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Siccità, emergenza acqua in E-R
Dichiarato lo stato di crisi regionale

21/6/20212 – Piogge scarsissime e alte temperature. Un bilancio idro-climatico con valori, nel mese di giugno, paragonabili solo a quelli di piena estate. E le portate dei fiumi in drammatica diminuzione.

Questa sera il presidente della Regione Stefano Bonaccini firma il decreto di stato di crisi regionale per la siccità, la più grave degli ultimi 70 anni. In arrivo un’ordinanza tipo per i Comuni per ridurre gli sprechi nell’utilizzo dell’acqua. Più difficile la situazione in agricoltura, dove arranca il “piano invasi” (programmazione 2018-2020), per un importo di 250 milioni di euro, ancora al 65% dello strato di attuazione. Mentre è fermo al palo in Regione il progetto per la diga di Vetto, sono attesi dal Pnrr 355 milioni di euro per i Consorzi di bonifica.

A decidere lo stato di crisi, anticipando le decisioni del governo, è stata la Cabina di regia per l’emergenza idrica, convocata con urgenza in Regione dall’assessore all’Ambiente, Irene Priolo, cui hanno partecipato – oltre all’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi – anche i gestori del servizio idrico integrato, Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi Idrici e rifiuti), Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari), Consorzio Canale Emiliano Romagnolo e naturalmente l’Autorità Distrettuale del fiume Po e l’Aipo, agenzia interregionale per il fiume Po.

“La Regione procederà quindi con la richiesta dello stato d’emergenza nazionale– afferma l’assessore Priolo-, finalizzata ad ottenere risorse per l’assistenza alla popolazione e per interventi urgenti. Da garqntire, a livello di protezione civile, la salvaguardia della riserva idropotabile e la protezione dell’habitat naturalistico, in particolare quello della fauna ittica. La situazione è molto complessa- sottolinea -, ma al momento non a livello tale da mettere in discussione l’approvvigionamento di acqua potabile per le popolazioni”.

L’osservato speciale resta il Po, soprattutto per quanto riguarda i livelli misurati a Pontelagoscuro, che afferiscono all’approvvigionamento idropotabile di Ferrara e Ravenna. In quest’ottica, è fondamentale che i livelli del Cer (il Canale Emiliano Romagnolo) non scendano al di sotto di 2,58 metri sul livello del mare.

Alla stazione idrometrica di Boretto, alle 18.45 di oggi, il Po segnava il livello di -4,51 metri.

Altre criticità rilevate riguardano le valli Taro e Ceno, nel parmense, e la val d’Arda nel piacentino. Del monitoraggio di queste situazioni specifiche e degli interventi, in corso e in caso di necessità, si occupa la Cabina di regia.

“La crisi idrica mette in grave difficoltà le nostre produzioni agricole, soprattutto pomodori, mais, frutta, riso- chiarisce l’assessore Mammi-. Un problema non solo di natura economica, ma che mette a serio rischio anche la sicurezza alimentare delle nostre tavole, dopo due anni di pandemia e una guerra in corso a poco più di mille chilometri di distanza. Servono le risorse per investire in infrastrutture idriche e costruire invasi per conservare l’acqua quando è disponibile, per poterla poi utilizzare nei periodi siccitosi: questo tema- prosegue – è una priorità nazionale per il mondo agricolo e la popolazione civile. La Regione ha messo a bando 7 milioni di euro per invasi aziendali, ma occorrono anche invasi territoriali per aumentare sensibilmente la capacità di stoccaggio, utilizzando al meglio anche le importanti risorse del Pnrr che sono già disponibili. Sono in corso lavori per infrastrutture idriche per 250 milioni di euro, e arriveranno oltre 350 milioni dal Pnrr. Serve- ha concluso l’assessore- un’accelerazione dal punto di vista della semplificazione amministrativa per realizzare queste opere”.

Infine, Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti) diffonderà ai Comuni un’ordinanza “tipo” da adottare per limitare gli sprechi d’acqua.

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