La tragedia di Saman: “Falle enormi nel sistema dei servizi sociali” La denuncia di Tiziana dal Pra e dei consiglieri di opposizione Bassa Reggiana
29/3/2023 – “Ci sono falle enormi nella vicenda di Saman”. Il “sistema”, quello stesso sistema che impegna decine e decine di onlus e cooperative nell’assistenza ai minorenni solo nella Bassa reggiana, non ha funzionato. Peggio: alla fine ha lasciato a se stessa la ragazza pakistana di Novellara che si era ribellata a un matrimonio combinato, al punto da tentare il suicidio dopo un viaggio in madrepadria, e sulla quale pendeva l’ostracismo del clan sino alla condanna a morte ferocemente eseguita nella notte del 1° maggio 2021.
1° maggio 2021: Saman esce di casa con i genitori prima della fine
Un gruppo di consiglieri di opposizione dell’Unione Bassa Reggiana e del consiglio comunale di Novellara, guidati da Cristina Fantinati (Lega Nord) denunciano in un documento “l’operato discutibile” dei servizi sociali nella tragica vicenda di Saman Abbas, e richiamano un’intervista di Tiziana Dal Pra, fondatrice e presidente dell’associazione Trama di Terre. Documento firmato da sei consigliere e consiglieri dell’Unione della Bassa: Cristina Fantinati (Novellara), Gaetano Scaravelli (Reggiolo), Alberto Ferroni (Luzzara), Vincenzo Iafrate (Guastalla), Mariarosa Simonazzi (Gualtieri), Nadia Lanfredi (Poviglio), Carmen De Vito (Boretto); e dai consiglieri di Novellara Luca Dall’Aglio, Andrea Mandredini, Ivo Germani.
Scrivono i consiglieri: “Non possiamo che essere d’accordo con le perplessità espresse della psicoterapeuta Tiziana Dal Pra, presidente dell’associazione Trama di Terre, quando evidenzia le enormi falle sistemiche occorse nel caso di Saman Abbas, specialmente con riferimento all’operato discutibile dei servizi sociali che si evince, in maniera inequivocabile, in varie occasioni”.
Questi i fatti:
Nei giorni precedenti l’omicidio, il 22 aprile 2021 Saman tornò a casa, fu intercettata dai carabinieri che già il 28 aprile avevano un mandato di perquisizione per entrare a casa dei genitori alla caccia dei documenti personali da restituire alla ragazza. Tuttavia, le forze dell’ordine hanno dovuto aspettare cinque giorni, il 3 maggio, perché i servizi sociali dell’Unione Bassa Reggiana dovevano trovare un luogo dove portare Saman e, oltretutto, dovevano coordinarsi per organizzare un incontro in compresenza dei servizi per i minori e gli adulti.
Quando si sono presentati alla porta degli Abbas, il 3 maggio, ormai la tragedia si era consumata. Circostanze che dimostrano la sottovalutazione del caso: forse con maggiore velocità, Saman si
sarebbe potuta salvare.
Pesanti riserve anche per la comunità per minori del bolognese dove Saman fu accolta dal novembre 2020 all’ aprile 2021, dopo la sua denuncia di essere vittima di un matrimonio forzato ordito dalla famiglia: nonostante il programma di protezione, la minorenne era libera di avere in uso un telefono smartphone, con cui scattava foto ed era attiva sui social.
La minorenne Saman era in Italia dal 2016 ma il suo caso non fu mai intercettato dai servizi sociali “Millefiori” di Novellara e dai servizi ai minori dell’Unione Bassa reggiana, nonostante le occasioni non fossero mancate, a partire dall’abbandono scolastico in età obbligatoria mai perseguito: la ragazza voleva andare a scuola ma la famiglia si opponeva e per dissuaderla il padre la picchiava.
Inoltre dal fidanzato di Saman, Saqib Ayub, emerge pure che la ragazza, ancora minorenne, avrebbe tentato il suicidio a marzo 2020, ingoiando una quindicina di pastiglie, a seguito di un viaggio in Pakistan avvenuto qualche mese prima coi suoi genitori dove aveva conosciuto lo sposo deciso dal suo clan. Si tratta di un’altra allerta preventiva che i servizi sociali non hanno intercettato.
La conclusione: “Ha ragione Tiziana dal Pra: c’è una falla tremenda nella vicenda di Saman, il “sistema” non ha funzionato”. Basterà questo per indagare a fondo anche sui servizi sociali?