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Ndrangheta, Aemilia non è bastata
“Indagini rilevanti in corso a Reggio”
Il procuratore Paci punta il dito su imprenditori, associazioni e sindacati: “Scarsa collaborazione”

25/2/2023 – Il processo Aemilia non è bastato e non basterà. Anzi, la ndrangheta a Reggio Emilia si è “stabilizzata” e si registra una presenza massiccia di imprese costituite nel territorio “per l’osmosi che la ndrangheta ha trovato nel tessuto economico”. Nella conferenza tenuta all’hotel Astoria su invito dell’Anpi, Il procuratore della Repubblica Gaetano Calogero Paci ha rivelato che sono tuttora in corso indagini “rilevanti” e ha puntato il dito su associazioni, imprenditoria, professionisti e sindacati per un atteggiamento scarsamente collaborativo con la stessa Procura. Affermazioni clamorose, un vero allarme e un appello al mondo economico e alla società reggiana oggi confermato e precisato in una intervista di Paci al Carlino Reggio: “Questa non è una partita di calcio tra mafiosi e magistratura. Le forze sane del’imprenditoria devono comprendere che non possono stare sugli spalti a guardare la partita, devono scendere in campo anche loro“. E per far capire bene il proprio pensiero, il procuratore sfodera una frase dimenticata di Pio La Torre, il deputato siciliano del Pci ammazzato dalla mafia, promotore della legge che introdusse il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni (la legge Rognoni-La Torre): “La lotta alla mafia deve essere una lotta di popolo“.

Il procuratore di Reggio Emilia Calogero Paci

Nell’intervista raccolta da Benedetta Salsi, il procuratore afferma: “Non ci deve accontentare delle sentenze: Aemilia, Perseverance: riguardano fatti del passato. Mentre oggi, ancora, nel nostro ufficio sono in corso indagini rilevanti contro le infiltrazioni nel tessuto economico reggiano. e non mi pare che ci sia la fila dietro le porte della procura di imprenditori, associazioni o sindacati che vengano a denunciarfe situazioni ambigue“.

Paci non dice di più sulle indagini in corso, e glissa anche rispondendo a una domanda sulle richieste di riapertura di Aemilia sul filone politico: “Non mi riferisco a un episodio particolare ora”.

Tuttavia disegna un quadro a tinte fosche sulla forza peersistente delle mafie nel territorio reggiano, situazione del resto resa lampante dalle cento interdittive emesse dalla prefettura nel 2022: “Reggio è la terza città del centro nord dopo Brescia e Milano per maggiore concentrazione di imprese legate alla criminalità organizzata: è un dato scientifico acquisito da Uif -Banca d’Italia. E aggiunge: “Quando mi sono insediato ho trovato un insieme di attività di indagine autonome o collegate alla Dda, che confermano come Reggio sia il principale territorio di riferimento per le imprese che operano con le false fatturazioni, per creare flussi economici in nero che la criminalità organizzata poi reinveste nel Paese o all’estero”.

Per questo imprenditori, lavoratori e sindacati non dovrebbero restare sugli spalti a guardare la partita, ma essere in prima fila per denunciare situazioni di anomalia. E aggiunge: “Non ho mai creduto che davvero chi lavora possa dire di “non essersi reso conto”. Stesso discorso vale con la politica: non si può più dire io non sapevo che avevo a che fare con un mafioso che mi ha dato i voti. Basta alibi” .

Il procuratore Paci definisce i protocolli antimafia tra amministrazioni locali e prefettura come un “esempio virtuoso” a livello nazionale, e per questo stigmatizza le “dichiarazioni irresponsabili dell’unico candidato sindaco di Cutro” rispetto a tale strumento. Al tempo stesso fustiga la tendenza “all’apparenza e alla retorica”: “Sia le organizzazioni degli imprenditori, sia le associazioni del territorio, ma anche le pubbliche amministrazioni e le imprese, ritengono che una volta che ci sia dato di un protocollo di legalità si sia assolto al proprio ruolo di vigilanza, senza ave attuato un vero atteggiamento collaborativo con la magistratura nella lotta alla mafia“.

E sul processo Aemilia: “Non dobbiamo ritenere che questa sentenza e le altre a seguire risolvano il problema perché riguardano fatti del passato. Tuttora abbiamo una massiccia presenza di imprese che vengano costituite nel territorio per l’osmosi che la ndrangheta ha trovato nel tessuto economico”, anzi “sono stati gli imprenditori emiliani a cercare la ndrangheta come partner affidabile e conveniente sotto il profilo dei costi”. E ancora “nessuno fa la fila in procura e altra polizia per segnalare situazioni oblique, mentre poi indagando si trovano. Il lavoro di indagine è complesso, richiede tempi. Così accade che arriviamo sempre dopo.”

In conclusione Paci insiste sul concetto di lotta di popolo, che riguarda tutti, e cita ancora il Pio La Torre alla testa dei contadini e dei braccianti nelle lotte contro i latifondisti: “La lotta alla mafia è così: una lotta per migliorare la qualità della vita di tutti, per migliorare la democrazia e il sistema economico. E’ una lotta per se stessi, non per altri, bisogna che tutti lo capiscano”.

AEMILIA “COSE DEL PASSATO”? QUALCOSA NON TORNA

In definitiva, l’appello del Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia appare come un incitamento a quel “chi sa parli” che doveva essere una tessera fondamentale del mosaico che ha preso forma con Aemilia, e invece ha lasciato un buco sempre più vistoso. Altra tessera-chiave dispersa chissadove è il rapporto con la politica, lasciata fuori dall’orizzonte di Aemilia – nonostante fosse evidente che la ndrangheta a Reggio si è radicata attraverso le politiche urbanistiche, gli appalti e il rapporto con le amministrazioni locali – al punto da perseguitare per anni e rovinare personalmente e politicamente due innocenti di centro destra, come Giuseppe Pagliani e Giovanni Paolo Bernini, per lasciare in un cono d’ombra schermati da una sorta di salvacondotto giudiziario i ceti detengono il monopolio del governo locale.

Per questo suona in un certo senso singolare la considerazione su Aemilia come un processo che riguarda “fatti del passato“. Sui fatti del passato non si può mettere una pietra sopra, e finché il passato non viene scandagliato a fondo, sempre nei limiti del possibile, finché ci saranno sottovalutazioni, omissioni e salvacondotti, non sarà possibile nemmeno comprendere a fondo il presente. Perché certe cose accadono qui e ora, e non altrove.

Del resto nessuno sinora ha saputo o voluto affrontare un nodo cruciale, che sta al fondo di tutto: se il radicamento mafioso a Reggio sia esclusivamente d’importazione, oppure – come spiegò il compianto Vincenzo Bertolini, ultimo segretario provinciale del Pci – “la mafia a Reggio c’era già“.

E se appare quanto mai pertinente la citazione di La Torre come dirigente politico alla testa delle lotte dei contadini contro il latifondo, non si può dimenticare che a realizzare la riforma agraria negli anni 50 – la riforma sociale più coraggiosa, incisiva dell’Italia repubblicana, che affrancò dalla povertà milioni di persone in Sicilia, Calabria e Campania – fu la tanto vituperata Democrazia Cristiana, che seppe incidere nelle proprie carni e dare una svolta alla storia d’Italia e del Sud. Svolta rimasta incompiuta, ma questa è un’altra storia.

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4 risposte a Ndrangheta, Aemilia non è bastata
“Indagini rilevanti in corso a Reggio”
Il procuratore Paci punta il dito su imprenditori, associazioni e sindacati: “Scarsa collaborazione”

  1. Maria Petronio Rispondi

    25/02/2023 alle 20:46

    I miei complimenti al procuratore Gaetano Calogero Paci, che ho avuto modo di ascoltare recentementedurante l’ intervista rilasciata ad Andrea Purgatori, nell’ ambito della trasmissione Atlantide a La7. Una persona preparatissima, energica e adamantina, dalla memoria enciclopedica. Ne sono entusiasta!

  2. Alessandro Raniero Davoli Rispondi

    26/02/2023 alle 11:34

    CARO PROCURATORE CAPO, TI SCRIVO ….:

    Ho chiesto più volte un incontro sia con il procuratore capo Dr. Marco Mescolini, poi con quello ad interim, Dr.ssa Isabella Chiesi, e infine con l’attuale procuratore capo Gaetano Calogero Paci. (Mai ricevuto!)
    Volevo parlare loro e chiedergli conto di:

    – Scuola nuova Cattaneo Dall’Aglio, (3 milioni e duecentomila euro nel 2092), crollo del soffitto, tre feriti, scoperti materiali difettosi, a due anni e mezzo dalla costruzione. Perizia ufficiale del prof. Enrico Radi. Responsabilità evidenti di amministratori pubblici … corruzione?
    (Mia denuncia del 2005, controfirmata da consiglieri comunali ed esponenti delle opposizioni, con documenti e testimonianze, mai proceduto ad un rinvio a giudizio … perché?
    – Discarica IREN di Poiatica, Carpineti, radioattiva, con segnalazioni dei tre parroci della zona di aumento di tumori nei giovani con esiti mortali, anomale munerò di leucemie infantili, aborti spontanei, bambini nati morti, neonati con deformità, nella valle del fiume Secchia. Data in gestione prima a Ciampa’ poi alla Ramm di Rossato Fortunato, coinvolto in altre indagini per traffico di rifiuti tossicò, nocivi e radioattivi !!!. Aziende poi risultate infiltrate o condizionate dalla ‘Ndrangheta. Controllo della radioattivita confermato dal massimo esperto italiano in radioprotezione, direttore di due centri per il trattamento di rifiuti nucleari, responsabile del controllo di oltre trenta discariche pubbliche e inceneritoti, per la verifica della radioattività. Sua testimonianza in Procura, rilievi documentati … nessun arresto !!!)
    – Impresa edile campana (Xxx Srl) che ha vinto tre importanti appalti pubblici, due nel comune di ventasso e uno a Castelnovo Monti, per un importo superiore ai due milioni di euro. Dopo alcune segnalazioni e grazia’ all’aiuto di una breve ricerca svolta da una amica, ho denunciato alla Procura, oltre due anni e mezzo fa, che il RdL (responsabile dei Lavori), già arrestato anni prima per pesanti reati con altri elementi di un clan camorristico, non pare un semplice “picciotto” ma addirittura il genero di un boss di camorra … avendone sposato la figlia. Uno dei cantieri era di fianco ad una stazione locale dell’Arma ! Da allora nessuna comunicazione dalla Procura, nemmeno per smentire, che ne so, per una eventuale improbabile omonimia …
    – Possibili “Brogli” elettorali alle amministrative del 2019, su possibile azione concertata da Bruxelles è affiancata, facilitata da due potenti logge massoniche italiane … Un testimone “minacciato” è ridotto al silenzio ? (Denuncia circostanziata con testimonianze … che fine ha fatto il mio esposto?).
    – Tre nipoti del boss di Ndrangheta, Nicolino Grande Aracri, consiglieri comunali e candidati a Casina, prima nel PD, sindaco Gianfranco Rinaldi, poi nella lista Civica del sindaco Stefano Costi . (La lista civica dell’attuale maggioranza aveva non solo l’assessore ai Lavori Pubblici “a rischio” di condizionamenti mafiosi, come ha attestato la prefettura negando l’iscrizione della sua azienda edile nella White List, ma ha tutt’ora attivo un consigliere nipote del Grande Aracri. Voto della comunità calabrese di Casina condizionato da ordini arrivati da Cutro o dal carcere di Opera ?) Né la Procura di Reggio, né la DDA di Bologna si sono fatti vivi …
    – Lavoro nero in azienda che collabora con il Parco Nazionale, coinvolti un ex sindaco del PD e una cooperativa diretta da un ex assessore del PD. (Anche qui con documenti, indicazioni precise, testimonianze di lavoratrici in Neto ecc). Che fine ha fatto ?
    – Amianto in grande quantità, frantumato, vicino ad un torrente ed a campi coltivati, da anni sulla proprietà del presidente del Parco Nazionale, già senatore PD Fausto Giovannelli. Nonostante la mia denuncia, le numerose evidenze fotografiche e video, la testimonianza di tre Guardie Giurate Ecologiche Volontarie, i controlli di Arpa, dei Carabinieri forestali, grazie alla inerzia dolosa del sindaco PD di Vetto, è ancora lì. (Ho denunciato il sindaco di Vetto, Ruffini, nel frattempo assunto dall’amministrazione Pd di Castelnovo Monti come responsabile Ufficio Urbanistica, edilizia privata). Il maresciallo dei Carabinieri Forestali cge ha seguito le prime indagini, nel frattempo è stato trasferito: solo un caso? Nessuna bonifica, nessuna sanzione verso la proprietà. Vorrei spiegazioni convincenti dalla Procura.

    Quando mi vorranno ascoltare? Auguro buon lavoro alla Procura di Reggio Emilia, e inviare i mie saluti,
    Alessandro Raniero Davoli
    Consigliere comunale, capigruppo CASTELNOVO LIBERA
    Consigliere Unione Montana, gruppo Lega-Fratelli d’Iralia

  3. Alessandro Raniero Davoli Rispondi

    26/02/2023 alle 12:45

    CARO PROCURATORE CAPO, TI SCRIVO … : (per una Montagna Migliore …)
    Ho chiesto più volte un incontro sia con il procuratore capo Dr. Marco Mescolini, sia con quello ad interim, Dr.ssa Isabella Chiesi, e infine con l’attuale procuratore capo Gaetano Calogero Paci. (Mai ricevuto!) Volevo parlare loro e chiedergli conto di:

    – Scuola nuova Cattaneo Dall’Aglio, (3 milioni e duecentomila euro, consegnata nel 2002-2003), crollo del soffitto nel marzo 2005, tre feriti, scoperti materiali difettosi, a due anni e mezzo dalla costruzione. Perizia ufficiale del prof. Enrico Radi. Responsabilità evidenti di amministratori pubblici … corruzione? Perizia dichiara che a causa dei difetti di costruzione, per i materiali di scarto impiegati, la scuola NON è antisismica … Capito bene ? 2000 persone circa, tra studenti, insegnanti e personale scolastico la frequentano tuttora …
    (Mia denuncia del 2005, controfirmata da consiglieri comunali ed esponenti delle opposizioni, con documenti e testimonianze, mai proceduto ad un rinvio a giudizio … perché?)
    – Discarica IREN di Poiatica, Carpineti, radioattiva, con segnalazioni dei tre parroci della zona di aumento di tumori nei giovani con esiti mortali, anomale numero di leucemie infantili, aborti spontanei, bambini nati morti, neonati con deformità, nella valle del fiume Secchia. Data in gestione prima a Ciampa’ poi alla Ramm di Rossato Fortunato, coinvolto in altre indagini per traffico di rifiuti tossici, nocivi e radioattivi !!!Aziende poi risultate infiltrate o condizionate dalla ‘Ndrangheta. Controllo della radioattivita confermato dal massimo esperto italiano in radioprotezione, ing. Achille Cester, direttore di due centri per il trattamento di rifiuti nucleari, responsabile del controllo di oltre trenta discariche pubbliche e inceneritori, per la verifica della radioattività. Sua testimonianza in Procura, rilievi documentati … nessun arresto !!!)
    – Impresa edile campana (Xxx Srl) che ha vinto tre importanti appalti pubblici, due nel comune di Ventasso e uno a Castelnovo Monti, per un importo superiore ai due milioni di euro. Dopo alcune segnalazioni e grazie all’aiuto di una breve ricerca svolta da una amica, ho denunciato alla Procura, oltre due anni e mezzo fa, che il RdL (responsabile dei Lavori), già arrestato anni prima per pesanti reati con altri elementi di un clan camorristico, non pare un semplice “picciotto” ma addirittura il genero di un boss di camorra … avendone sposato la figlia. Uno dei cantieri era di fianco ad una stazione locale dell’Arma ! Da allora nessuna comunicazione dalla Procura, nemmeno per smentire, che ne so, per una eventuale improbabile omonimia …
    – Possibili “Brogli” elettorali alle amministrative del 2019, su azione concertata da Bruxelles e affiancata, facilitata da due potenti logge massoniche italiane … Un testimone “minacciato” e quindi ridotto al silenzio ? (Denuncia circostanziata con testimonianze … che fine ha fatto il mio esposto?).
    – Tre nipoti del boss di Ndrangheta, Nicolino Grande Aracri, consiglieri comunali e candidati a Casina, prima nel PD, sindaco Gianfranco Rinaldi, poi nella lista Civica del sindaco Stefano Costi . (La lista civica dell’attuale maggioranza aveva non solo l’assessore ai Lavori Pubblici “a rischio” di condizionamenti mafiosi, come ha attestato la prefettura negando l’iscrizione della sua azienda edile nella White List, ma ha tutt’ora attivo un consigliere nipote del Grande Aracri. Voto della comunità calabrese di Casina condizionato da ordini arrivati da Cutro o dal carcere di Opera ?) Né la Procura di Reggio, né la DDA di Bologna si sono fatti vivi …
    – Lavoro nero in azienda che collabora con il Parco Nazionale, coinvolti un ex sindaco del PD e una cooperativa diretta da un ex assessore del PD. (Anche qui con documenti, indicazioni precise, testimonianze di lavoratrici in nero ecc). Che fine ha fatto ?
    – Amianto in grande quantità, frantumato, vicino ad un torrente ed a campi coltivati, da anni sulla proprietà del presidente del Parco Nazionale, già senatore PD Fausto Giovannelli. Nonostante la mia denuncia, le numerose evidenze fotografiche e video, la testimonianza di tre Guardie Giurate Ecologiche Volontarie, i controlli di Arpa, dei Carabinieri forestali, grazie alla inerzia dolosa del sindaco PD di Vetto, è ancora lì. (Ho denunciato il sindaco di Vetto, Ruffini, nel frattempo assunto dall’amministrazione Pd di Castelnovo Monti come responsabile Ufficio Urbanistica, edilizia privata). Il maresciallo dei Carabinieri Forestali che ha seguito le prime indagini, nel frattempo è stato trasferito: solo un caso? Nessuna bonifica, nessuna sanzione verso la proprietà. Vorrei spiegazioni convincenti dalla Procura.

    Quando mi vorranno ascoltare? Auguro buon lavoro alla Procura di Reggio Emilia, e invio i miei migliori saluti,

    Alessandro Raniero Davoli
    Consigliere comunale, capigruppo CASTELNOVO LIBERA
    Consigliere Unione Montana, gruppo Lega-Fratelli d’Italia

    Link: https://www.reggioreport.it/2023/02/ndrangheta-aemilia-non-e-bastata-indagini-rilevanti-in-corso-a-reggio-il-procuratore-paci-punta-il-dito-su-imprenditori-associazioni-e-sindacati-scarsa-collaborazione/?unapproved=77920&moderation-hash=b124631c2c849314398d234b0e3cb791#comment-77920

    • Fausto Poli Rispondi

      26/02/2023 alle 13:50

      Buonasera. Un articolo da incorniciare.

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