26/7/2022 – Si chiama Comitato Triangolo Rosso della Morte, e nasce perché non siano mai dimenticate le migliaia di vittime della mattanza avvenuta nel dopoguerra nella Bassa emiliana: anche se il conto viene perennemente contestato da sinistra, è ampiamente accettato il numero di 4 mila 500 morti per mano di partigiani, ex partigiani, politici e killer comunisti. Di questi, sarebbero un migliaio gli uccisi nel territorio reggiano fra il maggio 1945 e la seconda metà del 1946. Una coda tremenda della guerra civile, che si è tentato in tutti i modi di cancellare dai libri di storia e soprattutto di scuola, ma su cui Giampaolo Pansa aveva con i suoi saggi aperto gli occhi agli italiani. E prima ancora il muro dell’omertà si era vistosamente crepato nel 1990 col Chi Sa Parli di Otello Montanari (al quale contribuì in modo decisivo il segretario provinciale del Pci dell’epoca, Vincenzo Bertolini).
Il Comitato Triangolo della Morte nasce mercoledì 27 alle 10 con la firma dell’atto costitutivo nel corso di una cerimonia nell’ufficio del parlamentare reggiano di Fratelli d’Italia, avvocato Gianluca Vinci (via Garonna 4, Reggio Emilia) che in questo modo intende esprimere tutto il suo appoggio all’iniziativa “di alto significato storico e culturale”.
“Obiettivo del nascente Comitato è ricordare tali vittime – dichiara l’on. Vinci – e far istituire una giornata nazionale del ricordo il 26 aprile di ogni anno, il giorno dopo quello della Liberazione il 25 aprile, come le morti avvennero nel 1946 l’anno dopo la fine della guerra avvenuta nel 1945.
Presidente del Comitato sarà il dottor Gaetano Scaravelli, insegnante e storico di Reggiolo, e ne faranno parte altri cittadini della bassa reggiana”.
Gigio
26/07/2022 alle 21:36
Era ora . Dopo la liberazione i comunisti hanno fatto solo della macelleria.
Gigio
26/07/2022 alle 21:40
A che cazzo serve lasciare un commento se viene sempre cancellato .