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Bolletta elettrica, Confcoop strattona i politici
Caramaschi: “Imprese e famiglie al collasso, subito controllo dei prezzi”

24/8/2022 – “Il Governo, le Regioni e le forze politiche non possono né tentennare né rimanere inerti o ricorrere a modesti palliativi: i prezzi dell’energia vanno abbattuti subito, ricorrendo ad ogni strumento immediatamente applicabile e ad azioni straordinarie che solo le amministrazioni pubbliche e la politica possono adottare”.

Matteo Caramaschi

Matteo Caramaschi, presidente di Confcooperative Reggio Emilia, alza nuovamente la voce (poche settimane fa aveva definito l’aumento dei costi delle fonti energetiche come di una bufera peggiore del Covid sul piano economico) per rivendicare quello che definisce “il diritto all’esistenza per migliaia di imprese”.

“Le imprese, e non di meno le famiglie – sottolinea Caramaschi – non sono più in grado di sopportare costi così alti per gas ed energia elettrica e, a maggior ragione, non è pensabile che possano affrontare un quadrimestre in cui, a detta della stessa Autorità di regolazione dei prezzi dell’energia elettrica, i prezzi sono destinati a raddoppiare”.

“Non sottovalutiamo nessuno dei temi che sono al centro del dibattito elettorale – aggiunge – ma la straordinaria emergenza, oggi, è rappresentata proprio da costi energetici che si riflettono su ogni ambito del vivere e del produrre: dalla tenuta delle imprese all’occupazione, dai servizi sanitari a quelli scolastici, dalla spesa delle famiglie ai trasporti”.

Per questo “è veramente difficile comprendere perché ci si limiti ai pur importanti interventi di sostegno definiti, reiterati e rafforzati dal Governo in una logica di soccorso che sembra aver sostituito le azioni politiche che possano riaprire prospettive per chi voglia mantenere aperte attività produttive e di servizio che generano ricchezza per tutti”.

“Rischiamo – incalza Caramaschi – un collasso economico e sociale: il prezzo dell’energia elettrica – è fissato giorno per giorno e si allinea al costo più alto tra le due componenti: l’energia da fonti fossili e quella legata a fonti rinnovabili, assai meno costose; criteri ingiustificabili, che inseguono la speculazione finanziaria sulle fonti fossili, servono solo ad ingrassare i profitti delle compagnie e penalizzano gli utenti che hanno scelto le energie rinnovabili”.

“Da qui – sottolinea Caramaschi – la richiesta di un’azione di Governo e di tutta la politica per andare oltre i “ristori” e arrivare immediatamente ad un prezzo fissato in via amministrativa e sia definito come media al ribasso e non, come accade oggi, prendendo a riferimento il prezzo più alto”.

“Alcuni Paesi europei, come Spagna e Portogallo – conclude Caramaschi – hanno già adottato questa soluzione. Quel che è certo è che in gioco ci sono gli interessi di imprese e persone rispetto alle quali la politica e le istituzioni hanno il dovere di dare risposte che escano dal cliché di aiuti che non solo non bastano, ma lasciano tutti appesi a quell’incertezza che è nemica di ogni sviluppo e di ogni investimento”.

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