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Una tempesta di violenza mai vista
Agricoltura reggiana in ginocchio, danni per milioni
La maledizione dei cambiamenti climatici

27/7/2021 – “Agricoltura reggiana devastata da uno tsunami di violenta grandine e vento fortissimo che ha travolto il nostro territorio: centinaia di imprenditori colpiti, danni per svariati milioni”. Antenore Cervi (presidente Cia Reggio) traccia un primo, drammatico bilancio del maltempo che ieri pomeriggio ha colpito un’ampia area della nostra regione e che “non si ricorda a memoria d’uomo per intensità e vastità”.

“Terminati gli interventi di emergenza, iniziamo in queste ore a fare la stima dei danni che già ora possiamo dire pesantissimi – entra nel dettaglio Cervi -. I nostri uffici stanno raccogliendo tutte le segnalazioni e i tecnici sono sul territorio per i sopralluoghi. Il quadro che ne esce, specialmente nell’area rivierasca, è desolante. Basti pensare che le orticole sono state distrutte fino al 75%, mais e soia arrivano all’80%, vitigni al 70%, stessa percentuale per meloni e angurie, zucche e pomodori al 60%, grossi problemi anche nei pioppeti.

A questo, dobbiamo aggiungere i danni alle strutture: in primis, le serre che sono state divelte dal vento o le cui reti sono state sfondate dagli enormi chicchi di grandine. Ma ci segnalano anche le vetrate in frantumi di stalle e magazzini, cornicioni letteralmente strappati dai muri, trattori danneggiati”.

Cervi rivela che tante coltivazioni – specialmente cereali – non sono assicurate perché “ormai il premio è diventato anti-economico. Le assicurazioni sono strumenti fondamentali per gli imprenditori agricoli , ma non riescono a coprire le esigenze. Molte compagnie assicurative scelgono addirittura di cercare di non assumersi il rischio della copertura per questi eventi estremi, visto che si ripetono con sempre più frequenza”. 

“Dopo le gelate primaverili – rimarca – questo è un nuovo durissimo colpo all’agricoltura reggiana che subisce le terribili conseguenze dei cambiamenti climatici: gli imprenditori sono in ginocchio. Chiediamo lo stato di calamità e ci batteremo con forza a ogni livello istituzionale per ottenerlo. È fondamentale attivare la legge 102, anche se siamo consapevoli che deve urgentemente essere riformata: togliere burocrazia e renderla più efficace economicamente. In questo momento i fondi a disposizione sono infatti insufficienti ad affrontare le calamità.

Auspichiamo poi che il nostro Paese attivi la possibilità, già concessa dalla Ue, di una assicurazione universale per tutte le produzioni agricole, cofinanziata con il 3% del primo pilastro della Pac. Sollecitiamo l’urgenza di un nuovo approccio al problema delle calamità naturali, da affrontare anche in Europa e in chiave Green Deal”.

“Serve un piano d’emergenza con risorse ancora più straordinarie e nuove strategie contro i cambiamenti climatici – conclude Cervi – L’agricoltura reggiana non può e non deve essere lasciata sola davanti alle devastanti calamità: a livello produttivo sono persino peggiori delle conseguenze della pandemia”.

IL PD: “NECESSARIO UN PRIMO STANZIAMENTO DELLA REGIONE”. LA RICHIESTA DI ANDREA COSTA E ROBERTA MORI

“Chicchi di grandine grandi come il palmo di una mano, raffiche violente di vento e temporali sono stati i protagonisti di un terribile pomeriggio. “Quello che si è abbattuto lungo la via Emilia lunedì 26 luglio è stato molto di più di un normale fenomeno temporalesco estivo. I danni, oltre alla paura di chi in particolare si trovava lungo strade o al lavoro nei campi, sono stati grandi ma ancora non è stato possibile stimarli con precisione” richiamano i consiglieri regionali Pd Andrea Costa e Roberta Mori.

I democratici di Reggio annunciano “Già oggi abbiamo presentato una interrogazione in Regione per chiedere innanzitutto di fare una rapida e puntuale ricognizione delle conseguenze del fenomeno che si è abbattuto sull’Emilia-Romagna e di chiedere al Governo, visto che pare che ce ne siano gli estremi, lo stato di emergenza nazionale”.

Nel Reggiano si registrano diversi danni, con anche persone ferite, soprattutto nella Bassa, a Luzzara, Guastalla, Gualtieri, Reggiolo, Luzzara, Novellara, Campagnola, Fabbrico, Rolo. Anche nel comprensorio ceramico la grandine, a grandi chicchi, è caduta copiosa da Castellarano a Campagnola Emilia provocando lesioni a mezzi e coltivazioni. “In generale, si registrano danni alla viabilità, alle auto, rami caduti in strada e qualche allagamento. Deterioramenti rilevanti infine alle coltivazioni stagionali, ai vigneti e alle serre in tutto il territorio” richiamano i consiglieri che, per farvi fronte, si sono rivolti alla Regione.

“Per far fronte alle principali e immediate necessità connesse a questo evento, aspettando l’auspicata deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale, reputiamo che sarebbe opportuno un primo stanziamento regionale di fondi”, sottoliineano Costa e Mori”.

COLDIRETTI: GRANDINATE TRIPLICATE IN ITALIA,

Triplicano le grandinate in Italia con 11 tempeste di ghiaccio al giorno dall’inizio dell’estate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con danni per milioni di euro su coltivazioni e strutture agricole. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati ESWD in riferimenti all’ultima ondata di maltempo che sta colpendo tutte le regioni del Nord con bombardamenti della grandine a macchia di leopardo che non risparmiano nulla, dai vigneti alla frutta, dagli ortaggi al mais.

La caduta della grandine – sottolinea la Coldiretti – è l’evento più temuto dagli agricoltori in questo momento perché si abbatte sulle colture prossime alla raccolta con danni irreversibili che fanno perdere un intero anno di lavoro. In pochi minuti – spiega la Coldiretti – c’è chi si è visto distruggere dai chicchi di ghiaccio fino al 100% del lavoro di un anno con drammatiche conseguenze sui bilanci delle aziende agricole.

La grandinata epocale che ha colpito Fidenza

L’estate 2021 – evidenzia Coldiretti – registra fino a oggi il maggior numero di tempeste di ghiaccio dell’ultimo decennio con un record negativo di 386 eventi con un aumento geometrico rispetto ai 31 del 2012 o ai 27 del 2015. L’incidenza – sottolinea Coldiretti – diventa più marcata dal 2018 in poi quando si registrano 92 grandinate che nel 2019 raddoppiano (198), restano a livelli preoccupanti (120) nel 2020 per poi raggiungere il picco proprio quest’anno.

A cambiare è anche la dimensione dei chicchi di grandine che – continua la Coldiretti – risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis nei casi di eventi estremi come quello che si è verificato in Emilia sulla A1.  

L’arrivo del maltempo accompagnato dalla grandine mette a rischio la produzione nazionale di frutta estiva che quest’anno ha causa del clima pazzo è stata praticamente dimezzata con cali che vanno dal 40% per le pesche e nettarine fino 50% per le albicocche, rispetto ad una annata normale. La Coldiretti stima un raccolto di pesche e nettarine di circa 722 milioni di chili mentre per le albicocche la produzione crolla a 154 milioni di chili.

Siamo di fronte in Italia – precisa la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni improvvise e violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo con danni che ormai superano – conclude Coldiretti – i 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

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