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Strage di Bologna
Bellini parla al processo: “Mai conosciuto Cavallini, mai stato in Bolivia”
Invece a Bologna si era incrociato con Kram almeno due volte, anche il 2 agosto

30/7/2021 – “Io non ho mai conosciuto Cavallini”. Lo ha detto Paolo Bellini in una breve dichiarazione spontanea nel corso del nuovo processo sulla Strage del 2 agosto 1980 che lo vede imputato per concorso nell’attentato, proprio con l’ex Nar, condannato all’ergastolo in primo grado.

Gilberto Cavallini

Bellini è intervenuto dopo la produzione di documentazione da parte della Procura generale su presunte relazioni tra lui e Gilberto Cavallini, in Sud America negli anni ’80.
    “Io – ha detto – non sono mai stato in Bolivia, la mia permanenza in Sud America è stata solo in certi periodi. Dal 1976 e dopo sette mesi rientrai in Italia. Poi sono stato in Brasile, ma non sono mai andato in Venezuela o Bolivia. Sono stato in Paraguay in due occasioni. Il 14 febbraio 1981 venni arrestato in Italia e sono e uscito a dicembre 1986. Negli anni ’82 e ’83 non sono mai stato in Bolivia”, ha detto il killer reggiano, che negli anni Ottanta era conosciuto anche con il nome brasiliano di Roberto Da Silva.

Paolo Bellini in Tribunale a Bologna

Proprio con l’alias di Roberto Da Silva nel 1980 fu registrato il 21 febbraio all‘Hotel Lembo del centro di Bologna, lo stesso giorno in cui in quell’albergo era arrivato Thomas Kram, l’ex terrorista esporto in esplosivi delle Revutionarien Zellen tedesche, e secondo la Stasi, servizio segreto dell’allora Ddr, inserito nell’organisgramma del gruppo Separat del terrorista intrnazionale Carlos, che proprio in quel periodo lavorava per i palestinesi dell’Fplp di Georges Habbash.

Thomas Kram oggi

E’ accertato inoltre che Thomas Kram era a Bologna in zona stazione la mattina del 2 agosto1980. L’ex moglie di Bellini di recente ha ammesso che quella mattina anche l’ex marito, Paolo Bellini appunto, si trovava a Bologna, e che la famiglia lo aveva coperto con le proprie testimonianze nelle prime inchieste sulla strage.

Dunque Kram e il killer della Mucciatella, che a quanto pare all’epoca collaborava con i servizi italiani, si incrociarono almeno due volta a Bologna, anche la tragica mattina dell’esplosione che provocò 85 morti ufficiali. Per quale ragione? Il processo dovrà dare una risposta anche a questa domanda decisiva.

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