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La strage dei migranti: 72 morti accertati
Trasferite oggi a Bologna solo una parte delle salme
Marcia indietro del Viminale dopo le proteste dei famigliari

8/3/2023 – In seguito alle proteste di questa mattina da parte dei parenti delle vittime dei migranti morti davanti a Cutro nel naufragio del 26 febbraio, è stato bloccato il trasferimento di tutte le salme al cimitero musulmano di Bologna. Con la mediazione della Prefettura si è riusciti a dare una risposta alle famiglie che da stamattina stavano protestando contro il trasferimento, con un sit-in improvvisato davanti al PalaMilone di Crotone. A Bologna entro oggi andranno – con l’accordo delle famiglie – 14 salme per le quali il Comune di Cutro ha già rilasciato i certificati necessari. Altre 10 partiranno forse domani. Le 17 salme delle vittime per per le quali le famiglie hanno deciso il trasferimento in Afghanistan resteranno a Crotone fino a che non saranno superati i problemi burocratici.

Un messaggio del Viminale di metà mattinata chiariva che i trasferimenti delle salme delle vittime del naufragio di Cutro sarebbero state “soluzioni provvisorie e non definitive” prese ”per dare immediata dignità alle salme” anche in  considerazione del fatto che non è semplice ”procedere nell’immediato al rimpatrio in Afghanistan”.

8/3/2023Saranno trasferite entro oggi al cimitero musulmano di Bologna le salme delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro. La decisione è stata presa dal ministero degli Interni ed ha colto di sorpresa le famiglie che si trovano a Crotone, che hanno inscenato una protesta con un sit-in davanti al Palamilone.

Le famiglie chiedono di attendere qualche giorno per avere la possibilità di avviare le pratiche per il trasferimento nei Paesi di origine. Il comune di Crotone, che ha raccolto le loro istanze, aveva già deliberato somme per i costi del trasferimento prelevandole dal Fondo migranti che poi sarebbe stato rimborsato dal Ministero.

ARRESTATO IL QUARTO SCAFISTA

E’ stato arrestato il quarto presunto scafista dell’imbarcazione carica di migranti il cui naufragio a Cutro, all’alba del 26 febbraio scorso, ha provocato la morte sinora accertata di 72 persone, con un numero dei dispersi ancora imprecisato . Si tratta di un cittadino turco, Gun Ufuk, di 28 anni, che dopo il naufragio era riuscito ad allontanarsi e a rendersi irreperibile. Ufuk, secondo quanto si é appreso, é stato rintracciato in Austria. Sul conto di Gun Ufuk pendeva l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Crotone, Michele Ciociola, dopo la convalida dei fermi dei presunti scafisti. Gli altri tre arrestati sono un turco e due pakistani, uno dei quali minorenne. Ufuk sarebbe stata la persona cui era affidato il compito di condurre il caicco che a poche decine di metri dalla riva, davanti la costa di Steccato di Cutro, ha urtato contro una secca scaraventando in mare il suo carico umano.

Il cittadino turco, inoltre, avrebbe svolto anche le funzioni di meccanico, intervenendo più volte quando il motore dell’imbarcazione ha manifestato qualche problema. Al momento non si hanno particolari sugli elementi che hanno consentito agli investigatori di rintracciare in Austria e di arrestare lo scafista.

E’ morto un altro dei presunti scafisti del caicco carico naufragato. Lo hanno accertato gli investigatori della Polizia e i militari della Sezione operativa Navale di Crotone della Guardia di finanza. L’uomo, un 30enne di nazionalità turca, è stato identificato grazie alle dichiarazioni dei superstiti ed individuato tra le vittime del naufragio grazie al riconoscimento degli stessi naufraghi.    

IL COMANDANTE DELLA GUARDIA COSTIERA: “MAI SOTTRATTI AL SOCCORSO IN MARE”

Alla responsabilità del soccorso verso chi è in pericolo in mare, la Guardia Costiera italiana non si è mai sottratta né mai si sottrarrà, lo dicono le nostre azioni e lo dicono le circa 60 mila persone salvate solo lo scorso anno, risultati inarrivabili che rendono il senso di un impegno, il vostro, che va ben oltre l’ordinario”. 

Questo un passaggio del messaggio inviato ieri dal comandante della Guardia Costiera, Nicola Carlone, a tutto il Corpo. “Sono giorni tristi questi, giorni in cui il dolore immenso per la perdita di tante vite umane in mare deve fare i conti con la necessità e il dovere di recuperare almeno i corpi delle vittime di questo terribile naufragio – scrive il comandante -. In questi momenti difficili non deve, tuttavia, mai venire meno la consapevolezza dell’inestimabile patrimonio costituito dalla nostra tradizione, professionalità e competenza, frutto non solo di 158 anni di storia valorosa ma anche di imprese recenti, di vite strappate alla morte e al pericolo, di lavoro quotidiano a favore del Paese”.

“Un patrimonio che, come ricordato dal nostro ministro – aggiunge -, onorate ogni giorno con il sacrificio e la dedizione nel vostro impegno, al servizio della collettività e dello Stato, per rispondere alle nuove sfide della sicurezza in mare con sempre maggiore coraggio e professionalità”.

“A voi – conclude il comandante Carlone – il compito di continuare a lavorare con professionalità e determinazione, e fare ciò che ha reso il Paese orgoglioso di voi. A me quello di valorizzare, proteggere e rafforzare l’identità della Guardia costiera italiana, che ha nella funzione del soccorso marittimo un pilastro essenziale del nostro agire, e rinnovarvi la mia fiducia e con essa l’orgoglio di essere il vostro Comandante Generale”.

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