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Saman, il fidanzato si costituisce parte civile
Estradizione del padre, 10 rinvii a Islamabad: “Tajani convochi l’ambasciatore”

7/2/2023Saqib Ayub, il fidanzato di Saman, si costituirà parte civile nel processo per il femminicidio a sfondo religioso e tribale della 18enne pakistana uccisa a Novellara nella notte del 1° maggio 2021, processo che inizierà venerdì 9 in tribunale a Reggio Emilia. Ad annunciarlo è il legale del ragazzo, Claudio Falleti. “Se mai otterremo dei soldi, li utilizzeremo per aprire una Fondazione Saman che possa tutelare le vittime dei matrimoni forzati”, racconta l’avvocato oggi a ‘Qn-il Resto del Carlino’.
    Il giovane non sarà però presente in udienza.

“Andrò solo io – spiega il legale – Lui non vuole trovarsi davanti quei mostri”, riferendosi ai tre dei cinque imputati che saranno in aula ovvero Danish Hasnain, lo zio di Saman e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.

Alla sbarra mancheranno la madre Nazia Shaheen, tuttora latitante, e il padre Shabbar Abbas, in carcere in Pakistan dove non è stata per ora ancora concessa l’estradizione all’Italia.

Shabbar Abbas, padre di Saman

“I dieci rinvii d’udienza per la decisione sull’estradizione sono scandalosi – afferma l’avvocato Falleti – Ho letto parole inaccettabili da parte della difesa di Shabbar che mette in discussione la nostra magistratura”. Poi lancia un appello al Ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Nel giugno 2021 disse che la vicenda Saman non può lasciare indifferenti. Ora che è al Governo, agisca e convochi l’ambasciatore pachistano”.

L’ avvocato Falleti ha, per così dire, “adottato” Saqib. Il giovane che prima abitava in provincia di Frosinone, ora vive in Piemonte aiutato dal suo stesso legale. “Non l’ho mai considerato un mio cliente, ma come un secondo figlio – racconta Falleti – La sua storia mi ha colpito e mi sono subito offerto di aiutarlo, sia dal punto di vista legale sia nella vita. Così io e la mia compagna lo abbiamo preso sotto la nostra ala protettiva e l’abbiamo tenuto a casa con noi per un periodo. Da qualche mese ha ottenuto il permesso di soggiorno e ha trovato lavoro come chef in un ristorante. Vive in un appartamento in Piemonte, ma viene spesso a trovarci. Ha passato anche il Natale
da noi”.
Saqib era inviso alla famiglia Abbas che aveva promesso in sposa la figlia Saman a un cugino in patria. Nozze combinate alle quali lei si era opposta, denunciando tutto ai servizi sociali che l’avevano collocata in una struttura protetta nel 2020. Struttura dal quale è uscita nel 2012 quando è diventata maggiorenne. Da quel momento è rimasta sola, e forse il suo clan aveva già deliberato di ucciderla.

In quel periodo aveva conosciuto Saqib, fidanzandosi. Nonostante la famiglia avesse minacciato più volte il ragazzo e i suoi genitori in Pakistan, Saman voleva sposarlo e, nella primavera del 2021, era tornata dai suoi proprio per prendere i documenti custoditi ancora a casa a Novellara dal padre, e scappare con Saqib. Ma, anche col pretesto declla foto di un bacio fra i due nelle vie di Bologna, in rete su TikTok, il padre – nsecondo l’accusa – avrebbe deciso di uccidere la figlia perché aveva “disonorato” la famiglia. (fonte: ANSA.it)

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