresentare anche un modo per sprovincializzare la nostra città e portarla in un contesto maggiormente internazionale. Una città malata da sempre di provincialismo eccessivo e che spesso si trascura, si accontenta e non si vuole abbastanza bene. Tutti limiti che per certi versi possono anche essere pregi che le hanno spesso impedito di cogliere opportunità importanti. Un esempio positivo e unico? La stazione Alta velocità! Ricordo ancora il provincialismo che la osteggiava e il coraggio della Sindaca e delle associazioni di categoria, in primis gli industriali, nel volerla. Oggi un reggiano in meno 45 minuti è in centro a Milano, in poco più di 2 ore raggiunge Roma e in una ora Firenze. Un cambiamento enorme per Reggio. Una grande opportunità che ci invidiano. Una opportunità molto attuale e forte e che avanza nonostante il freno tirato a cui è stata sottoposta. La più grande opera infrastrutturale Reggiana orientata al futuro.

La stazione Mediopadana dell’Alta Velocità di Reggio Emilia

Proviamo a pensare se il progetto dell’auto elettrica fosse risultato serio e vincente? Sbagliato il metodo applicato nell’approccio e soprattutto sbagliato il canto di vittoria prematuro. Nulla di più. Giusto averci provato. Rimbocchiamoci le maniche, facciamo tesoro e rilanciamo. Nel 2024 i nuovi amministratori dovranno fare tesoro degli errori dei loro ex colleghi se ci sono stati. Facile criticare e più difficile amministrare. I capitali industriali in movimento nel mondo sono tanti e le opportunità che possiamo offrire valide per voi qualità. Proviamo a dotarci di strumenti adeguati e poniamo il nostro territorio in vetrina sul mercato internazionale rendendoci attrattivi. Non servono grandi risorse, ma solo la messa a reddito delle doti che noi reggiani disponiamo e possiamo offrire”.

(post da Reggio Report firmato Don Chisciotte)

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Una risposta a 1

  1. L'Eretico Rispondi

    12/03/2023 alle 19:09

    Concordo. Ho scritto le stesse cose in modo più sintetico nell’autunno 2021.
    Nulla di nuovo. Il peccato originale consta nell’affermare che “ricercavano finanziamenti”. Questa frase è la dimostrazione della loro incapacità. Questo tipo di operazioni vanno fatte con soldi propri, non a debito.

    L’unico rammarico è che in città abbiamo competenze (non io) che avevano interpretato alla perfezione questo disegno, mettendo in allerta le persone che volevano ascoltare (per fortuna).

    Saluti

    P.s. Don Chisciotte, sentiamoci, visto che siamo sintonizzati.

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