16/3/2023 – Caro Direttore,
Se il sindaco avesse un vero amico, sarebbe stato informato da questi che la pandemia di Covid è finita da quasi due anni.
Lui (o lei) gli direbbe, con affetto sincero, che non è più tempo di messaggi urbi et orbi alla popolazione, che certe dirette social dai cantieri ricordano la parodia “Luca Vecchi bonificated paludi“, che non è affatto il caso alzare la voce coi cittadini come avvenuto un mese fa a Cella sulla via Emilia Bis, o, più recentemente, al telefono con un giovane giornalista, poi scoppiato a piangere.
I commenti su Facebook in cui il primo cittadino risponde stizzito alle critiche ricordando che “lui è stato votato due volte” tradiscono solo uno stato di nervosismo sempre più evidente, man mano che si avvicina il 2024. Eppure c’è vita anche al di fuori del Comune, anzi: ce n’è persino di più, a volerla vedere.
Certo, ci vorrebbe un amico, come cantava Venditti, e di questi tempi è cosa assai rara dalle parti del Municipio reggiano. Per non parlare di Iren e delle altre partecipate! Chi più, chi meno, sono in molti e molte a gomiti rigorosamente alti, a mettersi in prima fila per il dopo, a prenotare candidature e posti di prestigio, a sfruttare la scia di questa fine mandato per derapare verso lidi prestigiosi. Basta scorrere le bacheche dei vari collaboratori di Vecchi per constatare un’orgia di dichiarazioni stampa, ospitate televisive, defilé con vestitini improbabili.
Assessori e assessore talmente innamorati di quel poco o molto di notorietà che dà il ruolo che si fanno fotografare in modo compulsivo, che convocano i giornalisti annunciando “supercazzole prematurate” (citazione colta, dal Conte Mascetti) una, due, infinite volte.
Il sindaco regge loro bordone, ma l’esito complessivo è presto detto: il troppo stroppia, e l’ottima considerazione che avevano di lui i cittadini appunto al termine della pandemia va, via via, scemando. Non basta vestirsi di rosa quando passa il Giro d’Italia per far dimenticare le bollette della Tari arrivate con due mesi d’anticipo, né bisogna confondere i like con i consensi delle persone in carne ed ossa.
Riuscirà il sindaco, con un colpo d’ala, ad affrancarsi da adulatori professionisti e personaggi in cerca d’autore e a chiudere il secondo mandato senza lasciare un’immagine malinconica di sé? Nel frattempo sono in molti a essere sempre più arrabbiati per le utenze domestiche, per una sanità in palese affanno ed il caro vita che picchia duro, a Reggio Emilia come altrove.
Il centrodestra, sornione, guarda e aspetta, ma non esiste dubbio alcuno che nel 2024 avrà un’occasione epocale, dopo oltre 70 anni, per vincere in città.
(DA GINO FARINACEO)
Alessandro Raniero Davoli
17/03/2023 alle 18:23
Una grande occasione … forse, sempre che il centrodestra non si inventi ancora una volta candidati improbabili, come il buon Roberto Salati. Di lui ebbe a dire l’ex segretario provinciale Lega, Monti, che avrebbe avuto molti voti dalle donne reggiane, per presunte performance da « tombeur des femmes » … E questo era il massimo che si potesse dire come referenza “capacità politica”, e abbiamo visto …”quanti voti”.
Quindi sul « Tombeur » non so dire, mentre degli exploit politici in consiglio comunale a Reggio e come neo segretario/coordinatore Lega della provincia … idem … nulla, assolutamente nulla so dire …
Con candidati simili, il PD può stare tranquillo, anche un Enrico Bini qualunque, (l’attuale sindaco di C. Monti ha confermato che sarà candidato sindaco alle prossime elezioni comunali, primavera 2024, a Reggio Emilia …), rischia di essere eletto senza grande sforzo …
Saluti ai lettori,
Alessandro Raniero Davoli