26/8/2021 – Dopo i segnali di ripresa registrati nel primo trimestre 2021 (+4%), la produzione industriale reggiana rialza decisamente la testa, mettendo a segno un +21,2% nel periodo aprile-giugno.
“Un dato molto incoraggiante – sottolinea il Commissario della Camera di Commercio, Stefano Landi – che va comunque letto in relazione a quanto era accaduto nello stesso periodo del 2020, quando gli effetti della pandemia e delle relative restrizioni avevano determinato un calo della produzione senza precedenti, con una flessione del 19,5%”.
“I primi due trimestri del 2021 – prosegue Landi – si sono comunque chiusi bene, caratterizzando una fase di recupero che può consolidarsi ulteriormente in modo significativo, visto che per oltre due terzi delle imprese industriali reggiane si è registrato un aumento degli ordinativi (cresciuti complessivamente del 20,7% rispetto ad aprile-giugno 2020) e, per il 33% delle aziende, le previsioni sono di aumento anche nel prossimo trimestre, con una quota del 48% orientata alla stabilità”.
Il vistoso aumento della produzione industriale arriva dopo più di due anni (fatta eccezione per il primo trimestre 2021) segnati da continui cali sin nel primo trimestre 2019 (-3,2%) e sfociati nel crollo del 2020, con punte a -11,3% e a -19,5% nel primo e secondo trimestre.
A beneficiare del rilevante rimbalzo del secondo trimestre 2021 sono stati tutti i settori produttivi, a partire dall’industria ceramica, che ha fatto segnare un +25,2% in termini di volumi e un +26,2% in termini di valore rispetto allo stesso periodo del 2020.
“Questo scarto a favore del fatturato – aggiunge Landi – è presente, anche in misura maggiore, in tutti i comparti, e questo sta a significare che il nostro sistema industriale ha mantenuto e accresciuto la propria competitività e la capacità di valorizzare le proprie eccellenze, con una produzione in aumento nei volumi (+21,2%) che si colloca sui mercati senza sacrificare valore (+24,3% l’aumento del fatturato) e, anzi, realizzando nuova ricchezza”.
Superiore alla media complessiva del + 21,2% è anche il saldo per l’industria metalmeccanica, la parte più consistente della nostra economia: la produzione industriale, infatti, è aumentata del 23,5% in volume e del 26,5% in valore rispetto al secondo trimestre 2020.
Con incrementi prossimi alla media si collocano poi l’industria delle materie plastiche (+20,9% in volume e + 27% in termini di fatturato) e il settore elettrico ed elettronico (rispettivamente +20,6% e + 19,2%). Uno dei dati più significativi è quello riferito all’industria tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria, che dopo una lunga e pesante sofferenza che non si era interrotta neppure nel primo trimestre 2021 (- 19,8% sui volumi e -19,2% sul fatturato) ha finalmente invertito la rotta; nel periodo aprile-giugno 2021, la produzione del settore è aumentata del 15,6% in volume e del 20,6% in valore. Le altre attività manifatturiere hanno registrato un incremento produttivo del 23,5% in volume e del 27,4% in valore, mentre a chiudere la classifica degli aumenti si piazza l’industria alimentare (comunque la meno colpita dagli effetti del Covid-19), che ha messo a segno una crescita del 6,7% sui volumi e dell’11,% in termini di valore.
Le aziende che hanno registrato le migliori performances sono quelle di maggiori dimensioni (oltre 50 dipendenti), per le quali la crescita della produzione è stata del 25,2% in volume e del 29,4% in valore; a seguire quelle con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49 (rispettivamente +18,5% e +21,1%) e quelle al di sotto dei 10 dipendenti (+15,1% in volume e +è 15,7% in valore).
“In questo contesto di generale ripresa – osserva Landi – appare molto significativo il dato riguardante gli scambi con l’estero, che per l’industria reggiana hanno fatto segnare un +25,5% complessivo in termini di fatturato, con punte del 47,1% per il tessile-abbigliamento, del 30,2% per la ceramica e del 28,1% per la metalmeccanica, tutti settori di punta per l’affermazione della nostra industria sui mercati internazionali”.
Anche in prospettiva dovrebbero essere proprio i mercati esteri a trainare il rilancio dell’industria reggiana, perché proprio su questo fronte le imprese prevedono il miglior andamento degli ordinativi, con una quota del 43% di imprese che li prevedono in aumento e una quota analoga orientata alla stabilità.
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