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Un omicidio politico della Resistenza
Film e dibattito in San Francesco sul partigiano e Servo di Dio Aldo Gastaldi Bisagno
Con l’intervento del vescovo Camisasca

29/11/2021 – La figura del Servo di Dio Aldo Gastaldi, il comandante “Bisagno”, e “Primo Partigiano d’Italia”, figura tra le più fulgide della Resistenza, sarà rievocata sabato sera 4 dicembre nel corso di un evento indetto nel centenario della nascita e patrocinato dalla Diocesi di Reggio Emilia e dal comune di Reggio, alle 21 nella chiesa di San Francesco (piazza Martiri del 7 luglio).

Sarà proiettato il film documentario “Bisagno” di Marco Gandolfo. Seguirà il dibattito, moderato da direttore della Libertà, Edoardo Tincani con l’intervento del regista e di Aldo Gastaldi, nipote omonimo di “Bisagno”. Concluderà l’incontro il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca.

L’ingresso è libero sino a esaurimento posti.

Militare alla macchia, fondatore della Divisione Cichero nelle montagne genovesi, Medaglia d’oro al valor militare, fervente cattolico, il comandante Bisagno morì nei giorni successivi alla Liberazione a Bardolino, nel veronese, mentre riportava alle loro case i militari che avevano abbandonato la divisione Monterosa per combattere al suo fianco come partigiani.

Da sempre si discute se la sua morte – avvenuta per una caduta dal camion – sia stata davvero accidentale o non piuttosto un’esecuzione ordita all’interno del movimento comunista, da lui – fieramente apartitico – avversato soprattutto per i metodi utilizzati, che non esitava a definire “fascisti”.

A rilanciare la tesi dell’omicidio politico era stato Giampaolo Pansa nei suoi libri (in particolare nella sua ultima opera “Uccidete il comandante bianco”), poi abbracciata pienamente da Marco Gandolfo nel libro “Bisagno” del 2015 – da cui il film – con numerose testimonianze di partigiani, compagni d’armi, amici e parenti del Primo Partigiano d’Italia.

La causa di beatificazione e canonizzazione di Aldo Gastaldi è stata avviata nel 2019 dal cardinale Angelo Bagnasco, allora arcivescovo di Genova.

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Una risposta a 1

  1. Ivaldo Casali Rispondi

    29/11/2021 alle 19:54

    Aldo Gastaldi, nome di battaglia “BISAGNO”, Comandante della Divisione Cichero ed ex Ufficiale del Regio Esercito, un vero partigiano medaglia d’oro che per il suo atteggiamento apartitico era inviso da parte dei partigiani comunisti, per questo anche dopo la Liberazione dovette vivere in clandestinità, perché temeva più quei partigiani che i fascisti.
    Nel suo libro Giampaolo Pansa cita una circolare inviata da Bisagno a tutti i comandi della Cichero che diceva: “E’ assolutamente proibito ai commissari politici fare propaganda di partito”. E’ facile immaginare come avranno reagito i tanti quadri del Pci all’interno della sua Divisione. Nella strategia insurrezionale del Pci per la conquista del potere in Italia, Bisagno rappresentava un avversario molto duro che era urgente togliere di mezzo.
    Come affermato da Luciano Garibaldi nel suo libro, il Comandante Aldo Gastaldi “Bisagno”, Ugo Ricci “Il Capitano”, l’eroe della Resistenza in Val d’Intelvi e Edoardo Alessi “Marcello”, Comandante della “Prima Divisione Alpina Valtellina”, tutti e tre Ufficiali del Regio Esercito, erano uniti da una comune e intensa fede religiosa e ispirati a un progetto di pronta riconciliazione con il nemico sconfitto. Se fossero vissuti dopo la Liberazione, avrebbero sicuramente impedito che fosse sparso il “sangue dei vinti”.
    Ma entrambi furono uccisi, Aldo Gastaldi morì in circostanze misteriose a guerra finita il 21 maggio 1945.

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