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Diga di Vetto, “ora o mai più”
Per la Regione è una priorità: costerà 300 milioni
Lega: “Accelerare a tutti i livelli per salvare la Val d’Enza”

13/4/2022 – “Diga di Vetto ora o mai più, ma bisogna accelerare a tutti i livelli”. Lo affermano i Consiglieri regionali della Lega Emilia-Romagna Gabriele Delmonte e Maura Catellani a seguito della risposta data, in commissione tTrritorio e infrastrutture, dall’Assessore regionale all’ambiente Irene Priolo, all’interrogazione in cui gli stessi leghisti hanno chiesto alla Giunta regionale aggiornamenti sugli interventi preparatori alla realizzazione dell’invaso e sui tempi dei finanziamenti per la progettazione preliminare.

La risposta è arrivata in commissione dall’assessora Priolo, che ha ribadito che “si stanno valutando le priorità in questo ambito, dobbiamo quindi decidere la strategia su cui puntare, alla luce di una fattibilità concreta”. “L’invaso di Vetto, di 27 milioni di metri cubi d’acqua, – ha aggiunto – ha un costo previsto di quasi 300 milioni di euro (con tempi di realizzazione di oltre 10 anni), già tre gli incontri con il ministero per ottenere le risorse collegate alla progettazione dell’infrastruttura”.

Catellani e Delmonte


“Finalmente in Regione Emilia-Romagna si respira un clima favorevole a quest’opera. Il ragionamento espresso dall’Assessore regionale per cui essa va considerata prioritaria rispetto a tutte le altre grandi opere irrigue ipotizzabili nel territorio regionale è un primo importante passo – hanno aggiunto i leghisti – Non siamo però soddisfatti dell’incertezza che c’è ancora sui tempi per arrivare alla sua rapida costruzione.

L’andamento climatico degli ultimi decenni, aggravatosi negli ultimi anni e caratterizzato da lunghe siccità e da fenomeni piovosi brevi e intensi, richiede interventi efficaci e rapidi per tutelare l’agroalimentare nell’intero bacino dell’Enza  il cui futuro è a serio rischio. Gli interventi prodromici porteranno benefici assolutamente insufficienti a risolvere l’attuale crisi idrica. Li chiede come preliminari alla realizzazione dell’invaso la direttiva europea acque che andrebbe invece aggiornata, perché ormai superata in quanto non adeguata ai deficit idrici notevolmente aumentati nei territori del sud Europa come il nostro”. Concludono Delmonte e Catellani: “La Giunta regionale ed il suo presidente Bonaccini, in primis, dovrebbero sostenere anche in Europa questa urgenza. Inoltre si dovrebbe già partire, anche anticipando da parte della Regione i fondi ministeriali, finanziando le prove geologiche e geotecniche come base per l’avvio delle attività progettuali”.

Rimane un dubbio non da poco: un invaso di 27 milioni di metri cubi sarà sufficiente a salvare i prati stabili della Val d’Enza, fondamentali per produrre il miglior Parmigiano-Reggiano?

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