10/8/2021 – La Far-Studium Regiense celebra il settimo centenario di Dante Alighieri con una lectio magistralis del professor Giulio Ferroni, emerito dell’Università La Sapienza di Roma, storico della letteratura italiana tra i più famosi. La conferenza, con il titolo “Viaggiando tra le montagne di Dante“, è in programma Mercoledì 15 settembre alla Sala degli Specchi del Teatro Valli (ore 18,30) ed è organizzata dalla FARSR in collaborazione col Comune di Reggio Emilia.
Nel corso della manifestazione, Faustino Cigliani leggerà i testi di Dante, e Paolo Simonazzi (ghironda) ed Emanuele Reverberi (viella) eseguiranno musiche del XIV secolo.
GIULIO FERRONI
Il professor Giulio Ferroni, premio Viareggio 2020, curatore fra le altre numerose opere de “La Storia della letteratura italiana”- edizione pubblicata da Einaudi (1991) e da Mondadori Università( 2021) corretta e aggiornata, è autore della monumentale “Italia di Dante. Viaggio nel paese della Commedia Italiana“. Quest’ultima uscita nel 2019 per La Nave di Teseo, in cui l’Autore narra in prima persona i luoghi del grande Poeta, proprio come in un autentico diario di viaggio dello studioso che si fa pellegrino, raccontando la propria esperienza personale sulle orme immortali di Dante.
Ed è quel viaggio a fare da sfondo alla lectio reggiana di Ferroni, alla Sala degli Specchi, in un giorno altamente simbolico, proprio al compimento dei settecento anni dalla morte di Dante, che spirò per un attacco di malaria a Ravenna, di ritorno da Venezia, nella notte fra il 13 e 14 settembre 1321.
LE ORME REGGIANE DI DANTE: BISMANTOVA E GUIDO DA CASTELLO
Nondimeno la conferenza, e la stessa disponibilità del professor Ferroni, si spiegano con la tracce di assoluto rilievo del rapporto di Dante col mondo reggiano dell’epoca.
Celeberrima la citazione della Pietra di Bismantova (…ma qui convien ch’om voli, Purgatorio Canto IV), e non meno rilevante l’elogio dedicato nella Commedia a Guido da Castello, l’aristocratico reggiano esiliato dai Bianchi che avevano preso il potere in città (“Currado da Palazzo e ‘l buon Gherardo e Guido da Castel, che mei si noma francescanamente, il semplice Lombardo“, Purgatorio Canto XVI).
E tale rapporto rimanda a un ulteriore legame con Reggio, più sottile ma di indubbia potenza proprio per la fondazione della Commedia: l’ispirazione tratta dal Sommo Poeta dall’esame del Liber Figurarum di Gioachino da Fiore, in cui insondabili misteri teologici, come la Trinità, sono disvelati con la chiarezza insuperabile delle figure mirabilmente concepite e realizzate.
DANTE E IL LIBER FIGURARUM DI GIOACHINO DA FIORE
Vale la pena ricordare che Il Liber Figurarum, ritenuto perduto da tempo immemorabile, fu ritrovato proprio a Reggio Emilia negli anni ’30 del secolo scorso dal parroco di Bibbiano e insigne biblista monsignor Leone Tondelli. E qui, nel museo diocesano, è conservata uno delle cinque copie esistenti al mondo dell’opera gioachimita.
Dante nel Paradiso (Canto XIII) rende omaggio al “calavrese abate Gioachino, di spirito profetico dotato“. E nel XV Canto descrive il mistero della Trinità proprio come se avesse davanti agli occhi il Libro delle Figure, e in particolare una delle sue rappresentazioni fra le più celebri:
“Quell’uno e due e tre che sempre vive
e regna sempre in tre e’ndue e ‘n uno,
non circumscritto, e tutto circumscrive…”.
Che proprio a Reggio abbia avuto compimento il viaggio dantesco iniziato nella selva oscura? Non ne abbiamo la certezza storica, ma certo gli elementi per indagare, scavare, studiare e anche sognare non mancano. Li ritroveremo tutti nella conferenza del professor Ferroni, il 15 settembre, alla Sala degli Specchi di Reggio Emilia.
marco
11/08/2021 alle 13:10
Dante hai rotto…..abbiamo artisti reggiani molto meglio crepapoeta by raspini
giosuè
11/08/2021 alle 15:00
Caro Marco, il mal di campanile è forte, ma ancor più quello del batacchio della campana quanto colpisce !
Per fortuna c’è ancora qualcuno che aiuta a far crescere il livello della cultura con eventi come quello sopra indicato. Grazie
altro giosuè
16/08/2021 alle 16:43
Grazie della valorizzazione del più grande poeta italiano e padre della nostra lingua.
Tra gli altri ” Fatti non foste a viver come bruti………..” è un messaggio sempre attuale, anche per il nostro Marco.
Sono orgoglioso che la nostra città non l’abbia dimenticato.