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Scavi di Tannetum, settimo anno
Riaffiora la S. Ilario imperiale
E al Castellazzo individuata una seconda torre

12/10/2022 – Si è conclusa di recente la settima campagna di scavo archeologico del progetto Tannetum a S. Ilario d’Enza e a Taneto di Gattatico, rivelando nuovi aspetti fondamentali per ricostruire la storia dell’antica città romana scomparsa di Tannetum e dello sviluppo storico dell’area. Dall’11 al 24 settembre la squadra di scavo internazionale guidata dal professor Paolo Storchi – promotore degli scavi di Tannetum, scopritore del teatro di Euripide a Pella e oggi esperto archeologo del Museo Archeologico Nazionale di Siena – è tornata per il settimo anno consecutivo ad indagare il comprensorio che separa S. Ilario e Taneto, dove gli studi di Storchi collocano l’antica Tannetum, di cui nel 2016 si è identificato l’anfiteatro e negli anni successivi alcune strade romane ciottolate, oltre che il villaggio celtico precursore della città romana ed un interessante fortilizio medievale.Si tratta di un progetto di ricerca internazionale che vede la partecipazione della Sapienza, Università di Roma e dalla Syddansk Universitet di Odense, in Danimarca (Prof. L. Migliorati e J. Carlsen). Le ricerche sono condotte sul campo da Paolo Storchi, su concessione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara (Funzionario incaricato dott.ssa Monica Miari). Il tutto col supporto dei Comuni di Gattatico e Sant’Ilario d’Enza e dei gruppi archeologici locali (Gruppo Storico-Archeologico Val D’Enza, Associazione Tannetum).

Le attività di quest’anno si sono concentrate in due siti, uno, di età romana, nel comune di S. Ilario d’Enza e uno, medievale, in quello di Gattatico, dimostrazione di come il patrimonio archeologico unisca solidamente queste realtà: in questo caso, come sempre dovrebbe essere, la cultura unisce le comunità.

Il passato romano. Nell’area urbana del parco di via Allende a S. Ilario è stato effettuato uno dei due sondaggi di scavo. Questo luogo vissuto finora dalla cittadinanza come un comune parco cittadino ha invece rivelato tracce insospettabili e importanti del nostro passato. Si tratta di stratificazioni e strutture risalenti alla piena età imperiale romana che vivono fino alla tarda antichità. Il sito è stato inizialmente indagato con metodologie non invasive (geofisica, una tecnica di diagnostica che permette di individuare anomalie sottoterra che possono corrispondere ad edifici antichi sepolti) ad opera di Ra.Ga srl e di GeoInvest. L’area era quindi già stata indagata archeologicamente nel 2019 e 2020 e aveva rivelato una strada romana e, alcune decine di metri più a nord, quello che si direbbe un edificio rustico (una fattoria romana): gli scavi del 2022 hanno contribuito ad accertarne la planimetria e a comprendere meglio le sue fasi di vita.

Il Medioevo. Gli scavi nel fortilizio altomedievale del Castellazzo. Contemporaneamente proseguono le ricerche sul fortilizio altomedievale del Castellazzo. La struttura fortificata indagata in continuità dal 2017 ha restituito negli anni reperti straordinari, fra i quali quelli che sono fra i più antichi scacchi noti, ad oggi, in Europa, fabbricati forse in Iran e giunti fino alla valle dell’Enza in un momento in cui questo territorio era “al centro del mondo”. Dopo avere indagato, negli anni precedenti, l’ingresso della struttura e una delle otto torri che la caratterizzava (per il restauro della quale il Ministero della Cultura ha stanziato un cospicuo finanziamento, vista la speciale importanza del ritrovamento) le ricerche di quest’anno si sono focalizzate nell’individuazione di una seconda torre che è risultata assai simile alla prima, di fattura pregevolissima, con muri imponenti. Proseguono parallelamente anche le ricerche del team per l’inquadramento di un maniero così antico e ben difeso nel panorama storico dell’alto medioevo emiliano.

Il teami ha visto la partecipazione di 10 giovani archeologi, fra studenti di laurea magistrale e ricercatori più formati (alunni della Scuola di Specializzazione in Archeologia e dottorandi).

“Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti – ha dichiarato Stlorchi – Ogni anno viene ricostruito un piccolo tassello della nostra storia. Sono estremamente grato ai comuni, ai gruppi archeologici locali e agli sponsors, in particolare a Clevertech grazie al cui generoso contributo siamo in grado di scavare e anche di programmare futuri interventi di valorizzazione per rendere le nostre ricerche fruibili a tutti. Le potenzialità dei siti individuati sono però enormi e bisognerebbe intercettare ulteriori finanziamenti in modo da ottenere un appoggio ancora maggiore, e far sì che le attività di scavo e di ricerca non debbano essere limitate a poche settimane estive, oltre che nella prospettiva della creazione di un parco archeologico”.

La comunità locale al fianco dei giovani ricercatori. Da segnalare l’attenzione e la curiosità dei residenti per questi scavi. I giovani studiosi hanno potuto contare quotidianamente sul sostegno e sull’affetto degli abitanti. Una presenza gentile, sempre benvoluta dai ricercatori con i quali si è dato vita ad un nuovo ponte culturale tra epoche e Paesi diversi. Una nuova comunità internazionale nata a Sant’Ilario d’Enza e Taneto nel segno dell’archeologia. Tutti uniti e fiduciosi in nuove scoperte. Da segnalare anche il supporto costante da parte del Gruppo Storico-Archeologico Val d’Enza,, dell’Associazione Culturale Tannetum, oltre che dell’Arci di Taneto: dimostrazione della straordinaria vivacità culturale di questa valle. 

Il sostegno economico alle campagne di scavo viene un pool di aziende (in primis Clevertech SPA, ma anche Italsughero, Conad Taneto, Pizzeria il Ghiottone, Etra Restauri, Ra. Ga SRL, Carrozzeria Capelli, GST snc, Agriturismo Arco Antico, Fam. Artistica Reggiana, Geom. D. Barbieri) che finanziano di anno in anno le ricerche, o con contributi, o con prestazioni gratuite; Con il sostegno dei Comuni (Gattatico e S. Ilario d’Enza), peraltro il Comune di Gattatico ha stanziato da quest’anno e per 4 anni una cifra annuale per il sostegno delle ricerche.

La grande bellezza di Tannetum sono sicuramente i risultati scientifici raggiunti da un team di livello internazionale, ma anche questo amore grnde e disinteressato da parte delle comunità che non vede campanilismi, né confini di alcun tipo.

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