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Affidi Bibbiano, l’ultimo scandalo
Prescrizioni dietro l’angolo
Gli avvocati al tribunale: anticipare le udienze

3/7/2022 – Il rinvio deciso dal tribunale di Reggio Emilia per proseguire il processo sullo scandalo affidi in Val d’Enza è eccessivamente lungo e per questo motivo la seconda udienza, fissata al 16 dicembre, va anticipata. Serve un calendario serrato per gestire un’istruttoria che prevede centinaia di testimonianze.

E’ il senso di un’istanza al presidente della Corte di appello di Bologna Oliviero Drigani e alla presidente del tribunale reggiano Cristina Beretti, firmata da quattordici avvocati di parte civile: obiettivo, celebrare il processo in tempi ragionevoli e scongiurare il rischio che alcuni dei reati finiscano in prescrizione, frustrando le legittime aspettative di giustizia della collettività “profondamente colpita dalle vicende oggetto del presente procedimento”.
    Il processo sugli affidi illeciti che coinvolge 17 imputati, tra cui l’ex responsabile dei servizi sociali dei comuni della Val d’Enza Federica Anghinolfi e il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, è ancora alle questioni preliminari, dopo la prima udienza dell’8 giugno. Così i legali di parte civile chiedono di considerare “la straordinarietà della situazione e la peculiarità del processo in corso di svolgimento” e di valutare provvedimenti organizzativi per procedere a una congrua anticipazione dell’udienza. È noto inoltre che due dei tre giudici del collegio saranno trasferiti ad altri uffici e che quindi il tribunale potrà mutare composizione, creando altri stop: si chiede quindi di disporre un’applicazione temporanea dei due giudici oppure costituire un altro collegio, anche quello temporaneo.

(ANSA).

Manifestazione sotto il Municipio di Bibbiano

AFFIDI A COPPIE LESBICHE SENZA AVVERTIRE IL GIUDICE

La minore di Bibbiano affidata ad una coppia omosessuale? Fu segnalata alla Procura di Reggio
Emilia dall’allora presidente del tribunale per i minorenni di Bologna Giuseppe Spadaro. Lo afferma lo stesso magistrato, ascoltato il 22 giugno scorso dalla commissione parlamentare di
inchiesta sugli affidi. In merito alla vicenda emersa nell’inchiesta “Angeli e demoni”, che avrebbe visto la
responsabile dei servizi sociali della val d’Enza Federica Anghinolfi (oggi imputata), collocare una bambina in affidamento presso una donna con cui aveva avuto una relazione e la sua compagna, Spadaro precisa: “Sono stato io stesso a segnalare, a seguito del venire a conoscenza dell’indagine e nel momento in cui ho effettuato un controllo sia pure documentale, perché io non potevo fare altro, di questi fascicoli, sono stato io stesso a segnalare alla Procura”.

. E ancora: “Ricordo benissimo, all’epoca che il servizio sociale nell’ambito della sua autonomia, quella di cui abbiamo letto le norme di riferimento, aveva scelto una coppia omosessuale per un affidamento, ma senza che il tribunale ne fosse a conoscenza”.
Cioè, sintetizza l’attuale presidente del Tribunale dei minori di Trento, “al giudice sfugge la fase esecutiva del provvedimento che ha emanato”. A “Bologna io non me ne occupavo, adesso qui (a Trento, ndr) sì perché tabellarmente li faccio tutti io insieme ai miei due colleghi. Ma da quello che so non è mai accaduto che nell’ambito di un provvedimento giurisdizionale si possa indicare espressamente l’affido ad una coppia omogenitoriale. Lo escludo nella maniera più assoluta”. Infatti, conclude Spadaro, “il giudice non può dare indicazioni di questo tipo, a parte il fatto che anche nel merito per quale ragione dovrebbe essere scelta una coppia omosessuale nel momento in cui
si parla di un affido temporaneo? Quindi no, assolutamente no”.
(FONTE: AGENZIA DIRE)
 

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