28/7/2022 – La bolletta energetica ingrassa Iren: nel primo semestre la multiutility Genova-Torino-Emilia ha incrementato i ricavi dell’85% grazie all’aumento dei costi delle commodities. Ricavi che ammontano a 3 miliardi 711 milioni, vale a dire 1 miliardo 400 milioni in più rispetto al primo semestre dello scorso anno. Tanto per dire, 1 miliardo 400 milioni in più pagati dai clienti del gas e del teleriscaldamento, e grazie ai quali la cifra dei ricavi supera l’indebitamento-monstre, che si attesta a 3 miliardi 398 milioni (+17%). Ma poche storie; c’è un margine molto ampio per ridurre i costi delle bollette, che già oggi vedono molte famiglie in difficoltà a far fronte ai pagamenti, con una situazione che si prospetterà drammatica in autunno.
Iren ha chiuso il primo semestre con un margine operativo lordo di 563 milioni di euro, in crescita del 9% sullo stesso mese del 2021 e ha raddoppiato gli investimenti, pari a 739 milioni di euro,.
L’utile netto del periodo attribuibile agli azionisti è di 133 milioni di euro, in calo del 31% rispetto a 193 milioni di euro al 30 giugno 2021, mentre si registra un nuovo balzo in avanti dell’indebitamento finanziario netto pari a 3 miliardi 398 milioni di euro (+16,9% rispetto ai 2 miliardi 906 milioni di euro al 31/12/2021).
Ma è ancora più clamoroso il boom dei ricavi consolidati, che al 30 giugno 2022 si attestano a 3 miliardi 711 milioni 600 mila in aumento del +85,2% rispetto ai 2.003,8 milioni di euro del primo semestre 2021.
I principali fattori di incremento sono riferibili ai maggiori ricavi energetici – si legge nel comunicato ufficiale di Iren per oltre 1 miliardo 400 milioni di euro dall’incremento dei prezzi delle commodities e per circa 16 milioni di euro da effetto climatico e consumi”.
Contribuiscono inoltre alla variazione del fatturato ” per circa 125 milioni di euro, le attività di riqualificazione energetica e ristrutturazione degli edifici, favorite dalle agevolazioni fiscali (bonus facciate e superbonus 110%). Infine, le variazioni di perimetro incidono sui ricavi per 27 milioni di euro, in gran parte riferibili al consolidamento di Puglia Holding (ora Iren Green Generation).
Il presidente di Iren Luca Dal Fabbro sprizza comunque soddisfazione: “In uno scenario energetico altamente complesso e sfidante, caratterizzato da uno straordinario rincaro delle materie prime che sta mettendo a dura prova cittadini e imprese, il Gruppo Iren ha incrementato significativamente gli investimenti sui propri territori di riferimento coniugando lo sviluppo con attenzione alla transizione energetica e circolare”.
E l’a.d. e direttore generale Gianni Vittorio Armani: “I positivi risultati appena approvati confermano le solide fondamenta del Gruppo e la chiara visione strategica in grado di mostrare resilienza di fronte a uno scenario energetico fortemente volatile. Il raddoppio degli investimenti che si attestano pari a 739 milioni di euro evidenzia la capacità di Iren di rispettare i target prefissati, in particolare sull’economia circolare con quattro nuovi impianti realizzati e sulle rinnovabili con 220 MW installati o in costruzione a soli sei mesi dall’approvazione del Piano Industriale”. Armani ricorda inoltre che “le politiche commerciali, nel primo semestre del 2022, hanno parzialmente calmierato i rincari delle materie prime sui clienti finali, evitando a ciascuna famiglia un extra costo di circa 600 euro per l’energia elettrica e il gas per il riscaldamento”.
I CONTI DEL PRIMO SEMESTRE
Margine Operativo Lordo (EBITDA) pari a 563 milioni di euro (+9% rispetto a 516 milioni di euro al 30/06/2021). L’incremento dell’EBITDA di 47 milioni di euro è principalmente determinato dal capacity market, dalla crescita organica e dagli investimenti nelle rinnovabili. L’incremento complessivo è stato parzialmente ridotto dall’impatto della siccità sulla filiera energetica.
· Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti pari a 133 milioni di euro (-31% rispetto a 193 milioni di euro al 30/06/2021). Il risultato 2022 include l’intero impatto negativo del Contributo di solidarietà stimato pari a 31 milioni di euro sull’anno e si confronta con il risultato 2021 che era stato influenzato positivamente per 32 milioni di euro da proventi fiscali non ricorrenti e per 12 milioni di euro da altre sopravvenienze attive. Escludendo gli effetti non ricorrenti su entrambi i periodi, l’utile netto di Gruppo attribuibile agli azionisti si attesterebbe a 164 milioni di euro, risultando pertanto in crescita del 7,6%.
· Indebitamento finanziario netto pari a 3.398 milioni di euro (+16,9% rispetto a 2.906 milioni di euro al 31/12/2021). Gli investimenti del periodo ed il pagamento dei dividendi hanno contribuito alla crescita del debito netto che rimane sotto controllo grazie alla generazione di cassa e all’ottima gestione del capitale circolante netto.
· Investimenti lordi pari a 739 milioni di euro, in crescita di 2,2x rispetto al 30/06/2021, di cui 338 milioni di euro di investimenti tecnici, 279 milioni di euro di investimenti finanziari e 122 milioni di euro inerenti lavori di riqualificazione.
· Numerosi gli indicatori di performance ESG che continuano ad essere in anticipo rispetto alle previsioni di Piano: raddoppiata l’energia verde venduta rispetto allo scorso anno, forte incremento delle attività di efficientamento energetico e della qualità del servizio offerto con un calo del -2% dei prelievi idrici per abitante al giorno.