27/3/2023 – Dal 18 marzo era sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento perché nei due mesi precedenti, in diverse occasioni aveva offeso, minacciato di morte e usato violenza nei confronti della moglie anche in presenza dei figli minori. I carabinieri di Scandiano, a cui la donna terrorizzata dalla situazione si era rivolta raccontando i fatti, avevano denunciato il marito, un uomo di 44 anni, per maltrattamenti in famiglia aggravati.
La Procura della Repubblica di Reggio Emilia, condividendo le risultanze investigative dei Carabinieri della Tenenza di Scandiano, aveva richiesto e ottenuto dal Giudice l’ allontanamento dell’uomo dalla casa familiare con l’applicazione del divieto di avvicinamento alla vittima, prescrivendogli di non avvicinarsi all’abitazione della donna e ai luoghi dalla medesima frequentati, mantenendo una distanza di 1000 metri, e di non comunicare con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo con la persona offesa. Al marito inoltre è stato applicato il braccialetto elettronico.
Tuttavia questa notte poco prima delle 5 la donna ha allertato il 112 segnalando che l’ex marito si era presentato sotto casa sua e dopo averle staccato il contatore della luce bussava insistentemente alla porta di casa.
Peraltro anche il braccialetto elettronico confermava alla centrale operativa dei carabinieri la presenza dell’uomo nei pressi della casa della donna, motivo per cui venivano subito fatte confluire le pattuglie di Scandiano e Casalgrande che infatti hanno trovato il 44enne nella sua auto proprio nei pressi dell’abitazione della donna. Alla luce della flagranza di reato, relativamente alla violazione della misura cautelare dl divieto di avvicinamento l’uomo veniva arrestato e ristretto a disposizione la Procura reggiana.
La misura cautelare era stata emessa in quanto le indagini avevano rilevato che l’uomo negli ultimi due mesi, a seguito di una gelosia ossessiva, si era spinto a minacce di morte e violente aggressioni verbali e fisiche contro la donna, controllandola in ogni movimento sia in casa che fuori, vietandole di uscire da casa se non in sua compagnia, perseguitandola anche sul posto di lavoro e giungendo addirittura a controllare il numero delle docce che la donna facesse e lo stato dei suoi indumenti intimi. In particolare, la minacciava di morte con frasi del tipo “ti porto al cimitero, se non righi dritto ti faccio a pezzi e ti butto lì dentro nei cespugli” e in aggiunta a tali aggressioni verbali la sottoponeva a violenze fisiche schiaffeggiandola continuamente e spintonandola sul letto. Violenze, commesse anche davanti ai figli minori.