L’indagato, condotto in carcere e comparso stamattina in tribunale per l’interrogatorio di garanzia, si presentava alle vittime con il suo “nome d’arte”, ovvero “Essecapo”, al fine di intimorirle e indurle in soggezione. Negli ambienti della musica trap lo pseudonimo è infatti noto per i rapporti con il gruppo “casa base“, una band giovanile che “marchiava” il territorio con scritte sui muri e ha firmato nei mesi scorsi diverse azioni violente. Tra queste l’accoltamento di un giovane in un bar, una rapina ai Chiostri di San Pietro, e l’interruzione del servizio pubblico su un autobus. Due membri della gang sono stati arrestati e altri dieci denunciati.
Il magrebino arrestato, invece, si faceva consegnare dai ragazzini contanti e cellulari, minacciandoli
Il sospetto della Polizia è che, oltre agli episodi contestati al rapinatore ce ne possano essere altri “sommersi”. L’invito del dirigente della squadra Mobile reggiana Guglielmo Battisti a chi abbia subito i reati è di farsi avanti. “Il vero coraggio è denunciare”, dice Battisti, evidenziando poi che “un conto è atteggiarsi da criminale sui social in una narrazione artistica o parartistica. Ma quando si passa alla realtà non può che scattare una risposta repressiva”. Con riferimento a “casa base”, il dirigente della Questura aggiunge: “Non consentiremo a nessuno di appropriarsi di una porzione di città”.
(fonte: agenzia Dire)