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Coop Reggiolo,124 soci chiedono giustizia
Denuncia collettiva depositata in Procura

8/8/2022 – Lo avevano annunciato, e ora sono passati ai fatti. A dieci anni dal disastro della Cooperativa Muratori Reggiolo, nel quale oltre 2 mila famiglie di soci prestatori persero i loro risparmi per circa 50 milioni di euro, l’avvocato Maurizio Barca del foro di Roma ha presentato alla Procura della Repubblica di Reggio emilia un atto di denuncia per conto di 124 soci prestatori e lavoratori della Cmr, per un totale di 250 tra cambiali finanziarie e libretti di prestito sociale.

La denuncia penale, depositata in Procura il 29 luglio, è frutto di un lungo lavoro svolto in team con Manila Maffei rappresentante dei soci prestatori, (i quali ora la chiamano Erin Brockovich, come la coraggiosa segretaria immortalata da Julia Roberts in Forte come la verità), Fabio Gaiumi, Roberta e Ivan Reggiani, persone che hanno sempre lottato per far luce sugli avvenimenti che hanno portato la Cmr al crac e ne hanno preceduto l’ammissione al concordato, e che con pazienza e determinazione hanno raccolto prove, documentazioni e testimonianze confluiti nell’atto di denuncia di oggi.

Coop Reggiolo: un gruppo dei firmatari della denuncia

“E’ stato un lavoro faticoso, ma del quale andiamo orgogliosi, e che di certo non si concluderà qui – sottolinea Manila Maffei – Basti dire che nella relazione semestrale presentata al giudice dal liquidatore dott.ssa Edi Bertolini, tra beni immobili rimasti, collaborazioni, contratti e cause in corso, risulta fra tutto questo che l’ex dipendente e già amministratore della Reggiolo Moreno Messori ha presentato ricorso per ottenere da Cmr il risarcimento dei danni patiti e patiendi per la somma di 93.333,33 euro, oltre a interessi e rivalutazione monetaria. Ed è solo un esempio tra mille”, aggiunge Maffei. Senza trascurare il fatto veramente amaro che “nella stessa semestrale emerge in conclusione che le somme disponibili all’attivo del concordato non sono nemmeno sufficienti a saldare i debiti con l’erario. Ciò significa che non resterà nemmeno un centesimo e non si potrà nemmeno stabilire se e quale percentuale potrà essere corrisposta ai creditori chirografari, tra i quali figurano appunto i prestatori che nel crac Cmr hanno perso i loro risparmi”.

Manila Maffei

Nella denuncia sono esposte prove e circostanze volte a mettere in discussione le ragioni che hanno poi portato al concordato: “Ad esempio le operazioni speculative realizzate o avviate negli anni precedenti il dissesto, poste in essere dagli amministratori ai danni dei soci investitori. Parliamo, solo per fare degli esempi, degli acquisti in stock di immobili poi rimasti invenduti. E parliamo del polo scolastico di Guastalla, come del recupero del convento di Montefalcone in val D’Enza (oggi nuovamente ridotto a un rudere, messo all’asta per una cifra irrisoria, ndr.) che di fatto ha determinato l’erogazione alla cooperativa e la dissipazione di circa 12 milioni di euro di denaro. Per non tacere del disastroso affare di Parco Ottavi a Reggio Emilia, voluto e mandato avanti dagli amministratori pur consapevoli del dissesto finanziario in atto, in un cupio dissolvi che ha dell’incredibile. E, insisto, sono soltanto pochi esempi di ciò che il nostro lavoro ha portato alla luce e che abbiamo documentato alla Procura reggiana”.

“Ma non si può trascurare il fatto che dietro a tutto questo ci sono le storie vere e drammatiche di persone che pur duramente provate, hanno comunque deciso di non darsi per vinte, nonostante il dissesto della cooperativa si sia aggiunto il terremoto. Storie che conosciamo una a una: storie di chi non aveva i soldi per un funerale, chi invece non ha potuto usufruire dei propri risparmi, svaniti nel crac, per rimettere a posto la casa terremotata; chi ha perso il lavoro per il sisma e si è ritrovato a non avere nemmeno 5 euro per la benzina e non poter andare a trovare la madre malata di cancro. Chi ha perso la figlia e anche il suo libretto, chi ha avuto bisogno di un aiuto psicologico (e sono tanti), chi dopo il crac si è lasciato andare alla disperazione e oggi non c’è più…”.

Conclude Maffei: “Se al dissesto aggiungiamo tutto quello che i soci hanno dovuto affrontare in dieci anni, beh credo proprio che in qualche modo debbano essere risarciti. Per questo ci auguriamo vivamente che la nostra causa riceva le attenzioni che merita”.

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Una risposta a 1

  1. Ghizzi Mina Rispondi

    10/08/2022 alle 13:21

    Spero tanto che otteniate giustizia faccio il tifo per voi forza

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