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Parma: più di 8 mila firme contro il progetto stadio Tardini
Una lezione di democrazia che dà noia ai padroni del vapore

DI PIETRO CURZIO

Egregio Direttore,

Sono uno dei tantissimi volontari che nel giro di 40 giorni, attraverso migliaia di incontri nelle piazze, nei mercati, nelle abitazioni hanno raccolto 8.241 firme contro l’attuazione del progetto di abbattimento e ricostruzione dell’impianto sportivo Tardini di Parma. La partecipazione riscontrata e le manifestazioni di volontà espresse costituiscono un patrimonio di democrazia, di cui la città e l’Amministrazione comunale, prima di tutto, dovrebbero essere orgogliosi; abbiamo a che fare con cittadini che hanno mostrato amore per la propria città, che hanno ritenuto di dover giocare un ruolo in prima persona, mostrando così fiducia nella forza delle idee e della comunità.

All’indomani della consegna delle firme, la Gazzetta di Parma ha colto l’occasione per rifare il punto sull’iter amministrativo e progettuale in atto; hanno risposto il Sindaco e quattro assessori, ciascuno per la parte di competenza; su ciascuna delle risposte fornite restano mille motivi di dissenso, esposti in varie sedi e su cui ci si tornerà a confrontare nella seduta consiliare che sarà convocata sulla petizione.

Quel che però oggi è prioritario stigmatizzare è che in nessuna di quelle risposte si esalta il valore del cammino democratico che c’è dietro quelle firme, non si coglie l’importanza della partecipazione espressa, non si fa propria l’ansia espressa per la difesa del pubblico interesse; le firme sono ignorate, come se la petizione fosse qualcosa di cui avere fastidio. Ci si interroga e ci si lamenta poi quando la partecipazione alle elezioni tocca livelli bassi!!

Chi ha portato avanti l’impegno di seguire con attenzione e passione questa vicenda si aspettava dall’Amministrazione il rispetto e l’approvazione del percorso attivato, con l’impegno ad affrontare finalmente nel merito le osservazioni di 8.241 cittadini.  

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5 risposte a Parma: più di 8 mila firme contro il progetto stadio Tardini
Una lezione di democrazia che dà noia ai padroni del vapore

  1. Stefano S Rispondi

    30/03/2023 alle 09:46

    resta il fatto, indiscutibile perchè matematico, che 8mila e rotte firme, pur tante in assoluto, rappresentano solo il 4% circa dei cittadini di Parma, un pò pochino

    • Pierluigi Rispondi

      30/03/2023 alle 11:50

      Magari se avessero avuto a disposizione la Gazzetta come i promotori del nuovo Tardini (così almeno all’evidenza dei fatti) le firme sarebbero state 80 mila. Non le pare?

      • Fausto Poli Rispondi

        30/03/2023 alle 21:13

        Caro Ghiggini: Le manca solo una struttura nazionale per essere apprezzato meglio. Lo stadio e’ business e lavoro. La democrazia e’ fermare lo o sfruttamento. Lo a democrazia e’ impedire il proliferare di iniziative aziendali pubbliche che danno impulso all’ economia e al vero lavoro, ma poi lo tolgono come per le recenti gestioni di coopsette unieco e altre. I padroni del vapore a Parma, Barilla in primis hanno s mm ore cercato di investire e creare occupazione. In tal caso, mi spiace che lo Stadio di Parma non venga rifatto. Certamente, a Reggio Emilia, se non fosse stato per Mapei, lo Stadio di Reggio Emilia ora accoglierebbe palazzine targate coop edilizia reggiana. Bravo Sig. Ghiggini.

  2. maria cristina menozzi Rispondi

    31/03/2023 alle 10:03

    8241 firme sono poche solo per coloro i quali non sanno come sono state raccolte : senza supporto
    da parte dell’informazione locale,con popolazione totalmente disinformata e soprattutto ormai talmente eterogenea da non capire che cosa si cela dietro questa operazione che ritengo sia di totale svendita ad uno straniero di una delle parti più importanti della città.
    Cosa ne sappiamo noi che fra qualche decina di anni ci sia una legge che non regala definitivamente l’area a chi ci ha costruito ,una specie di uso campione , così demoliranno lo stadio, che fatto lì è un insulto al buon senso , e ci costruiranno quello che vogliono in stile americano .Tutto in barba ad ecologisti e associazioni culturali varie ,visto che la zona Petitot e i viali dovrebbero essere tutelati come unico esempio in città di viali alla francese .A Reggio comanderanno le coop ma qui comandano poche famiglie che fanno solo i loro interessi quelli della città sono morti con il sig Pietro Barilla

  3. Testa Quadra Rispondi

    02/05/2023 alle 22:49

    Ma dello stadio dei Bagoloni che ci frega a noi reggiani?
    Per me è ancora valida la citazione del famoso striscione degli ultras della Reggiana contenuta nella canzone Robespierre degli Offlaga Disco Pax, va solo aggiornato il nome del presidente.

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