21/10/2022 – Sarà presentata a Sologno sabato 22 ottobre (PalaSologno, ore 16) la candidatura a Patrimonio dell’Umanità Unesco proposta dalla Regione Emilia Romagna del “Carsismo nelle Evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale”, che comprende anche gli stupefacenti Gessi triassici della montagna reggiana situati in un tratto di circa 10 km lungo nell’alta valle del Secchia, poco più a sud della Pietra di Bismantova: sono affioramenti di gessi risalenti a oltre 200 milioni di anni fa, i più antichi dell’Appennino e i più studiati al mondo.
L’iniziativa è organizzata dalla ProLoco di Sologno con il Parco nazionale e il Comune di Villa Minozzo, per illustrare alla popolazione la candidatura e il valori dei Gessi Triassici in particolare. La Riserva di Biosfera Unesco al suo interno custodisce entrambi i tipi evaporiti, quelle più antiche, triassiche della Val Secchia e quelle più giovani messiniane che emergono tra Bologna e la Romagna, anche nella zona collinare reggiana tra Albinea, Scandiano e Vezzano.
Nel corso della giornata sono previsti diversi interventi tra i quali quello del professor Stefano Lugli, docente al il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
La candidatura alla World Heritage List, elenco dei siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità UNESCO, comprende sette siti nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi della Romagna Orientale.
Aree accomunate dalla presenza di rocce che si sono formate nel corso dei millenni in seguito all’evaporazione delle acque marine che ricoprivano queste zone e alla concomitante concentrazione dei sali minerali tra cui appunto il gesso.
La candidatura si basa sul criterio VIII della Convenzione del 1972 che fa riferimento a testimonianze straordinarie dei principali periodi dell’evoluzione della terra e riguarda una zona ricca di depositi evaporitici che generano forme carsiche, particolarmente significativa per lo studio della disgregazione del supercontinente Pangea avvenuta circa 200 milioni di anni.
L’intero complesso costituisce il primo e il più studiato carso evaporitico del mondo, e ciò spiega la candidatura Italiana per il 2023. Proprio nella prima settimana di novembre giungerà nel posto la valutatrice della Candidatura che, appunto, visiterà tutti i siti candidati. Nel reggiano saranno visitate anche le Fonti di Poiano interessante da una recente frana da crollo, che ne ha modificato l’aspetto in una sua parte. Si tratta di una naturale evoluzione del paesaggio in considerazione che le evaporiti triassiche sono rocce profondamente deformate e smembrate da complessi processi geologici.Sono, infatti, interessate da una circolazione idrica sotterranea che provoca la formazione di grandi vuoti e cavità sotterranee instabili; un fenomeno naturale che conferma un carsismo attivo, come indicato anche nel dossier di candidatura e che rappresenta proprio un esempio unico a livello mondiale di evoluzione rapidissima del paesaggio carsico.