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Angeli e Demoni
Iniziato il processo per lo scandalo affidi Nessun imputato in aula, ammesse 31 parti civili

8/6/2022 – È cominciato questa mattina in tribunale a Reggio Emilia il processo Angeli e Demoni, sugli affidi illeciti di minori nei comuni della Val d’Enza. Il cosiddetto “caso Bibbiano“, o per meglio dire lo scandalo di cui ha parlato tutto il mondo e che coinvolge il sistema dei servizi sociali (dei quali aveva la delega il sindaco Carletti), e che ruotava intorno alle sedute di psicoterapia del guru torinese Claudio Foti (condannato a 4 anni nel rito abbreviato) e della sua equipe col contorno determinante di maneggi, manipolazioni e falsificazioni a livello di potere amministrativo, dei quali facevano le spese i bambini e le loro famiglie.

Nessuno dei 17 imputati, che hanno scelto il rito ordinario, era presente in aula. Tra il pubblico solo alcuni familiari costituiti parte civile. La corte d’assise (presieduta dal giudice Simone Devoto Medioli, a latere Chiara Alberti e Michela Caputo) ha dapprima unificato due procedimenti a carico di quattro imputati già alla sbarra nel processo; il primo riguarda l’accusa di calunnia a carico di Federica Anghinolfi – la responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza, ritenuta dagli inquirenti la figura chiave del sistema – mentre il secondo riguarda l’accusa di tentata violenza privata nei confronti di una minore (il cosiddetto ‘caso pilota’) dell’assistente sociale Annalisa Scalabrini, della psicologa Imelda Bonaretti e dell’ex coordinatrice dei servizi sociali Marietta Veltri. Poi, dopo alcune questioni tecniche ed eccezioni preliminari, la corte si è ritirata alle 13 per decidere sia sulle nuove costituzioni di parti civili sia sulle richieste di esclusioni formulate dalle difese. Non accolta quella dell’ordine regionale Emilia-Romagna degli assistenti sociali (mentre era già stato ammesso in udienza preliminare l’ordine nazionale).

Esclusi invece l’associazione Gens Nova e un padre di un minore coinvolto (in quanto imputato in un altro processo). Ammessi infine altri quattro familiari (tre dei quali solo in merito ad altri due capi di imputazione, mentre erano già stati ammessi dal gup). Restano così 31 le parti civili costituite al processo. Nel pomeriggio la richiesta di ammissione dei responsabili civili (ovvero chi paga gli eventuali risarcimenti se stabiliti in sentenza) su istanza delle parti, con la corte che si nuovamente nuovamente riunita per decidere nel merito.

(FONTE: AGENZIA DIRE)

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